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 Due compositi, by Luigi Covelli 
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Località: Insubria
Interessante e impegnativo studio, grazie ad Angelo, @hawkwood e Maghin per l'impegno e la condivisione.
Credo che le tipologie di arco utilizzate per il confronto sono talmente diverse che per rendere al massimo ognuno necessità della sua freccia e del suo modo di essere aperto.
L'errore comune è pensare di costruire ed utilizzare ogni tipologia di arco in modo che si apra con aggancio alla bocca per scoccare frecce su bersagli a 10-30m di distanza ( non quelli degli obbiettivi del test).
Pre estremizzare: pensate ad esempio se al confronto aggiungessimo un kyudo, costruito come nel ormai sapete per sviluppare poche libre e ci tirassimo con esso le frecce usate per il confronto in luogo dei freccioni da più di un metro, ancorando alla bocca e senza torsioni sui polsi.....da 300m di gittata previsti per questo arco arriverete prenso poco sopra i 60m.
La mia insegnante di latino diceva"ognun di voi sia ben persuaso che concorso in genere numero e caso" per gli archi sarà la stessa cosa?


01/04/2017, 10:40
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I risultati presentati sono un assaggio.
Certo che ci va la shooting e certo che vanno fatte più prove uguali, eseguendo una media pesata.
Il numero secco senza una deviazione standard ci dice ben poco.
La prova inoltre è un po' viziata.
Sono convinto che il composito avrebbe fatto una migliore figura con frecce meno 'favorevoli' all'arco lungo.
Jeval ha buttato lì una frase che pesa di più del complessivo numero di parole impiegate e i turchi erano grandi flight shooter.
...Marco, continui ad avercela con gli infedeli?!?

Scherzo, grazie per l'assaggio.


01/04/2017, 11:03
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Oliviero, non ce l'ho mai avuta con gli infedeli...

Al di là delle battute, alcune considerazioni da parte di chi "era sul campo":

1) la prima prova partiva dal presupposto di usare le stesse frecce (vedi immagine sopra, le due sulla destra) con archi diversi MA PORTATI AL MEDESIMO ALLUNGO
2) l'arco composito l'ho teso IN ENTRAMBE LE PROVE, AL MEDESIMO ALLUNGO, quello massimo consigliato dal costruttore
3) nelle prove del tiro a distanza (vedi immagine sopra, le tre frecce sulla sinistra, diverse per impennaggio, peso e lunghezza dalle altre due) l'allungo degli altri due archi (olmo e maggiociondolo) era il massimo a me possibile (non sono un giovanotto, ho superato i sessanta e non ho muscolatuira poderosa, nonostante la mole). Debbo segnalare che l'arco in maggiociondolo ad un certo punto della tensione si bloccava e non mi consentiva di andare oltre (si dice andava in stack, mi pare)
Ho provato a fare qualche calcolo per ponderare le prestazioni in rapporto ai libraggi e al peso delle frecce ma non so se siano utili, a causa della mancanza, soprattutto, ma non solo, di una shooting machine
E' mia intenzione ripetere entro l'anno l'esperimento, possibilmente con gli stessi archi, se ancora "vivi" e con più rigore, tenendo in considerazione le opinioni di chi qui commenta questo, come giustamente dice Oliviero, "assaggio"

Intervenite numerosi, siate severi nelle critiche (e prodighi nei consigli)


01/04/2017, 13:27
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
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Cita:
L'errore comune è pensare di costruire ed utilizzare ogni tipologia di arco in modo che si apra con aggancio alla bocca per scoccare frecce su bersagli a 10-30m di distanza ( non quelli degli obbiettivi del test).


Completamente daccordo Manx. La faccenda nasce però da qui :

Cita:
Da un punto di vista pratico mi dicevi che tira meno lontano di un rozzo arco di olmo che hai provato per comparazione a parità di libraggio (anzi, se il composito è 60# come mi sembra hai detto, quello di olmo è ca 50). Oltretutto è un arco di tipo ottomano del tipo di quelli utilizzati per il tiro di gittata. Ora pensando al lavoro che c'è dietro viene da chiedersi fino a che punto sia conveniente costruire un arco composito di basso libraggio. Ne avevo discusso anche con F. Alessi che penso sia uno dei massimi esperti di archi ottomani ed anche lui conveniva che sotto certi libraggi (ca 40/45) è più efficiente il legno semplice. Ma sarbbe interessante approfondire il discorso sul piano sperimentale.


ora e lo ripeto, nonostante tutti i limiti dell'esperimento, parrebbe che in effetti potrebbe anche essere così ...

la cosa è comunque interessante


01/04/2017, 14:06
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Oliviero ha scritto:
Per una serie di questioni che annoiano molto i lettori ma sostanzialmente legata alla maggior velocità di chiusura, il composito a basso libbraggio potrebbe essere sfavorito con frecce pesanti.
Fate la prova usando frecce di diverso peso.


Il nostro arco lungo non funziona altrettanto bene con frecce leggere.
Rende meno.
La freccia leggera, a torto, non viene considerata 'medievale' per via del suo basso stopping e killing power.
Si tratta di un errore.
Le frecce possono essere utilizzate per segnalazioni o per messaggi, qui conta che viaggino non che fermino.
Esistono anche situazioni di guerra particolari, come l'imboscata o l'azione di spionaggio, dove una freccia veloce, silenziosa e precisa (oserei dire invisibile) ha un suo valore specifico.
Per questo il nostro antenato usava aste con geometrie diverse.
Come ho già detto in più di un'occasione, arco possente, freccia di un etto e mano all'orecchio che strappa non esauriscono l'ampio bagaglio richiesto all'arciere del passato.
Quell'arciere doveva anche essere preciso e la precisione era una dote MOLTO apprezzata.
Temo che con una freccia leggera, fatta per galleggiare nell'aria, il nostro affezionato bastone andrà in difficoltà rispetto al cugino più elaborato.
Ci vorrebbe anche un arco di Francesco, oltre che quello di Luigi.


01/04/2017, 18:17
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Cita:
La freccia leggera, a torto, non viene considerata 'medievale' per via del suo basso stopping e killing power.
Si tratta di un errore.



di frecce da gittata doppia e solenarion si è parlato da qualche parte sul forum , altrochè se non è medievale, ed anche di epoca romana , la si ritrova fino in corea , però non voglio qui dilungarmi ed inquinare la discussione su due compositi .

cercando un po non sarà difficile ritrovare quella discussione
key word : solenarion , siper


01/04/2017, 18:25
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
Messaggi: 2594
Cita:
Il nostro arco lungo non funziona altrettanto bene con frecce leggere.
Rende meno.
La freccia leggera, a torto, non viene considerata 'medievale' per via del suo basso stopping e killing power.
Si tratta di un errore.
Le frecce possono essere utilizzate per segnalazioni o per messaggi, qui conta che viaggino non che fermino.
Esistono anche situazioni di guerra particolari, come l'imboscata o l'azione di spionaggio, dove una freccia veloce, silenziosa e precisa (oserei dire invisibile) ha un suo valore specifico.


mmmmm ... siamo proprio sicuri? e poi ... mi permetto di aprire una parentesi ... si parla spesso di archi e frecce medievali facendo riferimento esclusivamente ad archi e frecce di tipo tardo-post medievale (tipo Mary Rose per intenderci) e allunghi all'orecchio ma tutti i secoli "medievali" precedenti? tra l'XI e il XIII secolo ad esempio le fonti fanno pensare a frecce relativamente corte (tra 55 e 70 cm) con punte "da guerra" molto sottili e leggere. Anche gli archi erano relativamente corti o comunque, anche se lunghi, costruiti in maniera da poter scagliare frecce "corte" con efficacia e non mi dilungo oltre. Il fatto è che probabilmente la realta arcieristica in Europa era così variegata e le fonti in nostro possesso così scarse che è un grosso errore identificare genericamente come "medievale" solo l'arco usato dagli inglesi alla fine del medioevo.

cito prima di chiudere solo un esempio:
in un deposito di Schloss Haubsburg (CH) sono state trovate due aste da freccia risalenti tra la fine del XIII e il XIV sec, lunghe 64,5 e 62.8 cm e pesanti 22,4 e 25,9 gm.


01/04/2017, 19:27
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Prova Magin.
Ti accorgerai che l'arco monolitico ( o monoxilo, come dicono i colti ) quando la freccia comincia ad alleggerirsi è meno capace di trasferirle energia. Questo avviene anche per il composito, ma in misura molto minore. Lui è più efficace.
Fondamentalmente, questo è il motivo per cui gli archi moderni sono tutti in qualche modo compositi.

Invece concordo in maniera piena sulla parentesi che apri.
Si pensa che l'arco medievale sia l'arco inglese, mentre da Oetsi in avanti abbiamo un'incredibile varietà di archi.
Talvolta di diverse dimensioni.
Talvolta contemporanei tra loro.
Talvolta con usi complementari.
Talvolta che necessitano di tecniche di utilizzo diverse che passano dall'ancorare al petto fino all'orecchio ( e chissà che non si trovi anche qualche arco da tendere coi piedi ).
Talvolta con Metodi e strumenti precisamente descritti su qualche manoscritto cui nessuno da più importanza (perché non lo capisce e lo ritiene una farneticazione ).

Certo, gli Arcieri nel Tempo hanno rotto le scatole a tutti con l'arco inglese da oltre cento libbre.
Ma questo dipende dal fatto che, fino a dieci anni fa, quello che noi dicevamo era considerato pura pazzia.
Una donna non poteva tirare oltre le trentacinque/quaranta libbre... ma quando mai!!!
Poi sono arrivati Gibbs e Stretton e di colpo non siamo stati più degli imbecilli.
Certe cose, evidentemente, se non c'è le dicono dall'estero sono meno vere.

Anche qui, come sempre, la chiave è provare.
Solo in questo modo ci si rende conto che tirare ad un piccione, ad un fagiano o ad una lepre, non ha niente a che fare con il tiro che si fa all'essere umano e si richiedono archi e frecce diverse. Così come altrove ho già detto che tirare ad un essere umano che sta alla stessa distanza di una lepre richiede una tecnica diversa rispetto allo stesso bersaglio che sta ad oltre un centinaio di metri. Il coniglio non ha l'abitudine di staccarti la testa con la spada.
Troppo spesso si parla senza aver provato sul serio, per un sufficiente periodo di tempo e conseguendo un qualche risultato.
Facciamo perciò solo teoria.
Siamo schiavi di una società iperspecializzata che appiattisce la realtà multidimensionale ad un arco, una freccia, un bersaglio, uno scopo (generalmente agonistico).
E in questo momento, generalmente, che la tristezza mi assale, vedendo come la ricchezza della tradizione arcieristica viene spogliata della sua profondità e della sua cultura.

Ben vengano, allora, gli interessanti esperimenti UISP di Piacenza.
Forse un po' meno reali (ma anche opportunamente meno pericolosi) di quelli che abbiamo fatto noi in questi vent'anni. Ciononostante, in grado di costituire un primo banco di prova indiscutibile per tante teorie.
Scommettiamo che non passano due anni prima che scoprano che quel tiro con l'arco che fanno è in realtà uno sport di squadra?!?


01/04/2017, 21:39
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Iscritto il: 09/12/2010, 22:17
Messaggi: 188
...."Così come altrove ho già detto che tirare ad un essere umano che sta alla stessa distanza di una lepre richiede una tecnica diversa rispetto allo stesso bersaglio che sta ad oltre un centinaio di metri. Il coniglio non ha l'abitudine di staccarti la testa con la spada."


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01/04/2017, 21:54
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Iscritto il: 12/06/2016, 8:06
Messaggi: 534
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Ahahahahahahahahah...
È proprio così, pensi di aver finalmente trovato la quadra... ed ecco che salta fuori il salterio.


01/04/2017, 23:20
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