Se posso dire la mia, osservate un rasoio a mano di una volta. Faccio questo esempio perchè non mi sò spiegare bene. Più un bisello è pronunciato, meno acciaio penetra nell'oggetto da tagliare, quindi taglia di più. C'è il rovescio della medaglia: più pronunciato il bisello, più questo è fragile, quindi non adatto a lavori dati di colpo, tipo accetta, bensì di fino. Poi subentra il tipo di tempra più o meno dura della lama. Durezza=fragilità. Occorre anche più maestria nell'affilare (non sono un bravo affilatore, anzi! Meno male che ho un amico arrotino molto bravo). Spero di essermi fatto capire e se ho detto stupidaggini, ditemelo, perchè vuol dire che fin'ora ho combinato solo porcate
. Quindi per ogni tipo di lavoro, occorre la lama giusta. Da non sottovalutare il manico, nel senso di impugnatura. Se il manico non è adatto per il lavoro che si deve fare con quella lama, ci si stanca presto e i tendini dolgono. Esempio: se devo adoperare un machete con un manico dritto, senza un po' di, chiamiamolo così, gancio che ferma il mignolo, si può adoperare, ma la presa è insicura e lavorare a lungo con quell'attrezzo, dopo poco stanca. I nostri vecchi contadini, queste cose le sapevano, quindi osservate bene gli attrezzi vecchi: se sono fatti così, una ragione c'è. Ora che ci penso, le forme delle lame e dei manici, sono immutabili dalla notte dei tempi e questo l'ho osservato meglio grazie alla scoperta di questo forum (non è mai troppo tardi). Ciao, Mirco