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 le frecce nel tempo 
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Iscritto il: 15/04/2011, 14:37
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scusate la domanda, ma sono un giovane virgulto nel bosco del sapere arcieristico che cerca di capire l'arcano della conoscienza attraverso ne nebbie del tempo.
ma elogubrazioni mentali a parte vi volevo cheidere: voi che sapete tutto, nella storia come si calcolavano le frecce?
mi spiego meglio. quando è arrivata la mania della perfezione, calcolando i grani delle punte, lo spine delle frecce, l'impennaggio 4 pollici frena troppo, meglio quello da tre....etc, etc, etc?
diciamo nel medioevo antico, senza andare troppo addietro con gli anni, quando le punte le facevano i fabbri, si badava a farle tutte uguali o le pesavano? le frecce? ovviamente immagino badassero molto al diametro uguale, la lunghezza, al peso, ma lo spine? lo calcolavano? se si come?
quando cambiavano la punta, da caccia, da guerra, a foglia eccetera anche qui, cambiavano anche l'asta? cambavano anche impennaggio?

se trovate le domande ovvie o stupide scusatemi ma ripeto, sono solo un giovane virgulto. e purtropposò, solo quello che sò.


23/05/2011, 9:31
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Località: Genova - Prata Veituriorum
L'importante è porsele, le domande !

Azzardo qualche risposta , dato che "voi che sapete tutto" e' un'affermazione molto ma molto lontana dalla realtà...

"quando cambiavano la punta, da caccia, da guerra, a foglia eccetera anche qui, cambiavano anche l'asta? cambavano anche impennaggio? "
Chiaramente non cambiavano punta alla stessa asta... Arco da caccia e arco da guerra erano ben diversi (tranne forse nel neolitico.... quando le armature non c'erano...) e le aste... pure....


"nella storia come si calcolavano le frecce?"
Se quel che penso e' vero, non si calcolavano, si tramandava il "come fare" da mastro frecciaio ad apprendista .. non a caso "Fletcher" e' un cognome anglosassone ancora in voga ...

"diciamo nel medioevo antico, senza andare troppo addietro con gli anni, quando le punte le facevano i fabbri, si badava a farle tutte uguali o le pesavano? le frecce? ovviamente immagino badassero molto al diametro uguale, la lunghezza, al peso, ma lo spine? lo calcolavano? se si come? "
Vista la risposta al punto sopra... per me facevano tre o quattro tipologie "leggere - pesanti- lunghe - medie - corte" e poi ogni arciere si sceglieva le "sue". Ma e' solo una mia supposizione...

Ciao
Luca


23/05/2011, 10:14
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Iscritto il: 15/04/2011, 14:37
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Località: roma
Nitopi ha scritto:
L'importante è porsele, le domande !

Azzardo qualche risposta , dato che "voi che sapete tutto" e' un'affermazione molto ma molto lontana dalla realtà...

"quando cambiavano la punta, da caccia, da guerra, a foglia eccetera anche qui, cambiavano anche l'asta? cambavano anche impennaggio? "
Chiaramente non cambiavano punta alla stessa asta... Arco da caccia e arco da guerra erano ben diversi (tranne forse nel neolitico.... quando le armature non c'erano...) e le aste... pure....




certo che non cambiavano la punta all'asta. però secondo te dipendentemente dalla punta, fai conto che aveva disegno diverso ma peso uguale. l'asta era la stessa? e anche l'impennaggio?


23/05/2011, 10:24
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
Messaggi: 2594
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dato che "voi che sapete tutto" e' un'affermazione molto ma molto lontana dalla realtà...

Nitopi ha perfettamente ragione, noi sappiamo veramente molto poco ma le domande che ti sei posto sono molto intelligenti.
dare una risposta a queste domande non è semplice perchè l'argomento è vastissimo.
se vai a leggere le altre discussioni come quella sulle aste qualcosa trovi. scoprirai ad esempio che i moderni parametri con cui si calcola la lunghezza di una freccia non erano applicati nella maggior parte dei casi.
analizzando le punte di freccia trovate nelle sepolture di arceri dell'altomedioevo si può anche notare che ogni punta è diversa dall'altra e spesso lo erano anche le frecce, sia in lunghezza che in tipo di legno.
restando all'inizio del medioevo come dici tu, credo che sia corretto il discorso di Nitopi quando dice che si seguivano istruzioni tramandate da costruttore a costruttore e comunque adattavano gli impennaggi a seconda della necessità di dover colpire da vicino con precisione o da lontano. il peso delle punte ha un importanza minore sulle lunghe gittate rispetto alla forma degli impennaggi.
in sostanza credo che fossero meno "maniaci" di quanto sono oggi gli arceri sportivi ma più pratici adattando al meglio ciò che avevano a disposizione e basandosi più su prove pratiche che su teorie. ci sono anche esempi di frecce rattoppate e riutilizzate, ecc ecc.
tieni inoltre presente che per una battuta di caccia bastavano pochissime frecce le quali però dovevano essere molto precise, non era necessario averne 10 tutte perfettamente identiche, ne bastava anche due o tre.
non credo ci fosse differenza tra archi da guerra e da caccia fino al tardo medioevo, lo dimostrano tra l'altro i ritrovamenti di frecce con punte da caccia o da guerra accompagnate dallo stesso arco in più di un occasione.
ma il discorso è lungo e se seguirai le discussioni qualcosa di nuovo magari riusciamo a trovare.
ciao!


23/05/2011, 11:05
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Iscritto il: 15/04/2011, 14:37
Messaggi: 171
Località: roma
è proprio quello che pensavo io magin...però poi mi sono chiesto...come cappero facevano a fare dei tiri di precisione, in qualsiasi occasione, con due aste diverse. con spine completamente diverso, magari una pure più pesante. perchè se io oggi prendo il mio arco e tiro a trenta metri, con tre frecce diverse vedo le tre differenze? per loro forse non era così? e se si, perchè?

(il tutto sta nel constatare che non vi siano reperti archeologici, o testi che riportino magari il nome di qualche strumento specificoo magari un "metodo").

ma la domanda mi è sorta volete sapere perchè? perchè ho visto in uno dei vostri interessantissimi link, un tizio che faceva delle frecce con delle aste naturali. le lavorava, le rifiniva, con precisione. però poi cosa ho notato? che l'uomo poi non solo le pesava, ma gli misurava lo spine, metteva le penne con la colla e un impennaggio poco storico. allora mi sono chiesto, a che cavolo serve farsi un mazzo come una capanna per fare un processo, realistico e simil storico se poi adotti dei sistemi ultramoderni?

ecco credo che questo sia un argomento interessante da trattare. un uomo come me che vuole fare del proprio arsenale e della propria ricreazione una passione storica, dove si deve fermare? dov'è il limite? per me lo è contare i grani della freccia e della punta per esempio.


23/05/2011, 11:23
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Iscritto il: 06/03/2011, 19:31
Messaggi: 842
Provo dire anch'io la mia? Forse perchè nascevano con l'arco in mano e sapevano che era questione di sopravvivenza il non fallire con la prima freccia (procurarsi il pranzo, non farsi ammazzare dall'altro ecc. ecc.), visto che le macellerie non c'erano e se c'erano erano inabbordabili dai più, e che l'arco non era un'arma a ripetizione con un serbatoio di proiettili pronti ad un premere di dito :lol:. La penso così, a lume di logica. :lol: . Ciao, Mirco


23/05/2011, 11:48
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
Messaggi: 2674
cos'è diventata l'arceria oggi?
un olimpionico passa la vita a tirare sempre alla stessa distanza, con le stesse frecce
su un piano perfetto , appena l'asta si smolla un po la cambia, accorda l'arco come fosse uno stradivari,
un cacciatore primitivo era abile nella fase di avvicinamento
anche oggi se vuoi fare un tiro da caccia che possa minimamente definirsi etico
devi stare nei 20 metri dalla preda e non importa quanto potente sia l'arco.
il tiro da guerra è fatto di frecce pesanti, angolo da 45 e potenza nei bracci.
un apache ti avrebbe dato un cavallo in cambio di una buona faretra di frecce.


23/05/2011, 19:07
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Figliuoli, andate dalle vostre donne ed umilmente chiedete loro di spiegarvi cos'è il desiderio di maternità. Se siete stati attenti e non siete annegati nella "palude", capirete cos'è la freccia per l'arciere.Per dati tecnici :


23/05/2011, 21:52
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Iscritto il: 17/09/2010, 12:56
Messaggi: 2675
Località: Verona...
Lò scaricato lo stesso, ma l'avevo gia letto, grazie cmq...


24/05/2011, 8:39
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
Messaggi: 2594
Cita:
Provo dire anch'io la mia? Forse perchè nascevano con l'arco in mano e sapevano che era questione di sopravvivenza il non fallire con la prima freccia

penso anch'io così. la motivazione è fondamentale. in battaglia poi non c'era troppo tempo per pensare e i tiri probabilmente erano anche più "istintivi" quindi precisi.

Cita:
Se siete stati attenti e non siete annegati nella "palude", capirete cos'è la freccia per l'arciere.Per dati tecnici :

per me è una sorta di strumento di tortura ... mi rompe le b... a farla e me le fa girare quando la rompo o la perdo :lol:

ciao!


24/05/2011, 8:55
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