Non centra niente con archi e frecce ma visto che si parlava di Goti inserisco una ricerca che avevo fatto tempo fa ... magari a qualcuno interessa ...
Cita:
I Goti erano senza ombra di dubbio Germani
Il retaggio dei Goti nelle parlate dell’Insubria
Si presume che al momento del loro arrivo in Italia gli Ostrogoti fossero circa centomila tra i quali vi erano anche un gruppo abbastanza consistente di Rugi ed altri barbari. Essendo gli uomini atti alle armi non più di venti o trentamila i loro insediamenti non erano distribuiti su tutto il territorio italiano ma si concentrarono soprattutto nel nord e nei punti strategicamente più importanti della penisola. In Insubria (che all’epoca faceva parte della Liguria) oltre ad insediarsi nelle città maggiori come Milano, Pavia, Como e Novara, occuparono anche i castra del limes subalpino tardo romano, che in epoca teodoriciana vennero rinforzati (1). E’ verosimile pensare che dopo la sconfitta del contingente ostrogoto comandato da Teja sul Monte Lattario nei pressi di Napoli, i superstiti raggiunsero i loro consanguinei rimasti nelle terre a nord del Po come racconta Procopio alla fine del suo Bellum gothicum (2).Lo confermerebbe anche Agatia il quale nel le sue Historiae racconta che nell’anno 554 i sopravvissuti si ritirarono nelle antiche sedi, una parte nella Tuscia e in Liguria, gli altri nel Veneto. Da quel momento in poi degli Ostrogoti d’Italia non se ne seppe più nulla. Ma qualcosa di loro è rimasto. Cercarne oggi le tracce però non è impresa facile e il motivo non è soltanto dovuto alla breve durata della loro dominazione. I reperti archeologici sicuramente attribuibili a Goti provengono quasi esclusivamente dalle tombe dato che fino ad ora l’unico insediamento ostrogoto di una certa importanza conosciuto è la postazione militare scavata sul Monte Barro nei pressi di Lecco mentre per quanto riguarda i tesori si può solo parlare di ripostigli di epoca ostrogota. Quando nel 488 dalla Mesia inferiore si spostarono in Italia, gli Ostrogoti avevano già abbandonato l’usanza pagana di seppellire i morti con il corredo funebre costituito da oggetti che avrebbero dovuto accompagnare il defunto nell’aldilà come stoviglie, pettini, armi. Gli unici elementi che consentono di distinguerne le sepolture da quelle della popolazione autoctona sono gli oggetti metallici del costume nazionale con cui venivano seppelliti. Questo vale soprattutto per le donne le quali portavano una coppia di fibule sulle spalle, una fibbia alla cintura ed anche braccialetti ed orecchini. Il corredo maschile è invece più povero e mancando le armi, è costituito quasi sempre solo dalla fibbia della cintura di solito preziosa. Ma tutto ciò riguardava soltanto gli elementi appartenenti alle classi più elevate che venivano sepolti in tombe isolate o raggruppate in piccoli cimiteri mentre la massa della popolazione gota veniva seppellita spesso senza alcun tipo di corredo, in cimiteri utilizzati anche dalla popolazione indigena, rendendone nella maggior parte dei casi impossibile l’identificazione. Per quanto riguarda il riconoscimento di un retaggio di etimologie gotiche nelle nostre lingue locali la questione è complicata dal fatto che alla dominazione ostrogota fece seguito quella longobarda che perdurò per un periodo molto più lungo. Diversi vocaboli longobardi avevano radice comune con quelli di lingua gotica per cui spesso l’attribuzione a una o all’altra lingua è dubbia. Il gotico faceva parte del gruppo delle lingue germaniche orientali tra cui è la meglio conosciuta principalmente grazie al Codex Argenteus del quale si sono conservati 187 fogli su un totale di 336. Questo codice, realizzato nell’Italia settentrionale intorno alla prima metà del VI secolo, comprende i testi dei quattro Vangeli nella sequenza Matteo, Giovanni, Luca e Marco redatti in lingua gotica e in scrittura gotica che consta in prevalenza di lettere dell’alfabeto greco (venti) cui si aggiungono lettere dell’alfabeto latino (tre) e dell’alfabeto runico (tre). La traduzione della Bibbia in lingua gotica si deve al vescovo ariano Ulfila(311-382) che fu il leader di una comunità di cristiani visigoti nella Mesia . Dall’aspetto e dalla struttura si può dedurre che il gotico doveva essere abbastanza affine al ramo germanico settentrionale distanziandosi dalle caratteristiche proprie del germanico occidentale. Questa maggiore concordanza con le lingue germaniche settentrionali è perfettamente in linea con la tradizione che vuole i Goti provenienti dalla Scandinavia come racconta Jordanes nella sua Storia dei Goti. Come abbiamo detto è difficile attribuire un origine certa ai termini derivati dalle antiche lingue germaniche siano esse il gotico, il longobardo il franco o altro. Non si può escludere che vocaboli generalmente attribuiti ai Longobardi fossero già entrati nella lingua della popolazione locale durante il periodo della presenza gotica o delle altre stirpi germaniche orientali acquistando nuova forza e rivestendosi di “vernice” longobarda durante la dominazione di questi ultimi. I motivi per cui una parola entra a far parte del lessico di un popolo sono diversi. Potremmo riassumerli in potere politico-militare, tecnica, rimpiazzamento di termini caduti in disuso, espressività. Nel nostro caso possiamo fare un esempio molto interessante che riguarda i termini tracanà e trincà. Entrambi significano bere e derivano dal gotico drigkan o drincan ma vengono utilizzati per indicare un bere smodato, avido e soprattutto di bevande alcoliche mentre normalmente per “bere” si utilizza beu o bev. Pare chiaro che l’introduzione dei termini citati sia stata causata dall’impressione esercitata sulle popolazioni autoctone dalla proverbiale “ingordigia” di birra e vino dei Germani. E a conferma di ciò citiamo un eloquente passo di un carme latino del V secolo, De conviviis barbaris in cui si deplora appunto che non è possibile scrivere bei versi perché si viene disturbati dal frastuono dei Goti a mensa. A rinforzare il senso di fastidio provocato dagli schiamazzi e per giunta in una lingua “barbarica”, l’autore cita alcune parole gotiche che dovevano ormai essere diventate familiari a tutti:
Inter eils goticum, scapia matzia ia drincan
nun audit quisquam dignos educere versus
“ fra gli ‘evviva!’ dei Goti e i loro ‘mangiamo e beviamo!’ nessuno riesce più a scrivere versi degni di questo nome”
Si può qui notare anche l’esclamazione eils da cui deriva il tedesco Heil (salute, salvezza) che potrebbe essere anche l’origine del nostro eila o ueila.
Un altro esempio che vale la pena riportare è il termine gibigiana (dal gotico glitminjan , scintillare o glitmunjan, splendere, brillare) con cui si definisce il bagliore prodotto dalla luce solare riflessa in uno specchio. In questo caso l’origine potrebbe riguardare la sfera militare in quanto in passato si usava comunicare tra le torri di guardia anche tramite segnali luminosi come il bagliore prodotto appunto da uno specchio ( si noti che anche la parola guardia deriva dal gotico wardja ).
Riportiamo qui di seguito alcuni vocaboli utilizzati dalle nostre parti la cui radice etimologica trova corrispondenza con la lingua gotica. Non è un elenco completo ma può dare un idea di come le antiche popolazioni germaniche abbiano influenzato la nostra lingua e la nostra cultura.
asti astio >got. haifsts* odio, invidia
banda gruppo di persone legate tra di loro>got. bandi legame tra persone
bandera bandiera >got. bandwa indicazione, segno di riconoscimento
beck becco, maschio della capra >got. bukks* maschio della capra
bega bisticcio, lite, disputa >got. bega* lite
bigatt bruco, baco da seta >got. biugan piegare, curvare – la derivazione di bigatt dal verbo gotico biugan è solo un ipotesi e fa riferimento alla tipica andatura dei bruchi
biott nudo; > got. blauths* nudo, spoglio.
brasà brasato >got. brason* arrostire
brela asse per lavare >got. brid* tavola, asse
briglia redine >got. brigdil* redine
bröd brodo >got. bruth* brodaglia
busk bosco, ceppaia >got. buska* ceppo
bütt germoglio >got. butilo germoglio
cazöla o cassoeula piatto tipico lombardo; cazüü mestolo >got. kas pentola – la “cazöla” prende il nome dal recipiente in cui è cucinata che è appunto una casseruola. Per alcuni il termine deriverebbe dallo spagnolo. In questo caso l’origine sarebbe da far risalire ai Visigoti
cavagn cesto di vimini >got. tainjo cesto di vimini
crancan cardine >got. krampa* gancio, fermaglio
crià strillare >got. kreitan* strillare
crüsca crusca >got. kruska * crusca
eila! o ueila! salve! ( ma anche esclamazione di meraviglia ) >got. eils! salve! evviva!
fasa fascia; fasà fasciare >got. faskia fasciatura
fodar fodero; föddra federa >got. fodr fodero
fiask fiasco >got. flasko * bottiglia
fresk fresco >got. frisks* fresco
giardin giardino >got. garda giardino, recinto, terreno recintato per animali
gibigiana riverbero provocato dal riflesso del sole in uno specchio >got. glitminjan scintillare – glitmunjan splendere, brillare
gramm cattivo, iroso, amaro >got. gramjan arrabbiato, iroso, provocatore
grinta cattiveria, astiosità >got. grimmitha* ferocia, cattiveria
guardia guardia, sentinella, guardian guardiano; garguan tarabuso, spione, guardone >got. wardja guardia, sentinella; wardjo guardiano; wardon* guardare, osservare – la stessa radice potrebbe essere all’origine di garguan, tarabuso, per via della caratteristica, durante le ore diurne di restare immobile tra i canneti con lo sguardo fisso. Garguan è passato quindi anche al significato di guardone, spione.
lisca erba dalle foglie simili ad un nastro >got. liska* fettuccia
lobbia loggia, portico >got. laubja* portico, strada coperta
magütt manovale, magatel fantoccio, burattino >got. magus, magula ragazzo – magaths ragazza, vergine, fatto per la prima volta, principiante
malta >got. maltjan sciogliere, fondere
manega quantità di cose, moltitudine >got. manags molti, moltitudine – si notino le espressioni come “manega da malcapazz, manega d’asan” gruppo di insolenti, gruppo d’asini
marcà segnare, tracciare >got. marka confine, markon tracciare un confine
melma fanghiglia >got. malma sabbia
pes perzic pesce persico >got. barsisks persico
rampin gancio >got. krampa* gancio, fermaglio
randel randello, bastone, picchetto >got. randa* estremità, confine – il termine randel potrebbe derivare dal bastone piantato per delimitare un confine
raspa raspa; raspà raspare >got. raspon* raspare
roba cosa; rubà rubare >got. rauba* bottino – oltre che dare origine al verbo rubà, il significato di bottino si sarebbe esteso ad indicare le cose possedute; “la me roba” le mie cose, da cui cosa in generale.
rüff forfora >got. hrufs* forfora, crosta
rügà grufolare, rovistare >got. wrotjan* grufolare, scavare
runk ronco, vigna, luogo dove si coltiva la vite >got. hranka* viticcio
sacagnaa (verbo) litigare, discutere animatamente – sacagnà (aggettivo) deturpato, rovinato >got. sakan lite, disputa – ga-sakan litigare, dibattere
sbiess sghembo, storto >got. slimbs* sghembo – si veda il modo di dire “vardà da sbiess” guardare di traverso
scaja scheggia, frammento >got. skaidan separare, dividere, frammentare
s’cett schietto >got. slahits* puro
scüffia cuffia >got. skuft capello, cosa raggruppata e sporgente
sgneppa beccaccia >got. snippa* beccaccia
skött ciuffo (d’erba, d’insalata ecc.) >got. skuft capello, cosa raggruppata e sporgente – skuppa* ciuffo
smaltì smaltire >got. smaltjan* far scorrere, digerire
stala stalla >got. stalla* rifugio per animali
stanga sbarra >got. stanga* sbarra
stek stecco, rametto >got. stika* stecco, rametto
strüsà trascinare, strusciare ; strüsa spazzaneve (che un tempo veniva trascinato da cavalli) >got. straupjan* strusciare - si veda ad esempio l’espressione „‘na a strüsa“ trascinarsi in giro senza meta
süpa zuppa >got. supa * bevanda – suppon* mettere a bagno
tapp tappo; tapa, tapin pezzetto di legno, scheggia >got. tappa* tappo
tatar cosa di poco valore >got. taddora* ciarpame
trag continuare, ripetere un azione >got. throtjan pratica, esercizio continuo
trescà trebbiare, battere il riso >got. thriskan trebbiare
tracanà bere smodatamente, avidamente; trincà bere con gusto e più del bisogno (in particolare alcolici) >got. drigkan, drincan bere
trusà è il movimento impresso per rimestare la polenta o il risotto; trusun urto, schiacciamento >got. driusan premere, spremere -thrukjan* pressare
vaglià vagliare, scegliere >got. waljan scegliere
vardà guardare, osservare >got. wardon* guardare, osservare ; wardja , wardjo > got. guardia, guardiano - si notino le espressioni come “varda vè …” (stai in guardia sai …)
visighee brulichio, grande quantità di animali >got. wisands* bisonte – probabile riferimento alle mandrie di bisonti a quell’epoca comuni in Europa
vultà vangare, rivoltare >got. waltjan ribaltare, capovolgere
zichignà, vedi - sacagnà litigare, discutere animatamente >got. sakan lite, disputa – ga-sakan litigare, dibattere
molti dei vocaboli citati sono passati anche alla lingua italiana ai quali si possono aggiungere:
baita >got. bawitha* capanno
elmo >got. hilms elmo
falco >got. falka*
forra >got. faurhs* solco,botro
greto >got. griut ghiaia
nastro >got. nastilo* nastro
predella >got. brid* tavola, asse
rebbio (dente della forca) >got. ribja* costola
schernire >got. skairnjan* schernire, insultare
sparviero >got. sparwareis* sparviero
le parole contrassegnate da * sono ricostruite
le voci in lingua locale si riferiscono al dialetto parlato nell’area del Verbano
(1) Si veda un rapporto di Cassiodoro che sotto il regno di Teodorico “ plurimae renovantur urbes munitissima castella condutur, consurgunt admiranda palatia” (Chron. Min. II, 1389; MGH, AA 1894 L06)
(2) All’indomani della battaglia del Monte Lattario che vide la sconfitta dei Goti e la morte del loro ultimo re Teia da parte dei Bizantini comandati dal generale Narsete “ fu convenuto che i barbari, quanti ne rimanevano, si prenderebbero tutti gli averi lor propri e subito ritirerebbesi da tutta l’Italia, né mai più in alcuna maniera muoverebbero guerra ai Romani. Intanto mille Goti, usciti dall’accampamento, eransi recati alla città di Pavia e nei paesi al di là del Po, avendo a capo, oltre ad altri duci, Indulfo “ (Procopio – Bellum gothicum XXXII)
Le fonti:
Reperti ostrogoti provenienti da tombe o tesori della Lombardia , Volker Bierbauer in I Longobardi e la Lombardia 1978
Archeologia degli Ostrogoti in Italia , Volker Bierbauer - Le Miniature , Katharina Bierbauer – I Goti e il gotico , Carlo Alberto Mastrelli in I Goti 1992
I Germani d’Italia: lingue e documenti linguistici , Maria Giovanna Alcamone – Magistra Barbaritas 1984
La guerra gotica – Procopio di Cesarea
Storia dei Goti - Jordanes
Parlà tudèsch in Lombardia , Antonio Barbieri 2002
English-Gothic Dictionary
ciao