Come sai usiamo il dacron (davvero poco medievale ma, come dice Tullia, nelle nostre "battagliole moderne" elimina tutta una serie di problemi che hai già citato in dettaglio. Se poi gli dai un po' di stick di silicone, risparmi davvero un sacco di tempo e denaro, ma certo il materiale non ha lo stesso fascino).
Il punto è che anche il sintetico purtroppo si assesta.
E non vale solo per le dieci/dodici fili, ma anche per quelle che vanno oltre i venti.
Tipicamente, la corda si allunga dopo un po' che la usi e hai la necessità di accorciarla un ciccinino.
Ora, a dirla tutta, personalmente preferisco avere due archi con la corda già assestata anche sull'arco di riserva (ceda corda o arco, chi se ne importa, ho la riserva già pronta all'uso).
Ma parlo da arciere moderno, in termini medievali "ricco".
Anche il gruppo è "ricco".
Abbiamo talvolta degli archi in riserva, già incordati e con la corda stabilizzata da un po' di tiri.
Pronti all'uso, solo da tendere.
Poniamoci però il problema del nostro antenato.
Caso uno.
Cede la corda.
Ok. Ho una corda di riserva.
Diciamo pure che l'ho già bell'e che annodata e c'ho fatto anche un centinaio di frecce, in modo che si sia assestata (troppe di più no, se no va a finire che non è più una corda nuova e "sicura").
La metto pure sotto l'elmo, così che se piove non piglia pericolosa umidità.
Pare che a Crecy sia andata più o meno così, ...mentre sostituire la corda alle balestre non era nella mentalità dei mercenari genovesi, che l'anno pagata. ...Del resto, vivere sull'atlantico non è come vivere in riviera ligure. Per quegli arcieri, l'acqua dal cielo era una compagna quotidiana.
...Insomma, ne più ne meno di quello che consigli tu.
Ma se, caso due, si rompe l'arco?
Non credo sia proponibile preparare tutti gli archi in dotazione, assegnandogli una corda e rodandola per un po'.
Sarebbe lungo e soprattutto molto costoso in tempo e denaro.
Non è infatti detto che si abbia a disposizione corde per tutti gli archi.
Inoltre, una volta montata, la corda comincia a logorarsi.
Dovresti poi tenerla sull'arco come si fa oggi... per mesi magari... e quando riprendi l'arco, la corda non è più quella di prima.
Oppure lasci un gruppo di militari incaricato di verificare ciclicamente che arco e corda assegnata sia a standard?!?
Per tutti gli archi di riserva?!?!?
Cambiando le corde che coi mesi si logoravano irrimediabilmente e inutilmente?!?!?
Troppo tempo e denaro necessario.
Un esercito magari è in marcia forzata per intere settimane... come fai a controllare centinaia, migliaia di archi con la loro bella corda prefissata.
Per non parlare del numero di corde necessario...
L'unica è proprio tenere le corde ben conservate all'asciutto in qualche barile a tenuta (magari già stabilizzate, avendogli attaccato qualche peso dopo la costruzione), per accoppiarla all'arco SOLO quando serve davvero.
Sappiamo per certo che c'erano arcieri con diversa abilità e capacità.
Ho letto da qualche parte che i soliti superprofessionisti inglesi avessero addirittura tre livelli di arcieri e di archi, con paghe corrispondenti alla forza e alla precisione dell'uomo assoldato.
Arco rotto - arco nuovo, adatto per quell'arciere.
Corda vecchia o nuova, dipende dalla lunghezza del nuovo arco e dallo stato della vecchia corda, se non è volata da qualche parte assieme a un pezzo di flettente.
Quindi, devi avere una qualche metodologia che ti permetta di prendere l'arco, legarci la sua corda, e via.
Pronto al primo colpo, via di un assestamento minimale per l'allungo naturale dopo le prime cinquanta/cento frecce.
(Se la corda non sta in tensione per tanto tempo, l'aggiustamento minimale non lo sfuggi).
Ora io non dico che facessero come noi.
Come sempre, noi abbiamo avuto un problema, lo abbiamo affrontato e risolto.
Dico però che il tradizionale termine fistmele c'è lo tiriamo dietro da mezzo millenio e più.
Se ha un senso chiamarci arcieri "tradizionali", forse una qualche domanda sulla tradizione varrebbe la pena di porcela.
Oppure, possiamo sempre pensare che organizzassero tutto in estremo dettaglio (a partire dal reperire il legno giusto, per finire alle migliori geometrie delle cuspidi) e poi, al momento del dunque... beh, andassero a casaccio, che tanto di regole fisse non ce ne sono.
Certo che un pugno col pollice alzato te lo porti sempre dietro.
La squadretta o il righello con le misure magari te li dimentichi in tenda.