regolazione brace height nel medioevo
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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Si ma non hai ancora risposto alla mia domanda : Cita: Una domanda però mi sorge spontanea ... usate lo stesso "brace" sia in inverno a 7 gradi sotto zero che in estate dopo magari ore sotto il sole? o in una giornata secca piuttosto che una di pioggia battente? va be che usate corde sintetiche ma ...
questa discussione nasce da una domanda ben precisa (non dimentichiamolo) di Rennu che chiede informazioni su come incordare l'arco. Ora che voi abbiate archi simili per soddisfare esigenze "belliche" particolari e che usate un sistema ad essi adatto e in qualche modo standardizzato è una cosa ma non credo possa essere l'indicazione migliore (e sicuramente non l'unica) per far comprendere qual è il corretto sistema di incordare una arco qualunque forma esso abbia. Calcolare semplicemente la distanza tra corda e arco è una cosa che credo derivi dall'uso moderno di utilizzare squadrette con archi moderni, di materiali non soggetti a particolari variazioni al contrario di quelli "naturali".
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12/07/2017, 10:08 |
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bac
Iscritto il: 26/02/2011, 11:43 Messaggi: 2674
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Cita: Calcolare semplicemente la distanza tra corda e arco è una cosa che credo derivi dall'uso moderno di utilizzare squadrette con archi moderni, di materiali non soggetti a particolari variazioni al contrario di quelli "naturali". gli arceri antichi tuttavia erano bravi lo stesso per via delle molte ore di esercizio; io ho notato che regolando il brace ad una certa altezza ad archi tosti da 100 libbre posso evitare la frustata della corda sull'avambraccio , vi risulta una possibilità del genere ?
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12/07/2017, 12:04 |
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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Cita: io ho notato che regolando il brace ad una certa altezza ad archi tosti da 100 libbre posso evitare la frustata della corda sull'avambraccio , vi risulta una possibilità del genere ? ciao Bac, certo che è possibile ... dipende semplicemente dall'altezza del "brace". Con brace basso la corda ti sbatte giù vicino alla mano, con uno più alto più indietro, con uno più alto ancora non ti tocca proprio il braccio. Non sempre infatti serve il parabraccio, dipende dall'arco che stai usando, indipendentemente dal suo libraggio.
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12/07/2017, 14:03 |
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Oliviero
Iscritto il: 12/06/2016, 8:06 Messaggi: 534 Località: Milano
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Fondamentalmente usiamo lo stesso brace d'estate, d'inverno, al sole e sotto la pioggia. Il sintetico non è stato scelto per caso. Non ho esperienza significativa ""sottozero". (So che è poco "guerriero", ma sottozero il tasso resta a casa al caldo. Per uscire, dobbiamo essere qualche grado sopra perché il legno irrigidisce parecchio e sento che la risposta non è quella che dovrebbe essere. Scaldarlo sfregandolo, serve a poco se fa molto freddo). Col caldo, invece, non registro particolari problemi.
Per quanto riguarda la "miglior" regolazione, non c'è dubbio che quella del fistmele è approssimativa. Bisogna però anche capire cosa vuol dire "miglior". Non esiste una "miglior" regolazione in assoluto, se non in relazione all'obiettivo. Ora, le questioni di cui vado a parlare credo che non interesseranno a molti, ma visto che chiedete...
Scegliere se "arrotolare" o "rifare il nodo" è una questione di quel che vuoi ottenere. Una prima considerazione è legata alla velocità. Più leggera (fine) è la corda, più le frecce sono veloci. Arrotolare eccessivamente una corda non va bene perché tende a rallentare le frecce, per cui, in quel caso, il nodo va rifatto e punto. All'altro estremo c'è il problema della scanalatura della cocca. Al contrario di quanto accade nell'arco sportivo la cocca non deve essere troppo ferma. Ma neanche troppo mobile. Se per caso hai impugnato l'arco più in alto del solito, ad esempio, non sei allineato e lo senti in fase di pretrazione (ne parlo poi). In quel caso, aggiusti automaticamente il punto di incocco alzando leggermente la cocca sulla corda. ...Quando la freccia è già incoccata e stai attendendo il comando per tirare, non puoi aggiustare la mano sull'arco, rischiando di far cadere la freccia. Devi agire per forza facendo scivolare leggermente la cocca, che non deve essere incollata alla corda. Per questo motivo, se volete mettere un punto di incocco, valutate bene e comunque mettetene uno solo in modo da non vincolare mai completamente la freccia, lasciando un minimo di gioco. Perciò, no alla corda troppo cicciotta che ferma la cocca. Al contrario, una corda troppo sottile, corre il rischio di far ballare eccessivamente la freccia. Anche se sei capace di reggerla bene con indice e medio. Va dunque da sè che "troppo fine" non va bene. La freccia esce con una spinta non omogenea facendola mancare di precisione. Negli archi moderni, le cocche sono fatte in modo da dare quel "click" sulla corda che garantisce la tenuta. La cocca intagliata, invece, non fa lo stesso servizio. Tenete poi in conto che una freccia da guerra deve avere una cocca sufficientemente larga da adattarsi a tutte le corde. Se si srotola troppo, il nodo va rifatto.
Noi stendiamo il serving e tendiamo a farlo quando abbiamo trovato la lunghezza giusta della corda, col giusto spessore. Se la corda è nuova, facciamo anche qualche freccia per assestarla. Quando mettiamo il serving l'eventuale ulteriore assestamento non scala oltre il buon senso (qualche millimetro). Quindi qualche piccola regolazione (arrotolando o rifacendo il nodo) non lo sposta più significativamente dal punto di incocco. Il serving va steso "lungo" sugli archi da guerra. Una buona spanna e soprattutto sulla parte sotto l'incocco. Tendenzialmente, i nostri archi con la nostra tecnica non fanno mai battere la corda sull'avambraccio. Questo è fortemente voluto, anche perché la battuta sull'avambraccio può essere foriera di imprecisioni sulla freccia. Il "serving lungo" serve, COMUNQUE, proprio per evitare che la corda possa rovinarsi nel battere sull'avambraccio, anche se non dovrebbe farlo. Il serving non serve solo a proteggere dai graffi della cocca sulla corda, come pensa chi tira solo col takedown.
Il brace può essere abbassato o alzato in base alle necessità di tiro. Un certa sensibilità permette di far capire all'arciere se nell'arco diventano eccessive le vibrazioni, a mano a mano che si allunga la corda e si abbassa il brace. Se si prevede di tirare principalmente a parabola e all'orecchio, il brace può essere abbassato soprattutto con gli archi che hanno basso libbraggio, ma anche con gli altri. Una volta ho fatto una manifestazione in cui dovevamo tirare da una parte all'altra dell'Adda. Brace basso e in due ci siamo arrivati. Consiglio però di adottare questo sistema solo a chi ha già una certa praticità, perché così l'arco si sfrutta molto di più. Il molto non deve diventare troppo. Un brace basso come quello mostrato da Magin sul suo arco deflesso io non lo userei per paura di far lavorare troppo i flettenti. Ma è una mia considerazione personale, che va a ovvio svantaggio della maggior velocità che un arco con quella geometria è in grado di sviluppare.
Al contrario il brace di alza se si vuole guadagnare in precisione. Questo trucchetto lo racconta già Ascham, quando dice di alzare il brace di un paio di dita rispetto all'impennaggio. Ora, considerando che l'impennaggio occupa fondamentalmente un fistmele, non occorre un'aquila per capire che Ascham sta dando indicazioni a chi vuole guadagnare in precisione, perdendo un minimo di velocità e potenza complessiva. In un certo senso, il tiro da guerra sta per morire e sta per nascere l'arco sportivo. Ora, Ascham suggerisce di alzare il brace per liberare l'arco dalla penna già in fase di incocco, anche per rendere il movimento di apertura più fluido e senza scalini. Questo avviene anche nel tiro da guerra con la pretrazione, cioè, quando hai incoccato e prendi la corda, automaticamente si realizza una leggera tensione a livello dei muscoli della colonna vertebrale mentre le braccia entrano in posizione, lasciando le spalle rilassate e i gomiti e gli avambracci già in posizione. Questa leggera pretrazione esercitata sulla corda, "libera" ugualmente l'arco dalle penne anche con il brace esattamente di un fistmele o più basso. Insomma, in guerra si può tirare con un brace sotto il fistmele senza perdere in precisione, se si sa come fare. Un brace troppo alto leva però potenza alla freccia. Lo si distingue chiaramente perché con frecce pesanti aumenta molto la parabola già a 25 - 30 metri. Questo porta l'arciere a mancare di precisione anche da vicino, quando in genere ci prende senza troppi problemi. Quindi anche qui, attenzione ad esagerare, perché si ottiene l'effetto opposto rispetto a ciò che si cercava. Il peso della freccia ha un ruolo determinante.
Insomma, avrete capito che Magin mi ha portato dove voleva lui. Cioè a dire che le regole sono un aiuto ma impongono dei limiti. Tali regole, una volta fatte proprie, possono essere superate se il limite diviene un ostacolo. Non è così solo per il brace.
Ora ho confuso ben bene le idee a chi chiedeva indicazioni, ma pace...
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12/07/2017, 14:27 |
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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Cita: Ora ho confuso ben bene le idee a chi chiedeva indicazioni, ma pace...
mi sa che è così ... tutto molto interessante ma alla fine ... tutto molto "standardizzato", dalle corde sintetiche alla forma degli archi alle condizioni meteorologiche, al libraggio (mi piacerebbe veder tirare con un arco da 120 libbre e un brace di 17 cm o meno senza che la corda tocchi il braccio. parlo dello stile di tiro ovviamente) e con un arco fortemente deflesso (che significa che segue molto la corda, ben più di quelli a cui sei abituato) come ti comporteresti? o con uno estrememente lungo (nella M.R. ad esempio ce ne era uno lungo 235 cm ma con un puntale spezzato) o con uno dalla geometria diversa da quella che usate voi ecc ecc
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12/07/2017, 16:41 |
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hawkwood
Iscritto il: 21/01/2014, 14:09 Messaggi: 295 Località: Segrate (MI)
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Dibattito interessantisimo, perchè, secondo me, affronta in modo concreto (ma anche teorico) un problema che ogni arciere ha se deve gestire un arco in legno. Dico la mia a partire dalla mia recentissima esperienza di costruttore d'archi. Ne ho costruiti una quindicina e, per provarli, ho dovuto incordarli e decidere la lunghezza della corda. Sono partito dal fistmele ma, il più delle volte non ha funzionato. Vero è che, da principiante, ho realizzato archi un poco storti (ma in parte, credo, è dipeso dal legno dal quale sono partito, storto di suo). Aggiungo qualche immagine di alcune di tre questi archi per rendere l'idea. Inoltre, non solo il fistmele non andava bene, ma durante il test per verificare l'efficienza degli archi, sono dovuto ancora intervenire per allungare od accorciare la corda. Questo problema non l'avevo avuto in precedenza, quando acquistavo archi da altri; mi bastava il fistmele. Sono curioso di vedere cosa accadrà, quest'inverno, con questi archi, se li avrò ancora con me; cioè se dovrò modificare la lunghezza della corda oppure no...
Le immagini, nell'ordine: a) olmo b) olmo c) tasso
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12/07/2017, 17:56 |
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Oliviero
Iscritto il: 12/06/2016, 8:06 Messaggi: 534 Località: Milano
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@Magin, Non per fare a tutti i costi il modesto, ma onestamente credo che nell'esercito inglese sarei a malapena entrato nella terza categoria (quella degli scarsi). Ho già i miei bei problemi con gli archi standard, figurarsi con i maragnani della Mary Rose. Quando avrò risolto i miei problemi con questi più semplici, magari passerò a quelli che dici tu. Anche perché, detto molto terra terra, io tiro con l'arco per divertirmi, non per farmi del male. ...E per fare tutto quello che ci faccio, l'arco che uso deve essere facile. Possono essere facili gli archi della Mary Rose? Certo. Prendi mille ragazzini. A sette anni gli metti in mano l'arco è poi li fai crescere tirando tutti i giorni. Ai più bravi e dotati, gli dai un arco più pesante e frecce più pesanti. Tra questi prendi i più dotati e gli dai un arco più pesante e frecce più pesanti. ... Dopo vent'anni, ne sono rimasi cinque pronti per salpare per la Francia. ...beh, non è stato esattamente quel che c'è scritto oggi sul mio curriculum. Non è nemmeno ciò che c'è scritto sul curriculum di tanti giovani inglesi che hanno riscoperto il Warbow e ci tirano come se facessero sollevamento pesi. Poi ci raccontano che con quegli archi è impossibile essere precisi. Si leggano come si allenavano i loro padri... Comunque, alla prima ci proviamo. Succederà quel che è già capitato. Se l'arco va al di là delle mie capacità, te lo dirò. ...Perché se ci devo tirare comunque, è facile che ti perdo un'altra punta fatta a mano, perché vado fuori bersaglio da dieci metri, come è capitato due anni fa a Piacenza. (Ancora sorry!)
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12/07/2017, 21:45 |
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Rennu de Arbaree
Iscritto il: 07/07/2014, 9:53 Messaggi: 197
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Veramente interessante tutto quanto letto! sarebbe bellissimo poterne parlare di persona e farsi qualche tiro assieme! Tornando al discorso principale, mi sono ritrovato in moltissime affermazioni e devo dire che avevo visto bene nonostante la mia poca esperienza (tiro e faccio archi da 4 anni!) .La questione corda arrotolata vs rifare il nodo è una cosa che ho capito da solo ,dato il vizio nella mia compagnia di arrotolare la corda in modi assurdi dei più "esperti"! (io preferisco rifare il nodo), come del resto la questione cocca stretta che io non ho mai fatto ma ho sempre preferito un leggero gioco. Io con le prove che ho fatto ritengo il giusto brace per ogni singolo arco quando questo durante il rilascio emetta un suono cortissimo e cupo dalla corda e non dia vibrazioni alla mano, poi non so se sbaglio ma io lo regolo anche a sensazioni.
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15/07/2017, 16:28 |
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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Cita: Io con le prove che ho fatto ritengo il giusto brace per ogni singolo arco quando questo durante il rilascio emetta un suono cortissimo e cupo dalla corda e non dia vibrazioni alla mano, poi non so se sbaglio ma io lo regolo anche a sensazioni. ciao Rennu, mi sembra che hai trovato il sistema da solo ... in verità è molto più semplice da fare che da spiegare.
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16/07/2017, 9:44 |
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