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marco
Iscritto il: 17/09/2010, 12:56 Messaggi: 2675 Località: Verona...
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Nitopi ha scritto: maon ha scritto: Per essere più sicuri dei risultati bisogna andare a sviluppare studi sui marcatori del DNA. Ti faccio sapere. Ciao Da una indagine molto recente pare che, dal punto di vista genetico, siamo (liguri) molto più simili alle popolazioni del Sud Italia/Sud Mediterraneo... Ciao Luca !!!!!!!AAAAffffrricccaaaa!!!
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30/03/2011, 16:40 |
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maon
Iscritto il: 26/09/2010, 17:59 Messaggi: 916 Località: Roccabruna-Marchesato di Saluzzo
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Nitopi ha scritto: maon ha scritto: Per essere più sicuri dei risultati bisogna andare a sviluppare studi sui marcatori del DNA. Ti faccio sapere. Ciao Da una indagine molto recente pare che, dal punto di vista genetico, siamo (liguri) molto più simili alle popolazioni del Sud Italia/Sud Mediterraneo... Ciao Luca Mi pare di aver letto che, andrò a cercarlo e ti dirò, il marcatore R18, tipico di coloro che sono di pelo rosso, e ancor più dei popoli Shardana, sia una caratteristica degli irlandesi. Che poi, per successiva migrazione, siano ridiscesi da noi? Stai a vedere che con i flussi e i riflussi del fenomeno della migrazione delle genti (studioso di ciò è, manco a dirlo, il maghin!) anche i venetoromagnoliemiliani siano molto più simili agli uomini di pelle nera che non i liguripiemontesi, che si sa essere molto più commisti con i galli! Ciao Maon
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30/03/2011, 22:04 |
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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per tornare ai Celti io non me ne intendo molto ma ho sempre letto di "culture" da parte degli archeologi e non di "etnie". certo avranno avuto anche delle differenze genetiche rispetto ad altri popoli e un origine indoeuropea come altri popoli europei dell'epoca e pare che invece in origine i "Liguri" fossero preindoeuropei, mischiatisi in alcune aree nel periodo qui considerato con Celti al punto che si parla di cultura Celto-Ligure, ma con l'arco credo centri poco. da un punto di vista personale e "arceristico" io li considero gli "abitanti delle foreste europee", gente di natura che pur nel corso dei secoli aveva sviluppato capacità metallurgiche eccelse, ma che restava in simbiosi materiale e spirituale con la natura e che continuava ad usare archi naturali semplici ma efficaci.
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31/03/2011, 8:46 |
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maon
Iscritto il: 26/09/2010, 17:59 Messaggi: 916 Località: Roccabruna-Marchesato di Saluzzo
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magin ha scritto: per tornare ai Celti io non me ne intendo molto ma ho sempre letto di "culture" da parte degli archeologi e non di "etnie". certo avranno avuto anche delle differenze genetiche rispetto ad altri popoli e un origine indoeuropea come altri popoli europei dell'epoca e pare che invece in origine i "Liguri" fossero preindoeuropei, mischiatisi in alcune aree nel periodo qui considerato con Celti al punto che si parla di cultura Celto-Ligure, ma con l'arco credo centri poco. da un punto di vista personale e "arceristico" io li considero gli "abitanti delle foreste europee", gente di natura che pur nel corso dei secoli aveva sviluppato capacità metallurgiche eccelse, ma che restava in simbiosi materiale e spirituale con la natura e che continuava ad usare archi naturali semplici ma efficaci. E' vero Maghin, siamo usciti dal seminato ma, conoscendomi, sai che io alle velate, bonarie e scherzose provocazioni, non so resistere! Penso anche io, seppur non vi siano documenti o reperti certi che l'arco, come strumento di caccia, guerra, difesa, sia un'oggetto che veniva usato da tutti i popoli con leggere modificazioni all'origine e, aumentando la intrinseca civiltà della popolazione dei varij luoghi, abbia subito delle evoluzioni proprie per condizioni climatiche ed anche per disponibilità di materiali. Ora per la legge che dice che, dove sta il più sta anche il meno, perchè non farsi un'arco semplice là dove esistevano moltissime specie di legname che permettevano ciò? Perchè complicarsi la vita quando con poco sforzo ci si può fare un perfetto arco con un ramo di tasso, olmo, acero, etc. etc.? Perchè preoccuparsi quando rotto l'uno vi era tanto di quel legno che con facilità ne potevi fare un'altro? La dove la natura era ricca di foreste, di corsi d'acqua, di materiali, se non nell'Europa centrale e in quel meraviglioso territorio che era ed è la pianura Padana? Pensando anche che, ancora secoli e secoli dopo nel 1728 anno domini, Charles Louis de Montesquieu rimase profondamente colpito dalla bellezza della pianura padana che: «si estende - scrisse il giurista bordolese - fra le Alpi e l’Appennino: queste due catene di montagne, unite all’inizio del Piemonte, divergono, formando un triangolo con il mare Adriatico, che ne è come la base e racchiudono la più deliziosa pianura del mondoCol chè ho aggiunto un peana alle nostre terre che fin dai tempi più remoti erano agognatissime, e ancora lo sono, nonostante la grande antropizzazione avvenuta! Ciao, preparati per sabato!!!!!
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31/03/2011, 9:28 |
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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Cita: Ora per la legge che dice che, dove sta il più sta anche il meno, perchè non farsi un'arco semplice là dove esistevano moltissime specie di legname che permettevano ciò? Perchè complicarsi la vita quando con poco sforzo ci si può fare un perfetto arco con un ramo di tasso, olmo, acero, etc. etc.? ecco bravo, penso che questa sia la filosofia che distingue gli arcai del passato da molti arcai "storici" di oggi. massimo rendimento col minimo sforzo è una formula che mi è sempre piaciuta e la semplicità spesso è l'ingrediente base di una buona riuscita. sto pensando alla brancata di parole, teorie, discussioni ecc ecc su un pezzo di legno che si piega, ai impellicciati, cotti nei boiler, cornificati, esteticizzati, vaporizzati, misurati, pesati, tendinati, sfregati prima dell'uso ( ) ecc ecc
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31/03/2011, 11:47 |
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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insomma l'impressione che mi sono fatto è che l'arcaio moderno abbia la presunzione che sia il proprio lavoro e intelligenza e abilità a fare il buon arco, un arco con cui vincer gare e farsi ammirare mentre quello antico si affidava semplicemente a ciò che di meglio la natura intorno a lui poteva offrire e che con un minimo di adattamento trasformava in arma funzionale. ma era (ed è) comunque il legno a fare l'arco.
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31/03/2011, 12:34 |
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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ora si capisce perchè in passato si usavano solo certi legni, perchè lo sapevano. oggi invece tanti pensano ... io son così bravo che qualunque legno lo trasformo in bello arco.
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31/03/2011, 12:46 |
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maon
Iscritto il: 26/09/2010, 17:59 Messaggi: 916 Località: Roccabruna-Marchesato di Saluzzo
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Totale approvazione! A questo proposito ho tirato fuori quattro lunghibastoni, 1°-183cm. bischero/bischero dimensioni all'impugnatura 33 x 30 - 68# a 26" 2°-183cm. come sopra 61# a 26" 3°-165cm. bischero/bischero dimensioni all'impugnatura 35 x 33 - 58# a 26" 4°-182cm. bischero/bischero dimensioni all'impugnatura 33 x 36 ovvero con impugnatura più spessa, e lavoro dei flettenti su lunghezza maggiormente ridotta 55# sempre a 26".
In proporzione, se non comandasse il legno avrebbe dovuto essere il più potente quello lungo solo 64" ovvero il 165cm. E invece?
Ciao
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31/03/2011, 12:48 |
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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così alla cieca senza vederli o saper che fibra hanno io sceglierei il primo, mi sembra a naso il più efficace e piacevole da usare.
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31/03/2011, 16:16 |
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maon
Iscritto il: 26/09/2010, 17:59 Messaggi: 916 Località: Roccabruna-Marchesato di Saluzzo
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Questa tua risposta rappresenta la summa di tutti gli studi ed esperienze sull'arco semplice di tasso! Hai dato la risposta esatta. In realtà è quello che più mi da soddisfazione, non certo nella precisione che quella la metto in secondo piano, ma nella maniera in cui rende, è per me la potenza giusta per sentire i muscoli tirare al punto giusto ed in ultimo la grande soddisfazione anche solo il vederlo appoggiato ad una parete. Il lungobastone, a mio giudizio, è quello che ti da la sensazione di potenza anche quando non lo vedi teso! Poi è sicuramente più lento di altri magari non così preciso ma, se sei riuscito a farlo bene, con quello sei sicuro di avere un'arco quasi indistruttibile.
Il grande Ford colui che mise in autovettura l'America e non solo, diceva che " ciò che non c'è non si rompe". Ciao.
P.s. diceva anche che tutte le vetture potevano avere tutti i colori che si volevano...purchè fossero nere!
E' io parafrasando...uno può avere tutti gli archi che vuole....purchè sia un lungobastone di tasso!
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31/03/2011, 17:01 |
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