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 Come veniva realizzata la corda medievale? 
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Questi giorni, mentre facevo una corda per il mio nuovo nato, mi è sorto un dubbio! Ma nel periodo medievale le corde venivano dotate di rinforzi sull'occhiello e dove viene incoccata la freccia come si ha abitudine di fare ora? Oppure è una pratica moderna?


11/02/2017, 10:23
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Ciao Rennu, a volte si ... quando e se serve. Ho notato affreschi tardomedievali con evidenti rinforzi tipo "serving" dove si incocca la freccia. Di solito però non ci sono. Personalmente aggiungo un rinforzo tipo "serving" solo all'occhiello di archi sopra le 90-100 libbre per sicurezza. Con archi di carico inferiore non mi serve nessun rinforzo. Io faccio le corde di canapa, per archi forti con quella di ottima qualità che mi è stata regalata mentre per quelli fino a 80 libbre uso il comune spago sottile che trovo nei negozi di bricolage e ferramenta che va benissimo se trattato con acqua invece che con la cera.
ciaio


11/02/2017, 18:09
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Iscritto il: 12/06/2016, 8:06
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Ciao Magin,
In effetti la stavo cercando una immagine col serving. Se la ritrovi e hai voglia, postala per cortesia.
Le corde venivano adattate al momento e la tradizione ci riporta l'uso del nodo dell'arciere, un particolare nodo a strozzo che credo al di fuori del nostro mondo viene chiamato nodo d'anguilla.
Per questo motivo, oggi come allora, noi non utilizziamo serving ai tip. Ma ammetto che anche io faccio come Magin. Sopra le settanta ottanta libbre faccio i loop e li rinforzo con un serving.
Il serving al centro lo si fa sempre ed è molto più ampio di quello che oggi viene fatto sugli archi moderni.
In primo luogo, perché è più facile centrarlo e funziona anche se si rimonta per sbaglio la corda al contrario. Una cosa che può capitare se si smonta la corda per proteggerla dalla pioggia.
Secondariamente perché, sempre al contrario degli archi moderni, il serving non serve solo a proteggere la corda dall'attrito della cocca. Esso serve anche a proteggerlo dalla battuta sul parabraccio. Frequente se si lascia il brace basso, per fare esprimere all'arco tutta la sua potenza. Il serving è quindi simmetrico rispetto al centro dell'arco e cuba una spanna.

In sunto, al centro si, agli estremi no.
Lo yumi, l'arco giapponese che deriva dalla medesima tradizione guerriera, fa altrettanto.
Spesso funzioni identiche si svolgono con identiche soluzioni tecniche.


11/02/2017, 23:39
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Quindi un serving sul punto di incocco é filologico, perché io ho sempre rinforzato le corde però non ero sicuro della filologicitá della cosa. Si mi sono accorto anche io che protegge dallo sfregamento contro il parabraccio, infatti una volta mi si ruppe una corda per questo motivo.


12/02/2017, 8:38
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Iscritto il: 12/06/2016, 8:06
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Ci sarebbe anche la questione del segnare il punto di incocco.
Ha un senso solo se hai marcato sull'arco il punto di passaggio della freccia.
Allora lo si faceva spesso.
Se lo si fa, va determinato dopo che la lunghezza della corda si è stabilizzata e il brace ottimale fissato.
In genere è alto, rispetto al takedown, questione di millimetri.
Ne va fatto uno solo di punto di incocco, come insegna la tradizione. Non due come fanno ora.
Questo perché in battaglia non hai tempo di guardare.
Le cocche sono larghe, per cui incocchi e fai scorrere la freccia fino quando non si ferma perché ha trovato il punto di incocco.

Con gli anni, le dita sviluppano la sensazione del giusto punto di incocco.
Vale a dire, quale pressione si deve sentire sulle dita.
Se non hai punto di incocco e hai incoccato male, fai scorrere automaticamente la freccia.
Questo spiega anche perché su questi archi occorre sempre la pretensione, che permette anche di fissare la freccia sulla corda anche se la cocca balla un po'.
Cocche non militari, sagomate su una corda specifica in modo da non ballare, salvano da questi problemi.


12/02/2017, 9:36
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
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due parole sul punto di incocco la ricerca del punto ottimale su archi molto grezzi e incostanti è stato un mio cruccio , per farmi un idea chiara ho addirittura usato come archi bastoni tal quale senza cioè lavorarli minimamente , la mia idea è che la mano che esegue la trazione alla fine trova guidata dall'esperienza sempre l'esatto punto di equilibrio la sola costante è l'angolo di 90 gradi e qualcosa tra la corda e l'appoggio freccia.
alla fine il punto di incocco per usura diventa facilmente riconoscibile sulla corda dopo alcuni tiri .
ed anche le strisciate sull'arco alla fine segnano il punto di passaggio .


12/02/2017, 17:20
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
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Cita:
In effetti la stavo cercando una immagine col serving. Se la ritrovi e hai voglia, postala per cortesia.


Ciao Oliviero, questa è l'unica immagine che al momento sono riuscito a trovare. Sono rappresentati arcieri borgognoni durante la battaglia di Grandson del 1476 contro gli svizzeri. Si notano bene i rinforzi delle corde. Nelle iconografie dei secoli precedenti però non si nota nessun rinforzo e non ne ho trovati per ora neanche in dipinti che raffigurano arcieri inglesi a questa immagine contemporanei. Io non lo uso mai e come dicevo a volte rinforzo solo il loop (che è uno solo alla tacca superiore perchè sotto ci va il nodo) in archi particolarmente potenti per il semplice motivo che son pigro e non mi piace fare le corde ma forse non ce n'è davvero bisogno.
Per il punto d'incocco concordo con Bac. Io non lo uso sulla corda anche perchè se usi corde di fibra naturale andrebbe cambiato a seconda dell'umidità e del tempo in cui si usa. Per questo sotto si fa il nodo.
ciao


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12/02/2017, 18:53
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Iscritto il: 07/07/2014, 9:53
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bac ha scritto:
due parole sul punto di incocco la ricerca del punto ottimale su archi molto grezzi e incostanti è stato un mio cruccio , per farmi un idea chiara ho addirittura usato come archi bastoni tal quale senza cioè lavorarli minimamente , la mia idea è che la mano che esegue la trazione alla fine trova guidata dall'esperienza sempre l'esatto punto di equilibrio la sola costante è l'angolo di 90 gradi e qualcosa tra la corda e l'appoggio freccia.
alla fine il punto di incocco per usura diventa facilmente riconoscibile sulla corda dopo alcuni tiri .
ed anche le strisciate sull'arco alla fine segnano il punto di passaggio .


ecco è esattamente ciò che faccio io..uso come punto di riferimento i segni sulla corda e per la posizione della mano un eventuale particolarità del legno.Certo se si tira di fretta viene più difficoltoso trovare il punto giusto però ci si fa l'abitudine nel trovare il punto


12/02/2017, 21:46
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Grazie Magin.
Sugli archi che uso in battaglia non lo uso neanche io.
Tiro senza guantino e, anche se capita di tirare rapidamente (non così frequentemente come si pensa) sento molto bene se le forze sono ugualmente distribuite tra indice e medio-anulare.
Aggiusto la freccia ormai automaticamente da tanti anni.
Discorso diverso se gli archi, come dicevo, vanno su di libbraggio.
Le mie dita della corda da uomo del terzo millennio necessitano di una protezione che mi levano un po' di sensibilità.
In quel caso, ultimamente, sto provando a utilizzare il punto di incocco.
Ma, attenzione, se potessi evitare il guastino, forse non servirebbe.

Ecco alcune riflessioni che voglio sottoporvi.
Dopo un po' che le usiamo, tutte le corde tendono ad assestarsied è in quel momento che impostiamo il brace corretto.
Ora, il punto d'incocco posto sopra è quello che ci viene dalla tradizione.
Sempre annodato sopra un serving piatto e uniforme.
Non solo la nostra tradizione, anche di altri archi che provengono dalla guerra.
L'arco mongolo.
L'arco giapponese.
Sempre un solo punto di incocco posto sopra la cocca legato sopra il serving.
Un caso?
Tutti questi archi, il nostro compreso, usano cocche ampie con frecce che non si incastrano sulla corda come per le frecce moderne. È certamente la cocca che può essere usata senza problemi su ogni arco, cosa fondamentale per frecce da battaglia.
Le frecce in battaglia devono andar bene per tutti.

Ora, vero che dopo poche frecce il punto di incocco si distingue chiaramente.
Ma se volessimo trovare il modo di eseguire tutto il movimento senza levare gli occhi dalla scena della battaglia?
Se ci pensate, il modo più rapido di incoccare senza guardare è proprio infilare la cocca nella corda e tirare su fino a che si blocca. I mongoli hanno addirittura escogitato una presa della freccia a sigaretta, proprio per non dover guardare.
Pollice o presa mediterranea, sempre lo stesso semplice, elementare movimento.
Da da pensare, voi che ne dite?!?
Levate serving e punto d'incocco.
Sarete impacciati, la cocca non scivolerà e alla fine...
...Dovrete abbassare lo sguardo per incoccare nel punto giusto.
Un gesto che può costare la vita.

Così non fosse.
Perché hanno tutti tradizionalmente il punto di incocco posto sopra la cocca, quando ponendolo sotto avremmo tutti un semplice e comodo appoggio per la freccia? Perché non due, in modo da avere il punto stabile, stabilito è perfettamente segnalato?!?
Ai nostri antenati piaceva forse far fatica inutile?!?!?


13/02/2017, 1:08
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Ciao Oliviero, non è per fare il "figo" ma ti assicuro che non sento il bisogno di avere un punto d'incocco per posizionare giusta la corda anche se non guardo. Sarà l'abitudine ... non so.
L'arcieria mongola e anche quella giapponese nascono a cavallo e quindi c'è una necessità forse maggiore di avere un punto d'incocco in rilievo incoccando cavalcando. Non so però se tutti lo usavano. I Giapponesi comunque potevano permetterselo visto che le loro corde da guerra erano di ottima canapa rivestita totalmente da seta e infine laccata. Anche i Mongoli pare usassero la seta che non è un materiale vegetale. Per certo l'arco di Cagaan Chad ritrovato ancora incordato dopo 1400 anni con la sua corda di seta non presenta alcun punto d'incocco. Da quello che scrivi parrebbe che tu usi corde di materiale sintetico.
ciao


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13/02/2017, 10:41
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