Cari amici, con questo post desidero condividere con voi l'esperienza da me condotta per il recupero di un arco, a seguito di una serie disastrosa di rotture che mi ha perseguitato a partire dall'autunno scorso sino ala fine di maggio.
Ben, in ottobre ho iniziato a lavorare una doga di citiso: asportato l'alburno, eliminato un tarlo che aveva intaccato anche il primo anello (tolto anche quello), sagomato secondo la linea dell'"italico" con le opportune curvature dei terminali, al momento della prima incordatura...crak!
Avuta una seconda doga (sempre citiso) a fine marzo, lavorata come la precedente ...ma con mooolta più attenzione, arrivato alla bilanciatura finale (era già un bell'arco), provato un leggero sopra allungo....crik sul dorso del flettente inferiore: pace!
Infine all'inizio di una gara Fiarc, mentre provo ad incordare il mio Citiso che sto usando da un anno con ottimi risultati (già descritto da qualche parte sul forum), all'improvviso lo schianto che ti provoca un arresto cardiaco, per fortuna figurato, e un reale bernoccolo sul naso.
A questo punto dispongo di tre archi rotti (simili fra loro, come lunghezza e linea) e almeno due flettenti integri.
Ho quindi deciso per un tentativo di ricostruzione di un arco partendo dai flettenti sani.
Allegato:
La fenice 004_450x600.jpg
Ho praticato con l'aiuto di un amico (non so se lo conoscete, di nome fa Adriano Alberti) un taglio a V per innestare i due flettenti l'uno sull'altro:
Allegato:
La fenice 007_450x600.jpg
Allegato:
La fenice 015_600x450.jpg
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