ai visto quel segno scuro che scende dal dorso nella parte che tu ipotizi la patenza che non sia un nodo tagliato in linea sul lato potrebbe.......?

no quello li non centra. è partito all'estrema destra. il fatto poi che sia una frattura netta e indipendente dal resto dovrebbe avvalorare la mia ipotesi ma ripeto è solo un ipotesi

Riferendoci alla rottura più vicina al terminale di destra nelle immagini a seguire(non sono in grado di dettagliare meglio perchè se avvicino troppo la macchina digitale non ottengo una focalizzazione ottimale), il dorso nel punto di rottura era il più liscio di tutta la doga, senza nodi nè avvallamenti e l'anello di crescita era di almeno 3mm.
Più di questo non posso dare...

Io ritengo che una troncatura così netta su un dorso così intonso sia il risultato finale e non l'iniziale.

Il salto di anello, da quanto vedo, è un salto dopo che il primo anello interno, e guarda caso quello che sembrerebbe il neutro o giù di lì, ha collassato per una trentina di cm. , certamente poi è andato ad inferire su quello superiore, man mano smorzando la sua forza che in ultimo, per 5 o 6 cm. ha fatto il salto ed è passato all'ultimo del dorso.

Sempre ipotesi sono nè!

magari avete ragione voi comunque posso dire essendo io più che un costruttore un distruttore di archi, che fratture longitudinali lunghe come quella mostrata sono abbastanza comuni in archi di tasso specie se stagionati e di fibra larga anche quando il collasso parte dal dorso.

L'unica che ha regione è la signora con la falce che giunge sempre ed interrompe i ragionamenti sia del genio che del bifolco!

Nessuno ha ragione e nessuno ha torto, quando si parla di un pezzo di legno che, seppur tagliato e quindi ipoteticamente morto, continua diversamente da noi a vivere!
Ciao mio incommensurabile fratello.

Ringrazio tutti quanti per le utilissime informazioni che avete voluto dare.
Saranno certamente di aiuto al sottoscritto quando, e mi prudono già le mani, cercherò e valuterò una nuova doga di tasso (o di altra essenza).
Per la verità il febbraio scorso con un amico arciere in Lunigiana, abbiamo fatto un pò di legna di osage cresciuto in riva al mare ( a non più di 50 m dalla battigia). Poca roba, ma con anelli di crescita molto sottili.
Ad ottobre ne ho ricavati due doghe non proprio diritte e le ho lasciate in luogo fresco (sempre giù in Lunigiana) a completare la stagionatura.
A primavera andrò a vedere cosa se ne può ricavare.
Ancora un saluto a tutti e nuovamente grazie.
Franco Andrea