A "me mi piace" con la spina di raccordo, ben delineata, oppure limare tutta la lama a scalpello. Come dice Mirco, un coltello d'uso comune deve essere satinato per tagliare, altrimenti l'effetto ventosa della lucidatura lo "frena". La lama a specchio può andar bene su certi acciai anche per evidenziare l'assenza di difetti tipo bollitura...ma c'è chi ne sà più di me! Spero si faccia avanti... Per fortuna la carta vetrata grana 60 sull'acciaio si consuma in fretta...In questa specie di commedia dell'arte, tu chiedevi e Mirco rispondeva; cosicché, apparendo le foto degli stadi di lavorazione con relativi commenti, tutti i peripatetici frequentatori del foro pian piano acquisivano dimestichezza in quest'arte.....SEI PUNITO : RICOMINCIA A LIMARE!!!

Ho l’impressione che un pochino ci prendi in giro….qualcosina di aggiustaggio meccanico ne sai e si vede!, oppure e me ne rallegro, il tuo è talento allo stato puro.Da qui “la commedia dell’arte”. Dopo questa premessa, vorrei sottolineare che hai chiesto consigli, instaurando un bel dialogo corroborato da foto. Chi seguiva, poteva capire, dalla progressione dello stato di finitura le tecniche adottate poi, alla fine, non ci fai vedere il coltello semifinito, né attraverso i dialoghi vien fuori come ci sei arrivato. Dal momento che volevi far vedere come nasce un coltello, in modo da mettere in condizione gli altri di poterlo replicare, (cosa buona e giusta), ti chiedo di farlo in maniera progressiva ed esaustiva e come detto sopra : ottima la tecnica del dialogo. Ottima per l’uso la finitura satinata, però hai usato il K720…il succo della prima mela che taglierai, nel giro di pochi secondi, macchierà irrimediabilmente l’acciaio. Usando carta vetro gr. 60 si producono “solchi profondi”, la macchia non si diffonde in modo uniforme e per toglierla dovresti intervenire radicalmente. Mentre con carta abrasiva fine, per es. 600-800, nell’uso non avvertirai l’effetto ventosa; l’acciaio, macchiandosi, prenderà un bell’ aspetto “Vissuto”, la manutenzione sarà minima, le spine dei biselli sempre ben in evidenza al contrario dell’ibrido che ci fai vedere. Se a te questo piace, piacerà tutti !, se però chiedi consigli, accetta anche la critica, soprattutto perché costruttiva e quindi ti inviterei a fare un pò di penitenza con la lima per ripristinarlo.

sanguinello mi dispiace che tu pensi che prenda in giro il forum...ti giuro che non ho nessuna esperienza in aggiustaggio o altro...ho solo studiato molto sui forum in giro quello che facevano gli altri ... comunque sia per martedì faccio un reportage completo di cosa uso e di come lo uso.per quanto riguarda le critiche è ovvio che le accetti!questo è in definitiva il mio 4 coltello ed è normale che abbia molto da imparare ancora...
per quanto riguarda la finitura hai ragione credo le lo farò alla 600 e se durante la tempra viene un bel nero magari lo lascio così che ne dici?

allora come dicevo: talento, taleeento, talento....fnita la musica, riprendiamo il lavoro. Il nero (scoria) di tempra non si addice al modello; puoi brunirlo a freddo o farlo brunire da un' armaiolo, una volta si vendevano delle boccettine apposite. La brunitura è una finitura "tecnica" e questo ti condizionerà nella scelta del materiale per l'impugnatura a differenza del "brutto di forgia" che è talmente bello da accettare tutto. Aggiungo che la brunitura si graffia con la pietra per affilare imbruttendo l'oggetto.

Mi infilo in un discorso che non è appropriato alle mie capacità.

Ma leggendo che volete o vorreste brunire, mi permetto dare il seguente suggerimento.
Sulle armi da fuoco ho sempre lavorato, quindi per brunire vi basterà andare in una armeria ben fornita e chiedere il seguente prodotto:
Jenolite - Kold Blak
lo vendono in flaconi da 100 ml.

Con quello brunivo e brunisco a specchio le canne o i fusti delle mie armi.

Ciao
Maon

Maon arrivi sempre a proposito, grazie.

Ciao vecio!
Prego.

grazie maon! per oggi non credo farò molto sono reduce dal primo maggio a roma mi metto al lavoro domani

Ciao ragazzi, vorrei chiedere a Marco e a Sanguinello se la brunitura di un coltello, di uso rude, sia cosa da farsi, visto che deve essere riaffilato, e non come le canne di un fucile, delle quali si fa la massima attenzione nell'uso. Giustamente (e qui si vede la mente di chi ha già sperimentato) fa notare Sanguinello che il brutto di forgia accetta tutto, anzi, da quel poco che ho fatto, ho notato che una lama di spessore importante, anche se non lunga (diciamo sui 12/15 centimetri) e con i colpi di martello o di maglio (ma si vedono poco se si adopera un maglio dal martello e incudine largo) con i biselli ben evidenti, viene nobilitata da un manico molto curato, con essenze anche non esotiche e dalle linee pure e senza fronzoli, quello sì levigato con carta abrasiva della grana più fine che si riesce a trovare e se si vuole proteggerlo, magari con mani di vernice, a mio gusto, satinata, rigorosamente non lucida. Poi se magari ci sono altre idee, ben vengano! Di solito il confronto arricchisce l'esperienza già fatta ed affina il gusto. Capito CVCV? Sono curioso e non stò nella pelle di vedere i tuoi progressi. Ciao, Mirco P.S. le lame fatte per asportazione di materiale, saranno magari più funzionali, però una fatta plasmando e, cosa non da poco, compattando e orientando in modo lineare a martellate le molecole della barra d'acciaio ha più fascino e caratteristiche meccaniche maggiori. Uff. Ho finito! Riciao, ragazzi, Mirco