io tagliai un nocciolo a gennaio e sigillai le estremità col vinavil, morale della favola, a primavera sbocciarono le foglie.
addirittura se uno volesse farsi la propria piantagione con alcuni tipi di alberi basta procurarsi paletti a novembre e metterli a dimora nel terreno.
il legno è vivo , per ammazzarlo devi togliergli l'acqua.
se vuoi che il legno secchi devi :
A) scortecciarlo con tutte le precauzioni e controindicazioni del caso
B) spaccare in due o tre o più
ridurre la doga ai minimi termini porla in luogo fresco e ombreggiato.
il carpino a mio parere secca rapidamente , un arco fatto da fresco ci mette poco a perdere tutta l'acqua , chiaramente un grosso tronco impiega di più se poi è sigillato agli estremi potrebbe metterci dei lustri.

io in parte ho accelerato la disidratazione con la fiamma .

Ha, ha, meno male che non ho aspettato aprile allora!
Una domanda che non avevo ancora posto: il trattamento con la fiamma, oltre a sveltire l'asciugatura/stagionatura, aiuta a raggiungere qualche libbra in più o previene meglio lo string follow? In altre parole, sempre secondo te, è necessario, consigliabile o è solo un accorgimento in più?
Grazie, Andrea

in teoria dovrebbe creare un collassamento delle cellule e un addensamento di materia oltre alla disidratazione , qualcosa accade a livello chimico anche agli zuccheri ma ci vorrebbe qualcuno che si addentro a questioni chimiche.

io so che un po di libbre si guadagnano ma per quanto riguarda lo string follow si può solo cercare di dargli un po di riflessione durante la tostatura.

io lo string follow cerco di gestirlo accorciando l'arco o riflettendo il manico o i puntali , in un longbow puro e semplice si può solo accorciare

in questo caso parto da 196 cm per un po lo userò stile yumi , quindi grandi aperture , se inizierà a seguire la corda lo accorcierò di volta in volta
non è detto che non lo aspetti un futuro da flat ricurvo .

il bello di costruire e tirare è questo .

col cacciavite dopo ultimi ritocchi e carteggiatura gli do una bella "schiacciata" alle fibre superficiali operazione che rende molto lucido il legno

non so in gergo come definire questa operazione

misure finali 196ntn 30mm spessore x 32mm larghezza al centro 15x17 rispettivamente spessore e larghezza in prossimità dei puntali , 20mm a metà flettente di spessore sempre.

Grazie per aver pubblicato le misure Bac, io probabilmente avrò i puntali più stretti e mi preoccopa un po' l'intaglio dei bischeri (è l'italiano per tips vero?) sull'unico che ho terminato e su un'altra prova in lavorazione ho lasciato quel punto un po' più spesso rispetto al flettente, solo l'estremità.
Uno falegnami che frequento consiglia di dare l'ultima lucidatura con lo stesso legno del manufatto... Ho trovato molto efficace ripassare le frecce con il collo di una bottiglia come consigliato da un altro iscritto. Però anch'io ignoro il nome della procedura.
Ciao a tutti, Andrea

in altri contesti si parla di brunitura..
ciao
Luca

Per gli yankee è a scelta burnishing o boning
la prima, come dice giustamente Luca può essere tradotto come brunire e fa riferimento a una tecnica per omogenizzare il rivestimento con foglia d'oro di certi manufatti.
La seconda all'aspetto simile all'osso che i legni assumono dopo la compattazione superficiale ,
Però "ossificazione" mi suona male in italiano .
Che dite proviamo a trovare un vocabolo migliore ?

Bac non ho capito il procedimento col cacciavite,me lo puoi spiegare,può servire anche a me

si tratta di sfregare con la massima pressione un oggetto levigato sul legno , si può usare il collo di bottiglia o una pietra un altro legno o come ho fatto io un cacciavite ,etc

per capire prova a fare questa operazione su di una asta di freccia , la rende levigata ne riduce la sezione e ne aumenta lo spine .

Salve a tutti,
oggi mi sono concesso un'altra oretta sulla mia pertica di carpinella. Dopo aver rettificato lo sgrosso dei fianchi (fatto a suon di accetta) utilizzando il mio pialletto da 2 euri al Leroy, sono passato a segnare con una matita la linea del ventre. Sono partito a segnare dai puntali lasciando uno spessore di 15 mm. Per fortuna nodi, fessure e altri difetti rimanevano al di sotto di questa misura lasciandomi materiale buonino da lavorare.
Voglio condividere la soluzione che ho elaborato in modo empirico, diciamo pure fortuito, per impostare una rastrematura graduale dello spessore.
Sul dorso è ancora presente la corteccia, che segna in maniera evidente il profilo del dorso stesso e lo stacco dal fianco levigato. Ora mi sono accorto che prendendo la misura da quel riferimento lo spessore reale del flettente andava aumentando al crescere della larghezza.
Ho abbozzato il disegno di tre sezioni con paint per esemplificare la cosa. Comunque, complice il diametro ridotto del mio legno (dai 5 ai 7 cm circa) laddove il flettente è più largo la corteccia copre un'arco di circonferenza maggiore, perciò al disopra del margine c'è più legno.
Una volta segnato con il lapis il riferimento gli ho dato giù di accetta per un'altra mezz'ora, cercando di tenermi largo. La prossima volta mi aspetta una bella sessione di raspa.