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 Ipotesi sulla tecnica di tiro dei Faraoni 
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Nel thread “Ramses II all’assedio di Dapur” mi sono posto il problema di come venisse realizzato l’aggancio della mano sulla corda da parte degli antichi Egizi – parlo di quelli, Faraoni in primis, che utilizzavano archi compositi delta, perché la tecnica con i self-bow beta era completamente diversa (v. personaggi n. 1 per arco delta e n. 3 per arco beta, nella figura 11A, di Shelley Wachsmann, On Drawing The Bow; link: http://anthropologyworldnews.tamu.edu/f ... he-Bow.pdf ). Premetto che alcune delle ipotesi riportate da Wachsmann mi convincono poco, p. es. nella figura 16 B è mostrata una ricostruzione, non so quanto fedele, della mano del Faraone in aggancio, che non appare compatibile con, non diciamo un arco da guerra, ma neanche di un archetto da quattro libbre… Se la riproduzione dell’originale è fedele, possiamo solo dedurne che l’artista egizio che aveva realizzato l’originale non capisse granché di arceria e avesse lavorato di fantasia. D’altra parte la posizione col palmo della mano in basso è documentata in innumerevoli dipinti e bassorilievi sicché era indubbiamente reale. Nella figura 17 del link citato si vede una posizione della mano più credibile di quella della figura 16; Wachsmann tende a concludere che si tratti di una presa di pollice di tipo asiatico (quella che usualmente viene chiamata presa mongola).
Personalmente avevo tentato di riprodurre la posizione della mano riportata nelle immagini di Faraoni in battaglia (p.es. http://en.wikipedia.org/wiki/Composite_ ... Kadesh.jpg ; http://commons.wikimedia.org/wiki/File: ... ljebok.png ) usando sia un anello da pollice di tipo turco / indo-persiano, sia un anello di tipo sugakji coreano, ma ero riuscito nell’intento solo parzialmente (v. il thread “Ramses II all’assedio di Dapur”) e non ero rimasto convinto. In seguito mi è venuta in mente un’altra possibilità, consistente nel legare alla corda dell’arco, subito sotto al punto di incocco, un’asticella (ricavata da uno spezzone di freccia di bambù) lunga circa 4 cm, da trattenere tra la prima e la seconda falange dell’indice e del medio (o, opzionalmente, del medio e dell’anulare), facendo un gancio morto con le dita, palmo rivolto in basso. La posizione (visibile in un allegato, prove di tiro.pdf, che è riportato alla pagina 4 del thread “Ramses II all’assedio di Dapur”) è compatibile con le rappresentazioni dei Faraoni a piena trazione, e il risultato è un tiro piuttosto pulito, utilizzabile senza problemi anche con archi di notevole forza. Non so però quante corde originarie siano state trovate nel corredo funebre di Tutankamon; se ce ne sono, e se attaccato a esse non c’è il marchingegnino da me sperimentato e battezzato “Tutan” con discreta prosopopea, allora la spiegazione deve essere un’altra, perché non è cosa da attaccare e staccare dalla corda di volta in volta, una volta montato si lascia lì.
Nel mio ultimo (a oggi) intervento sul thread “Ramses II all’assedio di Dapur” avevo anche fatto un’altra osservazione derivante dalla visione ingrandita dell’immagine, riportata da bac, di Tutankamon sul carro di guerra: nelle faretre del Faraone sembra di vedere, tra l’impennaggio delle frecce e la cocca, una sorta di crocetta sporgente, che – se è davvero quello che sembra – potrebbe servire per agganciare la freccia con un gancio morto tra indice e medio (o medio e anulare) con palmo della mano rivolto verso il basso. Ma in tal caso lo si sarebbe trovato, e sarebbe stato segnalato, sulle molte frecce del corredo funebre di Tutankamon, e ciò non mi risulta. Sicché, anche questa ipotesi direi sia da scartare.
Oggi pomeriggio mi è venuta un’ulteriore idea (in realtà mi era venuta, in nuce, già una trentina di anni fa, ma a suo tempo non avevo trovato come realizzarla in pratica). Si tratta, se vogliamo, di un antesignano di sgancio meccanico perfettamente realizzabile anche in una società primitiva (per non parlare di una civiltà evolutissima come quella dell’antico Egitto, dotata di cervelli straordinari e di tecnologie avanzatissime!). Ancora una volta, utilizziamo uno spezzone di freccia, questa volta più lungo, circa 7 cm se vogliamo utilizzare per la presa indice, medio, anulare e mignolo, circa 6 cm se lasciamo libero il mignolo, o 4 cm se intendiamo usare solo indice e medio. Il trucco che trasforma l’asticella in un vero e proprio rilascio meccanico è semplicemente un cappio che passa attraverso un foro a un’estremità dell’asticella, permettendo cosi di assicurarla al pollice (o magari al mignolo), in modo che dopo il rilascio non salti via per i cavoli suoi (l’asticella, non il pollice o il mignolo…). Incoccata la freccia, che deve essere a cocca pinzante, sotto di essa si introduce l’asticella trasversalmente alla corda, trattenendola con tutte e quattro le dita (o tre, o due, se si sceglie di farla più corta). Benché piovesse, sono uscito ugualmente in giardino a provare (ho la fortuna di avere in fondo un muro alto una decina di metri, e davanti ho messo una rete fermafrecce per salvare le frecce fuori bersaglio); causa pioggia ho tirato una sola freccia, trattenuta tra medio e anulare, con un arco morbido (35 libbre): ha volato egregiamente e- probabilmente solo per fortuna- ha colpito il battifreccia da 60 cm al cui centro avevo mirato, a 18 m. La presa tra medio e anulare con cappio legato al pollice riesce un po’ laboriosa, non si presta a tirare stile mitragliatrice, per intenderci; però se si mette la freccia tra indice e medio ho verificato poi che si fa molto più presto (in tal caso ho l’impressione che convenga lasciare libero il mignolo). La presa è ovviamente robustissima e il rilascio pulito. Possibilità di varianti da studiare, ancora non provate: solo indice e medio; lacciolo legato al mignolo invece che al pollice; ecc. ecc.
Se un aggeggio del genere (ossia, un anonimo cilindretto di legno con attaccata una cordicella) fosse stato effettivamente usato nell’antico Egitto, presumibilmente nei corredi funebri non lo si sarebbe trovato; quand’anche presente – non fosse mai che il Faraone dovesse averne bisogno nell’aldilà – non se ne sarebbe certo identificata la funzione). Rimane quindi solo come un’altra possibilità teorica, non documentabile, capace di spiegare la peculiare posizione della mano della corda nelle rappresentazioni di Faraoni in procinto di scoccare.


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15/03/2015, 22:41
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Era la soluzione che avevo pensato inizialmente quando avevi parlato del "tutan", poi ho visto che lo avevi attacato alla corda ed ho pensato "se fa così avrà le sue ragioni " :mrgreen: :mrgreen: .
In effetti pensando ad una corda in fibra naturale è poco pratico avere un punto di incocco "fisso" in quanto la corda contuna ad allungarsi e a restringersi a seconda delle condizioni di uso, di umidità, di calore....
I punti di incocco sono una invenzione moderna ...
Sono contento che vada!
Hai provato a "sagomarlo" Probablmente con l'uso si sarebbe formato anche naturalmente un solchetto dove si fa forza con la corda...

Ciao
Luca


16/03/2015, 9:09
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Nitopi ha scritto:
... Sono contento che vada!
Hai provato a "sagomarlo" Probablmente con l'uso si sarebbe formato anche naturalmente un solchetto dove si fa forza con la corda...

Ciao
Luca

No Luca, per ora nessuna sagomatura. Non sono nemmeno sicuro se possa essere un vantaggio, ho l'impressione che nel rilascio l'asticella, piuttosto che rotolare intorno all'asse cilindrico di simmetria, faccia perno sull'indice ruotando in fuori a partire dal mignolo (nel caso di freccia tra il medio e l'anulare) o faccia perno sull'anulare ruotando in fuori a partire dall'indice (tre dita e freccia tra l'indice e il medio), per cui è comunque il fianco dell'asticella a scivolare sulla corda, e un solco sull'asticella ostacolerebbe il libero scivolamento (oltre a indebolire l'asticella che, nel mio caso, è internamente cava). Tuttavia per ora ho tirato una sola freccia, il resto deriva da illazioni derivanti da esperimenti di trazione fatti in casa e prove di rilascio con trazioni di pochi centimetri. Dall'insieme mi pare che convenga legare il lacciolo all'indice piuttosto che al pollice o al mignolo, e lasciare il legame abbastanza corto per accelerare e semplificare l'operazione di presa. Conto di sperimentare più a fondo non appena il tempo si rimette un po'. Al posto del filo di lino che ho usato attualmente penso di sostituire un pezzo di laccio da scarpe in pelle.
Ciao,
Franco


16/03/2015, 15:28
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Cita:
assicurarla al pollice


e perchè no attorno al polso per una forza maggiore?

hai fatto mai caso a quell'oggetto misterioso che portano in mano le divinità , una specie di T col cappio ?

Allegato:
seth.png



deve essere in realtà qualche simbolo sacro ma non potrebbe avere anche un'altra funzione?


16/03/2015, 17:17
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Accetti un sugerimento?
Supponendo una presa a tre dita (anulare , medio, indice) io proverei ad assicurarla in modo "stretto" all'anulare (senza bloccare la circolazione) e in modo più lasco all'indice.
In questo modo dovrebbe rimanere abbastanza a posto facendo solo una rotazione spostando in avanti il medio, al momento del rilascio dell'indice, ma pronta a essere riposizionata....
Non so se mi spiego (come disse il paracadute....)

Ciao
Luca


16/03/2015, 17:38
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bac ha scritto:
Cita:
assicurarla al pollice


e perchè no attorno al polso per una forza maggiore?

hai fatto mai caso a quell'oggetto misterioso che portano in mano le divinità , una specie di T col cappio ?

Allegato:
seth.png



deve essere in realtà qualche simbolo sacro ma non potrebbe avere anche un'altra funzione?


Ti dirò... l'idea che proprio la croce ansata, l'ankh, potesse davvero in relazione con la trazione della corda e il rilascio era passata per la mente anche a me! Solo che, per quanto mi ci sbattezzi sopra, non riesco a rendermi conto di come andrebbe usato! Se davvero fosse, sarebbe sì una scoperta notevole!!! il tipico "oggetto di culto" continuamente rappresentato e dal significato fondamentalmente ignoto, che rivelasse invece di avere uno scopo pratico importantissimo. Mah, chissà? Bisognerebbe capire come usarlo!
Cioa,
Franco


Ultima modifica di Francesco Malatesta il 16/03/2015, 19:37, modificato 1 volta in totale.



16/03/2015, 19:22
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Nitopi ha scritto:
Accetti un sugerimento?
Supponendo una presa a tre dita (anulare , medio, indice) io proverei ad assicurarla in modo "stretto" all'anulare (senza bloccare la circolazione) e in modo più lasco all'indice.
In questo modo dovrebbe rimanere abbastanza a posto facendo solo una rotazione spostando in avanti il medio, al momento del rilascio dell'indice, ma pronta a essere riposizionata....
Non so se mi spiego (come disse il paracadute....)

Ciao
Luca


Sì Luca, ma o non capisco bene quello che proponi, o se no è impossibile, oppure hai scritto indice distrattamente e volevi dire medio. L'asticella deve stare davanti alla corda, e se la lego all'anulare e all'indice non ho modo di farla passare davanti alla corda. Forse volevi dire di legarla più stretta all'anulare e, più lasca, al medio, in modo che la corda, e la freccia, passino tra l'indice e il medio. Allora sì, è possibile. Bisogna provare per vedere se nella pratica funziona bene. L'idea mi pare buona.
Ciao,
Franco


16/03/2015, 19:37
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si, esattamente come dici... la mia vaga dislessia ha colpito ancora Hi hi hi....
ciao
Luca


16/03/2015, 23:03
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Ho fatto qualche altra prova.

1 Laccio assicurato al mignolo, corda e cocca tra medio e anulare: negativo, forte strappo sul mignolo con rottura (fortunatamente) del filo di lino usato per il lacciolo.

2 Laccio (da scarpe, questa volta) assicurato all'indice, corda e freccia tra indice e medio: negativo, schiaffone a tradimento dell'asticella sopra lo zigomo; siccome sono un gentiluomo ho evitato di rilasciare dichiarazioni a voce alta.

3 Laccio assicurato all'anulare, corda e freccia tra indice e medio: OK, il caricamento è semplice e rapido, l'uscita al rilascio buona e senza effetti collaterali negativi. Direi senza controindicazioni, sia trattenendo l'asticella con mignolo anulare medio e indice, sia usando solo anulare medio e indice. Dopo varie prove ho optato per anulare medio e indice, in pratica è la presa mediterranea ma con la mano orizzontale. Varrà la pena di accorciare l'asticella. Comunque la cosa funziona, e mi convinco sempre più che la presa dei Faraoni fosse proprio questa. Appena riesco carico un file con un po' di foto. Dopo avere incoccato la freccia, l'operazione di passare l'asticella davanti alla corda e scavalcare la corda con l'indice non porta via più tempo di quanto ne richieda l'aggancio mediterraneo sulla corda usando una patelletta del tipo Wilson. La precisione del tiro per ora lascia moltissimo a desiderare ma credo sia solo questione di farci l'abitudine. Credo si presti indifferentemente a tenere la freccia sulla destra dell'arco (come ho continuato a fare in analogia al tiro con l'anello) o sulla sinistra, anzi questa seconda opzione forse potrebbe essere lievemente meglio perché l'apertura dell'asticella, se legata all'anulare, è nello stesso verso dell'apertura delle dita nel rilascio mediterraneo classico (anche se più pulita). Per quanto sembra di vedere dalle immagini dei Faraoni, la freccia sembrerebbe però sulla destra dell'arco.

Ciao a tutti,
Franco


21/03/2015, 22:48
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Ecco, nell'allegato, un esempio del tiro con l'asticella legata all'anulare e corda e freccia tra l'indice e il medio.


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23/03/2015, 0:10
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