Urgnano 2017 - L'arciere militare medievale, oggi
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hawkwood
Iscritto il: 21/01/2014, 14:09 Messaggi: 295 Località: Segrate (MI)
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19/07/2017, 10:09 |
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hawkwood
Iscritto il: 21/01/2014, 14:09 Messaggi: 295 Località: Segrate (MI)
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19/07/2017, 10:25 |
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jeval
Moderatore
Iscritto il: 30/06/2010, 13:12 Messaggi: 2433 Località: pozzo della ignoranza
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hawkwood ha scritto: .........Speriamo di avercela fatta........
Ottimo, gli ultimi due link funzionano se non hai problemi cancello quelli non funzionanti.
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19/07/2017, 12:08 |
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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(belli i tassi sullo sfondo) se quello che fa il dito è del vostro gruppo non ha studiato bene ... gli Inglesi lo facevano con due ... ciao
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19/07/2017, 12:16 |
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Oliviero
Iscritto il: 12/06/2016, 8:06 Messaggi: 534 Località: Milano
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Magin, Antichi dissapori che il tempo non ha ancora completamente lavato via...
Marco, Non ho trovato le foto che cercavo. Ti sei concentrato sugli arcieri, mentre quello che cercavo era l'effetto delle frecce. Provo ugualmente a descrivere come è andata da dentro. Premetto che comandavo il tiro dalle mura.
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I punti salienti sono, dopo il primo assaggio dei difensori arrischiatisi lontano dalle mura, la fanteria attaccante che avanza a schiera compatta, vanificando qualsiasi freccia. Diretta o a parabola che sia. Qui interviene la macchina da guerra che cerca di aprire varchi tra gli scudi. In sincrono con le macchine da guerra, il tiro comandato da me degli arcieri, che cercano appunto eventuali varchi creatisi. Siamo a cinquanta-sessanta metri, per motivi di spazio scenico, ma ciò potrebbe svolgersi tranquillamente dai cento ai cinquanta. Anche se lo scopo non è quello di decimare un avversario ben disciplinato, l'effetto è per lo meno di rallentare l'avanzata dell'attaccante, coprendo la ritirata della propria fanteria. Un capitano attaccante attento, qui avrebbe dovuto cominciare a sentire puzza di bruciato. Quella sortita lontano dalle mura forse non era l'azione imprudente di un difensore sprovveduto. Da posizione sopraelevata, quindi tatticamente favorevole (idealmente le mura del castello), l'operazione di copertura avviene facilmente, senza rischiare vittime di fuoco amico. Il capitano difensore ha portato il nemico sotto tiro della sua artiglieria, nei tempi e nei modi da lui desiderati.
Il cuneo della fanteria in prossimità delle mura. Tattica stranota, con voluto effetto di spezzare la linea compatta di scudi degli attaccanti. Allo stesso tempo, il cuneo protegge gli arcieri al suo interno, permettendo un tiro mortale a distanza molto ravvicinata. Da lì, con un minimo di sangue freddo e fiducia in chi ti protegge, non sbagli. La tecnica funziona anche su una carica di cavalleria. Froisart ne descrive una versione con pali, anziché con picche e pavesi, proprio ad Azincourt. Qui abbiamo però assistito ad un attacco perfetto. A comando, le ali si sono aperte in bell'ordine (i miei complimenti all'addestratore dei fanti) senza lasciare il minimo varco alle frecce. (Questa foto era da fare!!!) La difesa a cuneo alle mura, quindi, non sortisce l'effetto desiderato di destabilizzare l'avversario che prepara un attacco simultaneo sui due lati del cuneo. Il capitano attaccante risponde cioè con le dovute contromosse, vanificando il cuneo e preparando una sorta di pressa tritacarne.
A questo punto, l'azione vincente. Il capitano dei difensori chiede l'attacco incrociato degli arcieri di terra al centro del cuneo e di quelli delle mura simultaneamente SOLO sull'ala a sinistra dello schieramento difensivo. Qui il tiro è diretto e violento. Nella realtà pensò potesse spingersi ben oltre i venti venticinque metri di Urgnano. Certamente fino a quaranta mentre a cinquanta avrebbe perso parte importante dello smalto, per mancanza di violenza e precisione. Ancora la fanteria attaccante dell'ala sinistra risponde a dovere, chiudendosi a riccio sul fuoco incrociato. Ma non è sufficiente. Le rapide bordate degli arcieri inchiodano, di fatto, a terra metà delle forze di attacco. Facile, quindi, la manovra a tenaglia sull'altro ala, rimasta in netta inferiorità numerica. ...Chi di tenaglia ferisce, di tenaglia perisce, verrebbe da dire!
Chiuso il massacro a destra, il capitano difensore ordina la sospensione del tiro degli arcieri, per concentrarsi sull'ala superstite, ormai incapace di sostenere un attacco. La rotta degli attaccanti è facilmente prevedibile.
Come avrete certamente capito, la strategia del capitano difensore si basa tutta sul vantaggio ottenuto con una serie di manovre tattiche che vedono l'utilizzo coordinato di macchine ed arcieri (artiglieria che manca all'attaccante) con la fanteria pesante cui viene lasciato, di fatto, il lavoro di "macelleria". Gli arcieri non fanno vittime (o ne fanno poche). Nonostante ciò, il loro apporto è fondamentale per ottenere quel 'divide et impera' su cui il capitano difensore ha puntato tutto. Per questo ha portato il nemico a ridosso delle mura.
Realizzare una sortita da un castello, con un nemico più numeroso, è certo un rischio. Calcolato, tuttavia, e in grado di evitare un lungo assedio che certamente la popolazione avrebbe pagato a caro prezzo. Grazie ad arcieri e macchine.
Ora, lasciate un momento da parte il gioco di finzione inscenato. La parte ludica è inscindibile dalla simulazione. Trovate qualche informazione che può aiutarvi a comprendere maggiormente cosa vuol dire usare un arco da guerra? Gli Arcieri nel Tempo pensano di si.
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20/07/2017, 1:46 |
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hawkwood
Iscritto il: 21/01/2014, 14:09 Messaggi: 295 Località: Segrate (MI)
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20/07/2017, 15:50 |
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Oliviero
Iscritto il: 12/06/2016, 8:06 Messaggi: 534 Località: Milano
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Nessuno ha più risposto. Probabilmente, perché non è semplice capire quali cose insegnino questo tipo di manifestazioni. Molti certamente comprendono che provare ad utilizzare un arco in condizioni analoghe può dare qualche informazione tecnica e storica che altrimenti non sarebbe dato avere. Ha ragione, ma non è questo il vero punto. Tirare storicamente con l'arco non è solo questione di avere in mano un arco storico o di utilizzare una tecnica corretta e coerente con l'uso. Facendo così si studia l'arco che è solo metà del binomio. L'altra metà è l'arciere.
Cosa significa avere di fronte un uomo cui tirare una freccia? Un uomo più forte di te. Cosa ti scorre dentro, sapendo che puoi mandare quella persona all'ospedale con lesioni serie? Quale potere ti mette in mano un arco? Ora pensate che quella persona che avete davanti è la persona che regola la vostra vita. Un amministratore delegato, il vostro maggiore e più ricco cliente, qualcuno che appartiene ad un gruppo di poche persone elette che, nella normalità, decidono della tua vita quotidiana. Della tua quotidiana schiavitù. Della tua morte. Della tua famiglia.
Beh, l'arco storico fu questo. L'arco storico medievale mise nelle mani del contadino la vita del signore del feudo. Diede al servo della gleba diritto di vita o di morte sul suo padrone. Permise ad un uomo che non valeva niente, come dice Sordi nel Marchese del Grillo in modo assai più colorito, di capire che valeva tanto quanto chi decideva di lui. Che lo proteggeva, perché senza la sua spada sarebbe stato alla mercé di chiunque, che lo vessava con leggi e tasse, per vivere poi alle sue spalle. Trattandolo come una pezza da piedi.
Di colpo, i ruoli si invertono in un carnevale nient'affatto burlone e lo schiavo diviene signore. Il giullare diventa re.
Rischiare la vita sul campo di battaglia con l'arco in mano, portava con se questa consapevolezza. Questo il potere presente in quella freccia. Questa la rabbia repressa e la cattiveria che essa possedeva. Difficile deflettere una freccia così carica di sentimento, non solo per salvarti la vita ma anche per ridisegnare della tua vita il suo più intimo significato.
Si può avere in mano la replica più replica dell'originale ma, se non si provano queste cose, se non si vivono queste emozioni, scagliarci una freccia sarà solo un gioco. Manca infatti l'altra metà della luna. Quella buia, che non si vede. Il cuore dell'arciere.
Tante cose sono impossibili da spiegare a parole. Ma impugnare QUESTO arco storico ti fa leggere tutto sotto un'altra luce. Con un altro peso. Con un'altra magia. Con un altro potere. Con un altro sentimento.
Spesso diciamo che l'arco storico semplice in legno, quello del popolo privo di aiuti tecnologici, valorizza l'arciere. È vero.
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23/07/2017, 0:01 |
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hawkwood
Iscritto il: 21/01/2014, 14:09 Messaggi: 295 Località: Segrate (MI)
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Dico la mia riprendendo una serie di domande che feci a Rita il 14/4 scorso, alle quali ha poi risposto (vedi viewtopic.php?f=36&t=2931&start=30 e viewtopic.php?f=36&t=2931&start=40) Queste le mie domande 1) che senso ha oggi, se ce l'ha, riproporre la figura dell'arciere antico (in particolare, ma non solo, medievale)? 2) l'uomo (la donna) arciere che rapporto aveva e che rapporto può avere oggi con il suo arco? 3) in battaglia, nel medioevo (si, è vero dura mille anni, quindi distinguiamo pure periodi e zone diverse dell'Europa e del mediterraneo), c'era un solo modo di usare l'arco, o modi diversi in relazione ai contesti bellici? 4) la pratica di tiro è essenziale per "provare" o anche mettere a punto le proprie teorie. Troviamo il modo di farlo, che ne dite? Oliviero dice alcune cose, tra le quali: 1) Tirare storicamente con l'arco non è solo questione di avere in mano un arco storico o di utilizzare una tecnica corretta e coerente con l'uso. Facendo così si studia l'arco che è solo metà del binomio. L'altra metà è l'arciere. 2) Quale potere ti mette in mano un arco? 3) L'arco storico medievale mise nelle mani del contadino la vita del signore del feudo….. Il giullare diventa re ... Rischiare la vita sul campo di battaglia con l'arco in mano, portava con se questa consapevolezza……. Ora pensate che quella persona che avete davanti è la persona che regola la vostra vita. Un amministratore delegato, il vostro maggiore e più ricco cliente, qualcuno che appartiene ad un gruppo di poche persone elette che, nella normalità, decidono della tua vita quotidiana. Della tua quotidiana schiavitù. Della tua morte. Della tua famiglia. 4) Si può avere in mano la replica più replica dell'originale ma, se non si provano queste cose, se non si vivono queste emozioni, scagliarci una freccia sarà solo un gioco. Manca infatti l'altra metà della luna. Quella buia, che non si vede. Il cuore dell'arciere. Se leggo le considerazioni di Oliviero, che ho suddiviso in 4 punti, come risposte alle mie quattro domande mi vengono in mente alcune osservazioni: a) visto che alcuni di noi (io, Oliviero, ma anche numerosi altri) si pongono su questo piano (vedi punti 1), e visto che le caratteristiche individuali e l’habitat attuali dell’arciere “storico” sono molto diverse da quelle dell’arciere medievale, è credibile un percorso di avvicinamento? Si, certo, secondo me; ma ho qualche dubbio b) se ci si mette seriamente su questo percorso come si regolano i conti col fatto che nessuno di noi ferisce/uccide o viene ferito/ ucciso, che tutte le attrezzature sono modificate, rispetto alle originali, per non fare male, come pure la logistica delle battaglie e degli scontri? Non si perde così una condizione essenziale per poter dire di riproporre questa figura antica? c) le, potenziali, similitudini tra l’arciere medievale e l’uomo moderno che Oliviero mette in campo (vedi punto 3 di Oliviero) sono affascinanti e intriganti e traghettano la questione dal passato ad oggi, dall’uomo arciere del passato all’uomo arciere di oggi. Forse questa è l’unica risposta che mi convince. Ci si può arrivare, ritengo, parlando di arciere medievale; ma anche per altre vie.
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24/07/2017, 9:48 |
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Oliviero
Iscritto il: 12/06/2016, 8:06 Messaggi: 534 Località: Milano
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Tutti i militari si addestrano ad uccidere senza farlo. Questo non significa che non siano poi in grado, quando entrano in azione. Vale qualcosa di analogo nelle arti marziali e negli sport da combattimento. Gli incontri sportivi impongono sempre un rigido regolamento con protezioni per evitare che i combattimenti giungano ad estreme conseguenze.
Gli arcieri ad Urgnano hanno fatto la stessa cosa, ne più ne meno. Qualche volta ho l'impressione che questa cosa della "pericolosità" venga addotta più che altro come scusa. Da una parte ci dicono che siamo "troppo pericolosi", dall'altra che "non lo siamo abbastanza" per trarre conclusioni. Mah... A me sembra un comodo modo per andare tranquillamente avanti a teorizzare all'infinito, senza mai porsi davvero di fronte ad una vera verifica sperimentale di quanto si sostiene. Ma è una mia impressione e non è per tutti così. Molti singoli delle diverse federazioni hanno mostrato e mostrano (anche qui nel forum) estremo interesse per la nostra sperimentazione. Magari senza essere in accordo, ma comunque mettendosi onestamente in discussione e confrontandosi. Abbiamo già affrontato il tema, mi pare. Ne discutemmo con Vittorio a proposito della Combat Archery, in cui, per altri versi, il problema veniva sostanzialmente riproposto.
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24/07/2017, 12:32 |
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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Cita: Tutti i militari si addestrano ad uccidere senza farlo. Questo non significa che non siano poi in grado, quando entrano in azione. Vale qualcosa di analogo nelle arti marziali e negli sport da combattimento. Gli incontri sportivi impongono sempre un rigido regolamento con protezioni per evitare che i combattimenti giungano ad estreme conseguenze.
Ciao Oliviero, verissimo, un militare si addestra senza uccidere per essere eventualmente pronto ad essere efficace in caso di effettiva necessità. Questo è anche il senso di tutte le arti marziali. Ma pensi che gli Arceri nel Tempo possano essere effettivamente utili in un vero campo di battaglia del periodo che rievocate? Condizione prima e fondamentale è utilizzare un arma "vera". Se cominciamo ad eliminare la capacità di gestire un arma veramente efficace per lo scopo, eliminiamo le difficoltà e le variabili come corde di materiali naturali, capacità di operare anche con condizioni atmosferiche avverse, ecc ecc cosa resta? Un gioco ... o uno spettacolo ben organizzato dove le "battaglie" sono studiate a tavolino come il copione di un film o di uno spettacolo teatrale ... certo, i "soldati" saranno anche addestrati a muoversi in buon ordine ai comandi sulla scena, ad essere precisi con armi "sportive" e cose così ma di ricerca (visto che più volte hai parlato di "archeologia sperimentale", sperimentazione e ricerca) cosa c'è? Scusa, hai scritto così tante cose riempiendole di enfasi ma io continuo a non capire. ciao
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24/07/2017, 20:15 |
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