il Coltellaccio ed il coltello..
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gbr1967
Iscritto il: 16/03/2012, 10:52 Messaggi: 87
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Ciao.. oggi riesco finalmente a postare anche le immagini dei due umili "strumenti" che principalmente uso per sbozzare e rifinire un arco, come da gentile richiesta di Mirco ( viewtopic.php?f=29&t=1203&start=10) con il quale mi scuso per il ritardo. Li ho definiti "umili" in quanto sono stati entrambi realizzati integralmente con materiali avanzati da altri precedenti lavori e lasciati da parte (in quanto un domani potrebbero ancora servire: questo è quello che si dice per non buttare le cose che poi si accumulano, si accumulano, si accumulano , ma questa volta sono serviti!) e senza spendere un centesimo. Ecco il coltellaccio Che dire, si potrebbe far sicuramente di meglio.. però, come si dice, ogni scarrafone è bello a mamma soja Un saluto, Peppe P.S. Ops, con permesso, devo allontanarmi, per il coltello, alla prossima volta..
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13/04/2012, 14:16 |
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mirco grosso
Iscritto il: 06/03/2011, 19:31 Messaggi: 842
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Ma sai che mi piace proprio! Anche il fodero mi piace. Il manico e la guardia hanno un non so che di già visto. Anche la lama. Il tutto da l'impressione di affidabilità, robustezza ed usabilità. Proprio bello, complimenti . Ciao, Mirco
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13/04/2012, 14:49 |
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1942LINO
Iscritto il: 14/03/2012, 11:37 Messaggi: 222
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gbr1967 ha scritto: Ciao.. oggi riesco finalmente a postare anche le immagini dei due umili "strumenti" che principalmente uso per sbozzare e rifinire un arco, come da gentile richiesta di Mirco ( viewtopic.php?f=29&t=1203&start=10) con il quale mi scuso per il ritardo. Li ho definiti "umili" in quanto sono stati entrambi realizzati integralmente con materiali avanzati da altri precedenti lavori e lasciati da parte (in quanto un domani potrebbero ancora servire: questo è quello che si dice per non buttare le cose che poi si accumulano, si accumulano, si accumulano , ma questa volta sono serviti!) e senza spendere un centesimo. Ecco il coltellaccio Che dire, si potrebbe far sicuramente di meglio.. però, come si dice, ogni scarrafone è bello a mamma soja Un saluto, Peppe P.S. Ops, con permesso, devo allontanarmi, per il coltello, alla prossima volta.. Ciao, sono Lino, ho ammirato il tuo " umile " strumento, e' bellissimo , mi ricorda quello usato dagli arditi nella grande guerra del 15 ' 18; a mio avviso notevole per la sua rusticita': Una domanda , che acciaio hai usato e come lo hai addomesticato, soprattutto nell'immanicazione. Disponevi gia' di una lama preformata? Ciao Lino.
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14/04/2012, 20:23 |
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gbr1967
Iscritto il: 16/03/2012, 10:52 Messaggi: 87
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Salve a tutti, Ciao Mirco, ciao Lino... vi ringrazio per i graditi apprezzamenti peraltro molto azzeccati nella scelta delle caratteristiche attribuite allo “strumento” da Mirco (in linea con quelle che ne hanno ispirato la sua realizzazione); nonché, altrettanto azzeccati in virtù dei leciti quesiti posti da Lino circa il metodo e i materiali che lo formano: avete entrambi scagliato due ottime frecce! Vedrò adesso io cosa posso fare.. In effetti, quando lo realizzai, non pensavo di replicare un qualcosa di già fatto… presi un pezzo di ferro di 34x4x0,5cm e cominciai a quardarlo. Era già lì, il coltellaccio, dentro quel pezzo di ferro (avanzato da una barra di 6 mt. che, a suo tempo, utilizzai per fare il telaio di una porta di ferro). Quindi, ho cominciato a “sfrullinarlo”, sbozzandolo, come quando lo si fa ad un tronchetto, e sagomando il tutto fino ad ottenere la “silhouette” in un pezzo unico, della lama e del manico, senza la guardia; questa l’ho successivamente tagliata a misura, 7x3x0,3cm, forata (per poterla infilare nella “silhouette”di cui sopra, dalla parte del manico); nonché sagomata, infilata e saldata per fare corpo unico con il resto. Dopo la foratura del metallo dal lato dell’impugnatura (per i futuri perni) ho “addomesticato” il prodotto ottenuto nelle braci del forno a legna, per l’occasione molto cospicue; immergendolo poi, una volta resosi incandescente, in un bidone d’acqua. Il tutto due volte. Non saprei la temperatura che ha raggiunto in “cottura”, il colore del metallo era arancio, vivo, tendente al giallino chiaro in certi punti e la fumata e gli sbuffi dell’acqua quando lo immergevo erano notevoli e prolungati.. [Ecco, anche questa è un’altra cosa che mi attira molto.. la lavorazione del ferro.. Al momento, lo lavoro solo “a freddo” ma prima o poi, già lui lo sa, andrò da un amico fabbro per imparare qualcosa sulla forgiatura.. ma al momento mi diletto, nei ritagli di tempo, ad ammirare le Vostre realizzazioni Un OT spero gradito a tutti: complimenti a Mirco, Manx, Carlo-B ed anche a tutti gli altri, con i quali mi scuso se non cito i nomi, per le realizzazioni in ferro fatte, le tecniche di lavoro, i consigli e le attrezzature “postate” qui nel Forum.] L’immanicatura l’ho realizzata con un pezzo di durame di quercia, incollata e imperniata con dei pezzi di chiodo (dell’”8”, da carpentiere). Il fodero, invece, l’ho fatto con un pezzo di pelle riciclato da una vecchia borsa, opportunamente sagomato, rinforzato, incollato e cucito con filo di lino.. Ecco, Lino (per rimanere più o meno in tema ), come ho proceduto per realizzare il tutto.. Infine, il risultato ottenuto, anche se non particolarmente rifinito, volendolo più o meno paragonare a qualcosa “di già visto”, come asserisce Mirco, e/o inquadrare in un periodo storico come hai tentato di fare tu, forse combaciano, proprio per “l’impugnatura e la guardia” al pugnale degli Arditi del ‘15-‘18.. ma la lama?!? Per me, con i suoi 432g, 33cm totali (di cui 20 di lama), è più: un macetino, una piccola mannaia, un coltello, una rasiera, una modesta soddisfazione, un altro pezzo di me e... chi più ne ha, più ne metta! Il coltello, invece, (o meglio, la lama) che possiedo da 17 anni, venuta in mio possesso casualmente, la uso veramente per tutto.. spesso, anche a tavola! Per lavorare un arco, è ottimo, ad esempio, anche per rasare... La sua impugnatura attuale? Semplicemente, un pezzo di manico (di martello) rotto (ma solo in cima, quindi.. prima o poi, riutilizzabile!) Chiedendo scusa per il ritardo con il quale ho risposto e sperando di essere stato sufficientemente esaustivo, invio un caro saluto a Tutti, Peppe. P.S. prima di fare il “coltellaccio”, con altra rimanenza ma di un cm di spessore, avevo realizzato, con analogo procedimento (del coltellaccio), la “sorellina maggiore”… eccola, un po’ OT in questo subforum, ma, sperando di fare ugualmente cosa gradita, è per me un vero piacere presentarvela...
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19/04/2012, 11:41 |
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mario
Iscritto il: 23/11/2010, 21:37 Messaggi: 738
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..Ciao gbr1967....mi associo ai complimenti di Mirco ....Mario
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19/04/2012, 12:35 |
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gbr1967
Iscritto il: 16/03/2012, 10:52 Messaggi: 87
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Grazie Mario, piacere di conoscerti... A presto, Peppe
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19/04/2012, 13:04 |
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raff
Iscritto il: 17/03/2011, 0:24 Messaggi: 2037 Località: tra l'oglio ed il chiese
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Salve a tutti, ciao Gbr1967, a quanto ho capito ci sei andato di brutto molandolo, per temperarlo, poi, dopo un riscaldamento in carboni di legna accesi. Ma visto il materiale di partenza, ferro dolce, la tempra tiene? Lo domando perchè non sono mai riuscito a temprare decentemente un pezzo di ferro dolce. Belli i tuoi lavoretti metallici; hai una manualità repressa che non aspetta altro di essere portata allo scoperto, ma sopratutto dovresti attrezzarti con una forgia a carbone e incudine; ma vedo che è già nelle tue intenzioni avventurarti in quest'arte oscura. Oscura per il fatto che il fabbro deve lavorare in penombra allo scopo di distinguere i colori del metallo). Forse ti potranno esser utili: Allegato: colori-temperature.jpg Allegato: colore e bollitura.jpg Qundo realizzi qualcosa posta pure con tranqullità. Un saluto da Raff
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19/04/2012, 21:47 |
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1942LINO
Iscritto il: 14/03/2012, 11:37 Messaggi: 222
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gbr1967 ha scritto: Grazie Mario, piacere di conoscerti... A presto, Peppe Ciao gbr1967, sei fortunato ad avere quale consulente Raff, e'veramente un pozzo di scienza, infatti dalle sue tabelle puoi ricavare ( per il futuro e qualora tu volessi prseguire nell'arte della tempra ) i dati ottimali delle temperature da usare per i metalli. Posto che sono decine i tipi di metallo in commercio altrettante sono le variabili da adottarsi nella tempera, comunque penso di poter dare un suggerimento , visto che di ferro puro in commercio e' praticamente impossibile reperirne, anche i ferracci piu' scarti presentano sempre una percentuale di carbonio e pertanto possono raggiungere una certa tempera, penso che tu, come molti non disponga di un termometro in grado di valutare la temperatura dello oggetto che stai lavorando e considerando che anche anticamente operavano ad occhio,erano molto esperti, mi permetto di suggerirti questo sistema empirico, per la lama cerca di raggiungere gli 800 gradi circa ( rosso ciliegia ) quindi immergilo in acqua od olio motore non usato , sino a raffreddarlo; quindi ponilo nel forno di cucina in casa , dopo che esso abbia raggunto i 200 gradi ( sempre che tua moglie proprio quel giorno non abbia deciso fare una torta ) , lasciacelo dentro per un paio d'ore in modo tale da far si che le tensioni avvenute nel metallo si attenuino; poi estrai il pezzo e lascialo raffreddare all'aria, quindi lavoralo ( mi ero dimenticato una premessa importante ) il pezzo deve essere gia' molto prossimo alla fase finale di lavorazione prima di essere portato al calor rosso, altrimenti rischi che nel affilarlo, se usi mole od altro , di surriscadarlo e rovinare tutto. Tale procedura l'ho appresa osservando mio suocero, suo fratello e mio cognato che erano esperti fabbri forgiatori e lavoravano il ferro caldo al maglio , ne uscivano opere d'arte, anche loro non disponevano di termometri ma le accette e gli scalpelli che facevano non perdevano mai il filo. Ma forse il mio suggerimeto e' superfluo , sei gia' un bravo fabbro, Ciao Lino
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23/04/2012, 15:03 |
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raff
Iscritto il: 17/03/2011, 0:24 Messaggi: 2037 Località: tra l'oglio ed il chiese
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Salve a tutti, ciao LINO, bellissima la tua integrazione ci voleva proprio... vedi che non sono io quello che sa tutto? Quel poco che conosco , quando serve, lo metto a disposizione di tutti. Il ferro puro, esente da carbonio, è prodotto solo per impieghi di laboratorio. Un uso particolare era nella cosi detta bomba calorimetrica di cui ne costituiva l'elemento a spirale che serviva ad innescare la combustione, con un valore sempre conosciuto e costante: http://it.wikipedia.org/wiki/Bomba_calorimetricaIl resto del ferro commerciale è definito, per convenzione, sempre acciaio; anche l'FE37 che è il normalissimo ferro per tutti gli usi comuni. Un saluto da Raff
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23/04/2012, 20:40 |
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1942LINO
Iscritto il: 14/03/2012, 11:37 Messaggi: 222
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raff ha scritto: Salve a tutti, ciao LINO, bellissima la tua integrazione ci voleva proprio... vedi che non sono io quello che sa tutto? Quel poco che conosco , quando serve, lo metto a disposizione di tutti. Il ferro puro, esente da carbonio, è prodotto solo per impieghi di laboratorio. Un uso particolare era nella cosi detta bomba calorimetrica di cui ne costituiva l'elemento a spirale che serviva ad innescare la combustione, con un valore sempre conosciuto e costante: http://it.wikipedia.org/wiki/Bomba_calorimetricaIl resto del ferro commerciale è definito, per convenzione, sempre acciaio; anche l'FE37 che è il normalissimo ferro per tutti gli usi comuni. Un saluto da Raff Caro Raff, alzo le mani, la tua scienza non ha confini, l'unica bomba che conosco che poteva deflagrare usando un spirale di ferro era, ( ricordi di scuola d'artiglieria contraerea di Sabaudia - anni 60 ), la cosidetta "BALLERINA" nella quale era inserita una spirale a strappo: mi spiego, tale era l'innesco ,immerso nella polvere esplodente veniva attivato dalla trazione dell'incauto piede di colui che vi inciampava, lo sfregamento che ne originava creava appunto la deflagrazione. Vi chiederete perche' definita ballerina; una volta innescata saltava da terra per circa un metro esplodendo, a voi la fantasia per capire cosa succedeva al disgraziato che aveva avuto la fortuna d'incontrarla. Io credo sinceramente che sia meglio parlare d'archi e frecce che di bombe ad innesco. Di acciai ve 'e' di ottimi , betato chi puo' possedere e tenere una forgia, carbonella e mantice; per quelli reperibili l'importante a mio avviso e' non violentarli con il calore, ad esempio quello di una mola, magari non raffreddata ad acqua; agendo con pazienza si ottengono ottimi riusultati. Pietra cote ed acqua. La pietra arkansas la lasciamo ai sofisti. Da un vecchio macete inglese dell'ultima guerra ho ricavato un ottimo coltello a due mani, anche se l'impugnatura e' una, l'altra con stracci e nastro da pacchi. Ritoccata quando devo , va come un treno; Ciao e buona notte. Un saluto a tutti. sco
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23/04/2012, 21:25 |
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