Io ho costruito qualche paio di scarpe per la rievocazione, sia aperte che chiuse. Epoca romana.
Io ho sempre proceduto così per la suola: dopo aver cucito la tomaia come ha fatto Vincenzo (filo nella scanalatura) incollavo sopra una nuova suola di crosta di cuoio di 5 mm, così da coprire la cucitura ed impedire l'entrata dell'acqua nella scarpa.
I chiodi o bullette (che purtroppo non si trovano più perchè sono decenni che nessuno più li produce-ora si trovano solo smerciati per la rievocazione e costano una follia
) allora venivano piantati nell'ultima suola (quella che copriva la tomaia) prima dell'incollatura e la punta che sporgeva dall'altra parte ripiegata a martellate, affinchè le bullette non si perdessero durante la camminata.
Visto però che i chiodi da scarpe che mi sono fortunosamente fatta costruire avevano la punta che non si piegava, a fine incollaggio li ho piantati direttamente sulla suola della scarpa finita. Avevo però avuto l'accortezza di accertarmi che l'altezza della punta dei chiodi non fosse maggiore dell'altezza totale della tomaia+suola (perchè non spuntasse la punta dentro la scarpa). Beh devo dire che questa soluzione ha comunque funzionato: per l'uso che ne facciamo noi moderni in rievocazione, i chiodi hanno tenuto egregiamente e finora ne ho persi solo un paio, prontamente sostituiti (son passati 5 anni). Confermo che le bullette su suoli duri (sassi) o selciati o strade asfaltate sono delle vere saponette, e bisogna stare attenti perchè si rischiano cadute rovinose.
Volevo fare i miei più sinceri complimenti a Vincenzo per la splendida realizzazione di queste scarpe chiuse. Davvero bravo. Io ho fatto tempo fa, ma non erano certo all'altezza di questa realizzazione. Sono davvero bellissima. Complimenti ancora, bravissimo
Il suggerimento di Viro mi pare geniale: scanalare una suola di crosta da 5mm o più, in modo da creare una sorta di carrarmato per grippare su terreni lisci mi pare un'ottima soluzione. La proverò per il prossimo paio di scarpe storiche