Mica facile provare a spiegare per iscritto una roba come questa .
Proviamoci anche se sono consapevole che questa discussione sta andando avanti da ( almeno ) decenni e certamente non la schianteremo qui
provo a raccontarvi quello che dice la letteratura e quello che cerco di fare io .
Intanto una premessa :
Il centro geometrico dell'arco e il suo baricentro dovrebbero tendere a coincidere
Se coincidono meglio
( facile in una doga tutto sommato regolare , già più complicato con una doga di "carattere" ).
La distanza della corda dal ventre presa a 20~25 cm. sopra e sotto il centro definisce il tiller statico , che si differenzia dal tille dinamico che per il momento ignoriamo .
Si lo so che si dice comunemente "tillerare" la procedura di equilibratura statica dei due flettenti ma si dovrebbe dire più correttamente equilibrare .
Il tiller può essere neutro , se le due distanze sono uguali, positivo, se la distanza inferiore è minore, o negativo, se la distanza superiore è minore
(caso limitato a chi tira in Fitarco categoria arco nudo con tre dita sotto "camminando" sulla corda e/o sul viso ).
Queste le premesse e le definizioni
In letteratura , e nella pratica, almeno per quel che riguarda l'arceria "tradizionale"
( qualcuno prima o poi mi aiuterà a capire perché da noi si chiama "tradizionale" l'arceria che fa uso di vetroresina e colle epossidiche che il resto del mondo chiama venatoria o di simulazione venatoria mentre , correttamente il resto del mondo riserva l'aggettivo tradizionale agli archi costruiti in materiali naturali )
In letteratura dicevo si considera che per una presa mediterranea ( 2 dita sotto e una sopra ) sia più indicato un tiller positivo da 03 mm. a 12 mm .
Parliamo sempre di archi laminati , in questo caso il passaggio della freccia ( rest) si colloca dai 10 ai 25 mm sopra il centro geometrico dell'arco e il punto di incocco da da 3 mm a 18 mm sopra alla normale ( perpendicolare ) alla corda che passa sopra al rest .
Con archi finestrati il passaggio della freccia ( tappetino o rest ) è obbligato , il punto di incocco può variare a seconda dello stile di tiro e/o delle leve articolari.
Questa la teoria , valida sopratutto per archi laminati ma che è generalmente accettata anche per archi in legno privi di finestra e/o appoggiafreccia.
In merito dopo varie sperimentazioni ( che sono comunque necessarie , almeno per trovare la giusta posizione del punto di incocco dopo aver deciso quella del punto di passaggio onde evitare che la freccia "cavalchi )
Dopo varie sperimentazioni dicevo sono arrivato a scegliere una mia configurazione con cui mi trovo bene ( ma non è detto che sia quella adatta a tutti e neppure a qualcun'altro ) .
Provo a raccontarvela :
cerco di avere archi simmetrici , con tiller neutro o leggermente positivo tenendo presente che col tempo in un arco di legno il tiller ( che ogni tanto va controllato ) può variare , nel caso utilizzo come flettente inferiore quello che ha la distanza inferiore della corda , capovolgendo all'occorrenza l'arco .
tendo a individuare il passaggio della freccia fra il baricentro e un punto a 10 mm sopra
Il punto di incocco è da ricercare sperimentalmente per ottenere il volo più pulito, senza "cavalcamenti" e senza nessun fastidio sul punto di contatto con la pelle dell'indice su cui scorre la freccia .
l'altezza sulla normale alla corda passante per il punto di scorrimento generalmente è compresa fra 3 mm e 20 mm , come dicevo dipende dalle leve articolari
( lunghezza delle ossa degli arti superiori ) e dalla impostazione di tiro intesa nel senso più ampio .
bon per il momento mi fermo qui e dichiaro aperta la discussione