Salve a tutti, In fatto di corde per archi è di gran moda citare il filo di lino come l'optium per fare corde di archi. Questo materiale oggi è accessibile a tutti, basta cercarlo e con esso ci togliamo da qualsiasi difficoltà, sia di incordatura che di storicità. Ma è anche accertato che esso non è stato l'unico materiale usato, sia su archi "normali", sia su archi "forti", prova ne è il fatto che le cocche delle frecce antiche non sempre si prestano ad essere impiegate su archi con corde fini; hanno la cocca "grande" indice di un diametro di corda abbastanza elevato. Altra necessità, direi primaria, è dovuta al fatto che la corda deve, oggi come in antico, reggere il carico dell'arco senza spezzarsi; a questo punto, se il materiale fibroso che disponiamo non è molto resistente, si deve giocoforza aumentare il diametro della corda stessa fino al raggiungimento della resistenza alla trazione che necessita. Adesso tento un elenco delle fibre che si presume fossero usate in antico, correggetemi se sbaglio:
materie vegetali tra le quali: fibra di lino, fibra di canapa, fibra da corteccia di tiglio, fibre d'ortica, fibre di ginestre, striscie di legno fibroso flessibile
Materie animali quali: Budello animale, tendini filati, pelle intrecciata. Si sa in quali regioni veniva impiegato una particolare fibra o materiale animale? Ad esempio: i Mongoli, gli Unni, i Turchi, i Cinesi, nei loro compositi usavano lo stessa materiale per le corde o vi era diversità? e gli antichi Egizi con cosa incordavano i loro archi.
Salve a tutti, Grazie per la risposta Bac, Ecco, nel caso esposto nel tuo link si tratta di corda il budello: ....These fragments of bow-strings are all made of gut.... : questi frammenti di corde d'arco sono tutte in budello A questo proposito qui fanno vedere come si fanno le corde in budello. Sono per strumenti musicali ma la tecnica non cambia, il diametro sì. qui per immaggini che è meglio:http://www.aquilacorde.com/index.php?option=com_content&view=article&id=117&Itemid=1430&lang=it Ma gli egizi mi risulta che usassero anche il lino: http://www.arcosophia.net/database/ARCO ... ni2-04.htm :....La corda in lino di un altro esemplare, inventariato col numero 20, è invece tuttora esistente e presenta ad una delle due estremità un nodo simile al nodo parlato semplice usato in nautica...... Da queste poche info si può dedurre che gli egizi adoperavano più di una tipologia di materiali per corde e che queste potevano essere equivalenti per l'uso. Diverso è il tempo di approntamento e nel caso di dover produrre corde per soldati arcieri, giocoforza le si approntavano in lino per via della sua facilità di lavorazione, o fretta di andare in battaglia. CarloB, qui, viewtopic.php?f=7&t=1110&p=18482#p18482 ci informa che le corde da guerra, in giappone, fossero tutte di canapa rivestite in seta. Debbo anche dire che ho trovata questa:
Allegato:
resistenza filo ginestra.jpg
Guardando le resistenze alla trazione si nota che il lino è all'ultimo posto, al primo si trova la canapa: i giapponesi più intelligenti degli europei? Riprendiamo questa sera... Un saluto da Raff
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credo che la scelta canapa o lino sia legata al luogo e alle coltivazioni,
ho visto tempo fa un documentario di geo sulla lavorazione artigianale della ginestra dalla pianta al telaio e mi pare che fosse ambientato nel sud italia .
Le brutte esperienze che si hanno con la canapa derivano (penso) dal fatto che di solito si prende lo spago da pacchi più sottile che si trova in giro e si prova a fare una corda...
Quella canapa (se è canapa..) e' veramente l'ultima scelta ....
Ultimamente ho trovato tra le vecchie cose di mio padre alcun i rocchetti di canapa da modellismo (era appassionato di modelli di velieri) ... usando il filo più fine mi sono venute un paio di corde veramente valide... e per nulla "pelose" 8) . Il problema e' che quel materiale da moldellismo costa un occhio ...
Ciao Luca
18/01/2012, 18:27
raff
Iscritto il: 17/03/2011, 0:24 Messaggi: 2037 Località: tra l'oglio ed il chiese
Salve a tutti, ciao Nitopi, hai perfettamente ragione, ma lo spago comune nasce per i pacchi e non per corde d'archi; è ricavato dalle fibre di scarto, ritorto alla buona e molte volte non è uniforme nei diametri. L'ideale sarebbe essere capaci di filare le fibre per ricavarsi da soli le corde ma porterebbe via moltissimo tempo prezioso per altre cose.
Ma ritornando a noi è logico che per corde d'archi si sia adoperato quel materiale che aveva a disposizione, come giustamente ha affermato Bac, quella data cultura o popolo, vuoi per necessita vuoi per scelte oculate. A tal proposito una delle scelta obbligate riguarda quella effettuata dai popoli nordici, comunque vicini al circolo polare artico o dove il clima non permetteva la crescita di piante produttrici di fibre valide: eschimesi, Mongoli, Norvegesi e Finlandesi del nord, . Questi si sono basati sulle "fibre animali" quali i tendini, il budello e, dove erano allevati i cavalli, il crine. Le corde derivate dagli animali sono buone corde, (attualmente con conosco i carichi di rottura ma sarebbe bello conoscerli) ma hanno il difetto che non sopportano l'umidità ma a qualle latitudini il problema non esiste, l'umidità è bassissima. Ve lo immagginate il cacciatore preistorico, che dopo aver lungamente atteso il cervo da abbattere con una freccia nell'ambito dell'umida foresta padana, o della Francia, o della Danimarca, ecc , nel tendere l'arco gli cede la corda in tendine? Come minimo salta il pasto di carne e assieme ai suoi familiari deve ricorrere a radici e verdure. Anche i Mongoli usavano corde in tendine ma anche lì il clima continetale era ed è ancora asciutto, anzi loro hanno sviluppato, a mio avviso sempre per necessita mancandogli i legni buoni, l'arco composito incollato e legato col tendine.
Allegato:
part corda tendine mongola.jpg
Per reggere la potenza degli archi, forse anche perchè la tecnica non era affinata, le corde riultavano di grosso spessore e di conseguenza anche le cocche sono grandi:
Allegato:
cocca freccia composito.jpg
Una domanda: fila il ragionamento? Un saluto da Raff
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Penso che le corde in pelle e/o tendini potessero essere sottoposte a una qualche operazione di "Concia"...
Lo so di sicuro nel campo degli strumenti musicali. Ad un concerto il maestro (suonava un arciliuto) ci aveva spiegato le problematiche delle corde del "basso"... Con il budello "standard" i suoni "gravi" sarebbero stati possibili sono con diametri esagerati. Era noto che la "spiralatura" con fili metallici non era praticata/praticabile all'epoca. Studiando i dipinti ( il colore che assumevano quelle corde) erano arrivati a capire che le corde in budello erano conciate in modo da incorporare particelle di bronzo ... e c'era un artigiano che le produceva (ovviamente a costi da cinema...)
a proposito delle corde da Liuto, un esemplare rinascimentale ad 11 cori del 1601 di Hans Frei che ho studiato ed esaminato vent'anni fa, nel deposito del Museo dell'Archiginnasio a Bologna, aveva ancora la serie dei bordoni originali. Hanno rivelato d'essere di budello d'agnello, arrotolato e fresato, impregnate di cinabro (erano ancora rosse fuoco). Recentemente dei miei colleghi ne hanno tentato la ricostruzione, e dopo svariati tentativi siamo riusciti ad ottenere risultati discreti. Ho studiato per vent'anni Liuto rinascimentale e barocco, ne ho ricostruito diversi esemplari. Vi garantisco che il timbro di quelle corde è ineguagliabile rispetto a quelle rivestite di filo metallico, il suono è più sordo ma molto, molto più suggestivo.
22/01/2012, 0:07
raff
Iscritto il: 17/03/2011, 0:24 Messaggi: 2037 Località: tra l'oglio ed il chiese
Ciao Vtr, visto la tua esperienza anche nel campo delle corde in budello, sai qual'è la sua resistenza alla trazione? Mi è arrivato un dato a cui stento a credere: 40 kg con un diametro di 1,2 mm. Raff
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