Ho capito,
praticamente è una "ritorta" con 4 trefoli (???) (normalmente e molto più semplicemente si fa con 2) con un solo loop.

oh...finalmente un topic come si deve da cui imparare
davvero grazie Maon

...Ciao Maon....per prima, ho letto il mess...ho provveduto a ciò, grazie.

Secondo:domanda,..... devo costruire la corda per l'arco che devo finire (quello che ti ho fatto vedere a Boario ) l'asola, o come accidenti si chiama, deve andare oltre il fermo corda, o deve passare oltre.
Domani faccio foto per meglio spiegarmi .....Mario

Io non sò se si chiama ritorta, la faccio a 4 perchè viene più regolare.

Quando ho fretta la faccio anche io a due, però è più bruttina, come effetto ottico.
A due trefoli ha un vantaggio, non usando punti di incocco, se fai le cocche giuste le medesime si posizionano tra una spira e l'altra e la freccia è più ferma.
Questo è quanto ho potuto osservare.

Per il loop, sì, è unico!

Non faccio mai due occhielli, trovo così comodo il nodo dell'arciere!

Ciao Mario,
l'asola vien fatta in due maniere.
La prima, che usano preferibilmente i Tibetani, è un grande anello che finisce appena prima del batticorda, su detto anello insiste un'ancoretta che è solidale con la corda primaria.
Mi spiego meglio : due anelli, uno per ogni leva, essi sono di misura tale che arrivino poco prima del batticorda.
La corda vera e propria, alle estremità ha due ancorette che si innestano ai due anelli.
In questa maniera sostituiscono solo gli anelli quando si consumano o la corda centrale.
In genere si consumano prima gli anelli.
Cerco qualche immagine e poi la invio.

La seconda maniera è una corda grande ad anello unico, come quando fai quelle moderne, ma i grandi loop ovvero gli anelli ai sijak, finiscono sempre prima del batticorda.

Anche perchè il motivo primario del batticorda è che la madesima non superi le leve, non essendo quasi mai i flettenti esattamente in linea, pena la rottura dell'arco.

Mi pare che i giapponesi facciano due anelli e su di essi un particolare nodo per collegare la corda centrale.
Ho visto un disegno, lo cerco e te lo invio, semprechè qualche nostro collega non mi preceda, facendoci quindi cosa gradita!

Io le chiamo "ritorte" in contrapposizione con le "intrecciate"; penso si chiamino trefoli dal loro numero nelle corde classiche di una volta.
Non ho assolutamente esperienza in corde per archi in materiali naturali, però personalmente per gli archi tradizionali moderni, cerco di torcere il meno possibile la corda al fine di evitare l'effetto "elastico", però questo espediente per gli archi storici potrebbe essere un valido ammortizzatore per salvaguardarne i flettenti.

Bravo maon è così che si fa. la foto più bella è quella con Kaninken

Io ho fatto tre corde ritorte a tre trefoli con il loop illustrato da maon e per un archetto di prova da 25 libbre l'assestamento è stato piuttosto veloce (cioè il brace non è diminuito molto), però ho lasciato ogni corda in tiro per qualche giorno con un peso attaccato (un ferraccio da un paio di chili).
Ho notato che comunque i trefoli e nello specifico i vari fili sono si intrecciati tra loro, ma torcere e contro-torcere per unirli fa si che si trovino tutti a lavorare lungo il loro asse longitudinale e non di traverso, credo quindi che l'elasticità della corda non sia eccessiva.

Ovvio, bello io bella lei, siamo due gocce d'acqua!

download/file.php?id=844&mode=view

ringrazio maon per linsegnamento non le avevo mai viste fare cosi!

prendo nota lacuna da colmare.