Salve a tutti,
ciao Ligera; il foreshaft in antico è stato sviluppato ed usato per l'indubbio vantaggio che consentiva di recuperare le aste impennate approntando, in pochissimo tempo, delle nuove frecce.
Le aste non è necessario che siano forate per stabilire una giunzione efficace e stabile, bastava anche un semplice incastro a V fra i due pezzi da unire con mastice più fibre vegetali o tendine.
Questa immaggine ti mostra come erano eseguiti i foreshaft per microliti.
Allegato:
Stellmoor 8800 aC.JPG
Certamente l'unione di un foreshaft in legno, con un'asta in canna, necessita di un adattamento cilindro-conico che si adatti al diametro interno della canna; l'unione va sempre impeciata e legata come sopra.
Le punte in selce vanno inserite nel legno avvalendosi sempre di uno spacco da praticare nell'asta o nel foreshaft.
Questo spacco ha il compito di accogliere la punta, peduncolata o no, rendendola stabile a quelle forze laterali di impatto che renderebbero, se avvenissero, nulla o difficoltosa la sua pentrazione nei tessuti dell'animale. La stabilità del fissaggio la si ottiene con il mastice abbinato a legature. Nel caso di punte con scassi laterali bastano le sole legature alla moda dei Nativi Americani.
Ricordati che le parti terminali delle aste che accolgono le punte devono essere rastremate a zero sulle punte stesse senza gradino di sorta che andrebbe ad ostacolare la penetrazione nei tessuti.
Allegato:
marinearkgruppe-dk tranciante.png
Allo stesso modo il mastice deve ricoprire la legatura e l'unione legno pietra, rastremarsi a zero sulla punta per eliminare la "rugosità" della legatura.
Vedo adesso la tua realizzazione: il foreshaft forse risulta troppo corto....
La "freccia ABO"? mi è sconosciuta.... cosè una nuova diavoleria moderna? O forse intendevi AMO?
Un saluto da Raff