Ciao Ziomassimo,
ziomassimo ha scritto:
............ sono venute delle cose buone:
1) con l'olmo i flettenti devono essere a D con una sezione larga..
Con l'olmo puoi permetterti anche sezioni a D "stretta" o fortemente ovalizzate. Gli inglesi, per i loro longbow usavano tasso e olmo. Chiaramente la doga di partenza deve essere perfetta con fibre parallele, senza nodi e niente avvitamenti.
ziomassimo ha scritto:
.......
2)il dorso è molto più delicato del ventre invece gli levo troppo..
3)ho rotto troppi archi per alleggerire troppo i flettenti sul dorso vicino l'impugnatura..
Normamente sul dorso sono sconsigliate operazioni di asportazione di materiale atte alla modellazione del flettente, fatto salvo il caso di riduzione del numero degli anelli di alburno. La progressione, diminuzione dello spessore, dalla manicatura al flettente vero e proprio, deve essere molto curata altrimenti crei delle zone di maggior flessione che indeboliscono l'arco in quel punto causandone la rottura.
ziomassimo ha scritto:
.......4)i nodi curiosamente sono meno un problema di quanto sembri, dipende dall'equilibrio delle forze..
Occorre portare la zona del nodo allo stesso grado di flessione del flettente; non vi deve essere discontinuità di flessione altrimenti l'eccessiva rigidezza della parte con il nodo causerà una rottura prima o dopo il nodo.
ziomassimo ha scritto:
.......5) l'arco deve essere lungo, a corto lavora troppo sotto stress
normalmente un arco dovrebbe essere lungo minimo due volte l'allungo più una certa quota, 10-15 cm, ma su questo Jeval ne sa di più. Altra cosa fondamentale è che l'essenza adoperata permetta, in funzione della potenza ricavata, la giusta flessione e resistenza.
ziomassimo ha scritto:
.......6) sono affranto e contrito ma non desisto, ormai sono entrato nel tunnel..
Mi associo agli altri nel confermarti che non esiste medicinale atto a curare l'archite che, bada bene, non è una pietra.....
Raff