ciao Bac, a me sembra molto divertente. Lo facevamo già in maniera incoscente da bambini ma anche dopo (con le blunt che però è pericoloso per gli occhi). Questo almeno è innocuo! Penso che il futuro dell'arcieria passi anche da lì ... è molto più divertente da fare e da vedere del tiro olimpico ad esempio ... (almeno per me). Ho sentito critiche su questa disciplina che tiravano in ballo l'etica o cose così ... ma allora la scherma? il fioretto? la boxe? ecc ecc questo almeno ha il sapore del gioco che i bambini da che mondo è mondo han sempre fatto
l'unico rischio che vedo sta nella possibilità che una freccia si spezzi (molto remoto)
ma con il casco e gli occhiali i rischi sono davvero inferiori a una partita di calcio in teoria nel motocross o formula uno quegli occhiali sono progettati per fermare proiettili ben più pericolosi
per chi interessa, un mio articolo sul Combat (riconosciuto da UISP e normato da precise regole di sicurezza) uscito sulle nostre Newsletter nel 2015. L'archery combat, per chi lo vuole provare, sarà presente a Expoarc nell'area UISP sabato e domenica prossimi.
ho dato una letta sommaria al regolamento , mi ha colpito la presenza del giudice/i che assegnano il punteggio: andrebbe pensato un criterio di assegnazione dei punti attraverso sensori come nella scherma .
il numero di frecce deve essere limitato a tre e gli scontri dovrebbero essere duelli con avversari liberi di scegliere se tentare il tiro lungo o l'avvicinamento . nel frattempo vi lascio con questa telecronaca di 3000 anni fa da qualche parte in terra turca.
Cita:
ed ultimo giungea Teucro del curvo elastic’arco tenditor famoso. D’Aiace Telamònio egli locossi dietro lo scudo, e dello scudo Aiace gli antepose la mole. Ivi securo l’eroe guatava intorno, e quando avea saettato nel denso un inimico, quegli cadendo perdea l’alma, e questi, come fanciullo della madre al manto, ricovrava al fratel che alla grand’ombra dello splendido scudo il proteggea. Or dall’egregio arcier chi de’ Troiani fu primo ucciso? Primamente Orsìloco, indi Ormeno e Ofeleste: a questi aggiunse Detore e Cromio, e per divin sembiante Licofonte lodato, e Amopaone Poliemonìde, e Melanippo, tutti l’un dopo l’altro nella polve stesi. Gioiva il re de’ regi Agamennóne mirandolo dall’arco vigoroso lanciar la morte fra’ nemici, e a lui vicin venuto soffermossi, e disse: Diletto capo Telamònio Teucro, siegui l’arco a scoccar, porta, se puoi, a’ Dànai un raggio di salute, e onora il tuo buon padre Telamon che un giorno ti raccolse fanciullo, e benché frutto di non giusto imeneo, pur con pietoso tenero affetto in sua magion ti crebbe. Or tu fa ch’egli salga in alta fama, sebben lontano. Ti prometto io poi (e sacra tieni la promessa mia) che se Giove e Minerva mi daranno d’Ilio il conquisto, tu primier t’avrai il premio, dopo me, de’ forti onore, ed in tua man porrollo io stesso, un tripode, o due cavalli ad un bel cocchio aggiunti, o di vaghe sembianze una fanciulla che teco il letto e l’amor tuo divida. E Teucro gli rispose: Illustre Atride, a che mi sproni, per me stesso assai già fervido e corrente? Io non rimango di far qui tutto il mio poter. Dal punto che verso la città li respingemmo, mi sto coll’arco ad aspettar costoro, e li trafiggo. E già ben otto acuti dardi dal nervo liberai, che tutti profondamente si ficcâr nel corpo di giovani guerrieri, e non ancora ferir m’è dato questo can rabbioso. Disse; e di nuovo fe’ volar dall’arco contr’Ettore uno strale. Al colpo tutta ei l’anima diresse, e nondimeno fallì la freccia, ché l’accolse in petto di Prïamo un valente esimio figlio Gorgizïon, cui d’Esima condotta partorì la gentil Castïanira, che una Diva parea nella persona. Come carco talor del proprio frutto, e di troppa rugiada a primavera il papaver nell’orto il capo abbassa, così la testa dell’elmo gravata su la spalla chinò quell’infelice. E Teucro dalla corda ecco sprigiona alla volta d’Ettorre altra saetta, più che mai del suo sangue sitibondo. E pur di nuovo uscì lo strale in fallo, ché Apollo il devïò, ma colse al petto d’Ettòr l’audace bellicoso auriga Archepòlemo presso alla mammella. Cadde ei rovescio giù dal cocchio, addietro si piegaro i cavalli, e quivi a lui il cor ghiacciossi, e l’anima si sciolse. Di quella morte gravemente afflitto il teucro duce, e di lasciar costretto, mal suo grado, l’amico, a Cebrïone di lui fratello che il seguìa, fe’ cenno di dar mano alle briglie. Ad obbedirlo Cebrïon non fu lento; ed ei d’un salto dallo splendido cocchio al suol disceso con terribile grido un sasso afferra, a Teucro s’addirizza, e di ferirlo l’infiammava il desìo. Teucro in quel punto traeva un altro doloroso telo dalla faretra, e lo ponea sul nervo. Mentre alla spalla lo ritragge in fretta, e l’inimico adocchia, il sopraggiunge crollando l’elmo Ettorre, e dove il collo s’innesta al petto ed è letale il sito, coll’aspro sasso il coglie, e rotto il nervo gl’intorpidisce il braccio. Dalle dita l’arco gli fugge, e sul ginocchio ei casca.
18/03/2016, 13:56
Oliviero
Iscritto il: 12/06/2016, 8:06 Messaggi: 534 Località: Milano
L'arciery combat deve essere molto divertente. Io sono assolutamente favorevole. Secondo me venticinque libbre sono un po poche, riesci probabilmente a difenderti con le mani dalle frecce. Io starei tra le 45 e le 55. Le protezioni andrebbero rinforzate per conseguenza. Ma abbiamo per fortuna la possibilità di attingere da un passato ricchissimo in tal senso.
Inoltre, l'Unione è utile e nobile. Si dovrebbe prevedere anche la possibilità di giocare in squadra. Ciò aprirebbe anche ad una dimensione, sociale, tattica e strategica. Anche educativa, per le sinergie che si sviluppano all'interno del gruppo. Ci sarebbe, proprio non secondario, anche la possibilità di verificare sul campo tutta una pletora di teorie esposte dagli esperti di turno, verificando sul campo di gioco quelle che ci pigliano e quelle che no. Storici, archeologi e guru del tiro con l'arco potrebbero toccare con mano i perché e i perché no. Si potrebbe aprire anche a gente che non utilizza l'arco, ma la picca, lo scudo e la spada. In modo da lavorare insieme verso un comune risultato atteso. Si potrebbe ad esempio ampliare il gioco all'utilizzo coordinato di macchine da guerra, di cui si potrebbe apprezzare a pieno lo scopo ( ad esempio, per aprire schieramenti organizzati per rendere gli archi inservibili ). Un nuovo modo di studiare la storia, essendola, non imitandola.
Si produrrebbe cultura. Per i giovani, ma anche per i meno giovani.
Si potrebbe coinvolgere qualche militare, tanto per non reinventarsi l'acqua calda. Si scoprirebbe che quanto studiano i militari è utile alla società civile e che non sono i fanatici guerrafondai che taluni media talvolta dipingono. Ma che sono persone gentili, disponibili e capaci.
Dopodiché si legge il bell'articolo di Vittorio e si capisce perché attorno agli Arcieri nel Tempo si è fatta terra bruciata. Ahahahahahahahahahahah!!!!
L'arciery combat deve essere molto divertente. Io sono assolutamente favorevole. Secondo me venticinque libbre sono un po poche, riesci probabilmente a difenderti con le mani dalle frecce. Io starei tra le 45 e le 55. Le protezioni andrebbero rinforzate per conseguenza. Ma abbiamo per fortuna la possibilità di attingere da un passato ricchissimo in tal senso.
Se rileggi l'articolo segnalato, puoi ben comprendere come la nostra più importante "conquista" è stata quella di far accettare ufficialmente da UISP una specialità formale dove si va esattamente all'estremo opposto del mainstream dell'arcieria moderna. E ti garantisco che non è stato assolutamente facile. UISP è il più grande Ente di Promozione Sportiva interno al CONI, con 1,500.000 affiliati e centinaia di sedi territoriali, unitamente a più di 30 settori di attività con almeno 200 sotto discipline e un migliaio di sotto settori. Avere ottenuto il parere positivo ufficiale dal Consiglio Nazionale, dopo bieche proteste e bagarre sul politically correct e sulla liceità pedagogica ormai sembrava una mission impossible. Questo ci ha imposto di "procedere con cautela"... Ai Mondiali Antirazzisti svoltisi nel 2013, a fronte di 18000 presenti , ottenemmo straordinariamente di presentare la prima versione sperimentale del gioco. Fortunosamente riuscimmo a convincere il Presidente Nazionale (in un buon momento) e lo facemmo partecipare ad una sessione.... si divertì un sacco, grazie a non so quale dio. Con un arco da 20 libbre riuscì immediatamente ad adattarsi al gioco, e da buon ex atleta iniziò a sfidare e a riempire di frecce altri colleghi che rivestivano ruoli importanti in seno al consiglio nazionale. Il basso libbraggio, collegato ai concetti di "norma" del nostro codice sulle armi è stato l'argomento che ha permesso di superare l'ostacolo principale. Personalmente sono perfettamente d'accordo con te sui libbraggi, Ma solo così si poteva iniziare.
Oliviero ha scritto:
Si dovrebbe prevedere anche la possibilità di giocare in squadra. Ciò aprirebbe anche ad una dimensione, sociale, tattica e strategica. Anche educativa, per le sinergie che si sviluppano all'interno del gruppo.
Certo. Infatti, Paolo Castelli ed il suo gruppo di lavoro piemontese stanno lavorando proprio su questo. Paolo ha un grosso trascorso in rievocazione, BOTN e arti marziali, e ha messo a punto una prima variante con una squadra allargata a spadaccini e picchieri. Naturalmente certe specifiche rispetto all'originale dovranno essere rispettate riguardo alla sicurezza. Da li' in poi, probabilmente tutto sarà possible. Ribadisco però: se non partivamo con una versione essenziale, a prova di stupido (per quello che riguarda le regole di ingaggio) e la verifica in campo pedagogico ce lo scordavamo di farcelo accettare. Il fatto che sia stato approvato da UISP ci ha aperto, nella vastità della sua offerta, uno scenario incredibile del quale abbiamo solo assaggiato il profumo.
Oliviero ha scritto:
Ci sarebbe, proprio non secondario, anche la possibilità di verificare sul campo tutta una pletora di teorie esposte dagli esperti di turno, verificando sul campo di gioco quelle che ci pigliano e quelle che no. Storici, archeologi e guru del tiro con l'arco potrebbero toccare con mano i perché e i perché no. Si potrebbe aprire anche a gente che non utilizza l'arco, ma la picca, lo scudo e la spada. In modo da lavorare insieme verso un comune risultato atteso.
Questo è un campo totalmente condiviso, ed è il "campo oscuro" che occupa molti di noi. Questo "stupido gioco" anche nella sua versione essoterica ha aperto scenari ricostruttivi di grande interesse; tanto per comprendere meglio: filmando e codificando i sistemi "vincenti" nel tirare in movimento e nell'elaborare i sistemi per evitare di essere colpiti (da sei metri di distanza la velocità della freccia è comunque tale da non essere così prevedibile) saltano fuori dati importantissimi, a corollario del semplice tirare e colpire. ancor di più la nota tattica, in cui i due componenti della squadra devono giocoforza giostrarsi, tanto da elaborare "forme" su cui insistere nell'addestramento progressivo. Stessa cosa per l'allenamento alla percezione dello spazio con la visione periferica. Ampliarla è di primaria importanza per prevenire le "aggressioni". Naturalmente è un campo molto intrigante, ma ti garantisco che senza un approccio semplificato, a (relativamente) basso numero di variabili, è molto difficile non perdersi per strada. Per iniziare questo percorso la predisposizione psicologica dell'approccio gioca un ruolo fondamentale. Abbiamo dovuto far leva su "Solve et Coagula" per ottenerlo...andando all'essenza.
04/07/2016, 23:42
Oliviero
Iscritto il: 12/06/2016, 8:06 Messaggi: 534 Località: Milano
Avete fatto un gran lavoro e non vorrei che le mie parole un po' amare avessero nascosto l'ammirazione per essere riusciti là dove noi abbiamo fallito. Personalmente ritengo che una vostra chiave importante sia stato proprio l'approccio marziale. Pratico Karate Shotokan da una quarantina di anni suonati e credo che il senso di rispetto per il compagno avversario che ti aiuta a comprendere meglio te stesso, magari anche con una bottarella, sia proprio una delle cose che con più difficoltà migra da quel mondo a questo. L'altra, che hai già ben individuato, è la preparazione atletica. Una delle cose che stupì Carlo Dalessi, quando iniziò ad insegnarmi ad utilizzare l'arco lungo, era la mia relativa facilità di adattamento ad archi di diverso libbraggio. Non era dunque una questione di sviluppare enormi masse muscolari (cosa che ancora oggi passa con fatica) quanto di utilizzare il corpo in maniera diversa. Fu lì che capimmo che era fondamentale da una parte iniziare da piccoli (del resto come si faceva), dall'altra proporre ai più grandicelli un percorso formativo atletico che si basava su lustri anziché su mesi. Usare l'arco con naturalezza già non è immediato. Continuare a farlo utilizzando quelle che tu chiami, mutuando il termine dal mondo marziale, 'forme' richiede un po' di tempo in più. C'è anche l'ostacolo dell'affidarsi. Cioè del mettersi in mano di un comandante, azzittendo il tuo cervello. Indispensabile al gruppo di arcieri da guerra e, non a caso, ai praticanti di kyudo che da quel mondo provengono. Cosa e tattica e cosa è spirito?!? Sto deviando, come sempre.
Per quanto tutto ciò possa sembrare ovvio, l'impatto con la società attuale fu devastante. La gente si aspetta di padroneggiare le cose in pochi mesi, quando non in giorni. E il nostro mondo gli va dietro, sfornando istruttori in tempi record. Il mercato è il mercato ed è quello che fa scorrere il 'mainstream'. ...Noi gli dicevamo che per fare un arciere da battaglia ci volevano cinque anni.
Siete già riusciti a far molto. Non sarò certo io a dirvi di fare in fretta. Anzi, verrò a giocare con voi!
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