Autore |
Messaggio |
Oliviero
Iscritto il: 12/06/2016, 8:06 Messaggi: 534 Località: Milano
|
Si, i fondamentali sono quelli. Concentrandomi sulle differenze, specialmente didattiche, noi tendiamo a non porre enfasi sull'utilizzo dei pettorali. Se l'allievo pensa a rilassarli, sbaglia. Otteniamo invece la corretta cinetica insegnando, per curioso contrasto, a strappare con la mano dell'arco. Ora, a differenza di una parte di noi (che fondamentalmente strappa e basta), noi indichiamo piuttosto precisamente che lo strappo deve avvenire obbligando la mano a scorrere tra lo zigomo e l'arco dentale superiore. In questo modo lo strappo è controllato e la freccia non esce casualmente mentre il rilassamento dei pettorali avviene come dici tu ma non di scatto e lasciando fondamentalmente al tronco il suo supporto, che coinvolge il retto addominale ovviamente. Questo tipo di scoccata ha un altro vantaggio, ti permette di strappare anche se usi come punto di riferimento l'incisivo. Ancorare all'incisivo non solo lascia il tiro più centrale, come ho detto altrove, ma pone la corda a contatto con il paranaso dell'elmo. Questo importante particolare ti permette di escludere di prenderlo dentro con la corda. Perché è chiaro che passare il paranaso significa correre il rischio di prenderlo dentro al rilascio. Nel miglior caso ti storce l'elmo, nel peggiore, si taglia la corda. A meno di non andare oltre l'orecchio privandosi di un punto di contatto aderente al viso. Cosa che funziona bene col tiro parabolato a lunga distanza, senza ricercare la precisione. Ma non altrettanto se cerchi precisione. Non a caso, il paranaso scompare nel basso medioevo, quando l'arciere non viene più ai ferri corti.
Noi ci appoggiamo il lecito sui neuroni a specchio, ma non di più. C'è stato un periodo in cui insegnavo molto più per esempio diretto. Il risultato era quello di ottenere dei cloni di te stesso. Talvolta un successo, se l'allievo era psicosomaticamente analogo a te. Più spesso un insuccesso. Ora tendo a mostrare poco come si fa. Preferisco che l'allievo faccia e su ciò eventualmente correggo. In questo modo il gesto emerge dall'interno dell'arciere invece che essere imposto dall'esterno e dall'istruttore. Talvolta ciò che è un errore su uno è corretto per un altro.
Vedi, non può emergere una sola metodologia di utilizzo dell'arco se lo scopo non è il medesimo. Il metodo è imposto dall'oggetto. E l'arco prerinascimentale aveva molti usi. Una scuola canonizzata si sviluppa solo con l'uso esclusivamente sportivo. Si mira ad un solo oggetto, con un solo scopo. Oggi i più pensano che prima si tirasse istintivo, intendendo con ciò qualcosa che è più o meno " a casaccio e ognuno fa quel che vuole ". In realtà, a nostro parere l'arco veniva insegnato in modo volutamente destrutturato. Il padre spiegava al figlio ed egli cominciava ad esercitarsi, spesso da solo e per gioco, facendo piano piano emergere l'arciere. Trovando un suo equilibrio su diverse attività. Come per imparare a camminare. Poi, passeggiare o correre è un attimo se hai capito.
Il metodo è un po' più lungo, ma da risultati migliori. Infatti di tanto in tanto ci viene a trovare qualche garista per una "messa a punto". In quel caso, ha davvero poco senso toccare una tecnica diversa ma consolidata e pressoché perfetta per il suo scopo. Può invece essere importante richiamare l'arciere ad ascoltare se stesso se non lo ha mai fatto o se ha smesso di farlo. Ricondurlo a questo fondamentale ha pressoché sempre un decisivo miglioramento delle performance e del punteggio finale.
|
13/05/2017, 1:25 |
|
|
dot
Iscritto il: 12/05/2011, 0:26 Messaggi: 155 Località: 51017 Pescia
|
...degli archi a sezione pentagonale di Oberflacht (ca. 550 dC)...
è proprio ciò che mi ha istantaneamente riportato alla memoria
|
21/05/2017, 1:08 |
|
|
M4TT
Iscritto il: 28/07/2014, 12:05 Messaggi: 16
|
Cita: Si, i fondamentali sono quelli. Concentrandomi sulle differenze, specialmente didattiche, noi tendiamo a non porre enfasi sull'utilizzo dei pettorali. Se l'allievo pensa a rilassarli, sbaglia. Otteniamo invece la corretta cinetica insegnando, per curioso contrasto, a strappare con la mano dell'arco. Ora, a differenza di una parte di noi (che fondamentalmente strappa e basta), noi indichiamo piuttosto precisamente che lo strappo deve avvenire obbligando la mano a scorrere tra lo zigomo e l'arco dentale superiore. In questo modo lo strappo è controllato e la freccia non esce casualmente mentre il rilassamento dei pettorali avviene come dici tu ma non di scatto e lasciando fondamentalmente al tronco il suo supporto, che coinvolge il retto addominale ovviamente. Questo tipo di scoccata ha un altro vantaggio, ti permette di strappare anche se usi come punto di riferimento l'incisivo. Ancorare all'incisivo non solo lascia il tiro più centrale, come ho detto altrove, ma pone la corda a contatto con il paranaso dell'elmo. Questo importante particolare ti permette di escludere di prenderlo dentro con la corda. Oliviero, vorrei porti l'attenzione riguardo all'uso dei pettorali... io credo che sia sbagliato considerarli muscoli agonisti o comunque importnti per una correta tecnica di tiro e passo a spiegare: sia il muscolo Grande Pettorale, sia il Piccolo Pettorale si trovano anteriormente al torace e sia per loro caratteristiche anatomiche (origine e inserzione) sia biomeccaniche (azione che compiono contraendosi), hanno un ruolo, a mio avviso, semplicemente sinergico o al massimo stabilizzante per l'articolazione della spalla. Il loro grado di attivazione, in una sequenza di tiro canonica (stile FITA per intenderci), non è nemmeno paragonabile a quella della muscolatura dorsale. Se proprio volessimo essere pignoli, potrei dire che il pettorale del braccio della corda si attiva quando vado a prendere la corda o per incoccare la freccia, poi però il lavoro si sposta a livello dorsale. Poi basta googolare su qualsiasi sito internet del settore per poter osservare cosa può fare o meno un muscolo!
|
29/06/2017, 17:16 |
|
|
Oliviero
Iscritto il: 12/06/2016, 8:06 Messaggi: 534 Località: Milano
|
Sono d'accordo. Ho aperto proprio dicendo che non vi poniamo enfasi. L'uso è, come per il retto addonimale, di stabilizzazione, proprio come dici. Certamente antagonista. Proprio per evitare uno sviluppo asimmetrico del torso, noi tendiamo a compensare l'esercito svolto con l'arco eseguendo delle flessioni a terra (o push up come ora è di moda dire). Chiaramente, a fine lezione, onde evitare di irrigidire la parte pompando sangue nei muscoli (così il controllo dell'arco va a ramengo).
Perché pensi che abbia detto diversamente?!? Forse mi sono espresso male?!?!?
|
29/06/2017, 20:13 |
|
|
|
Chi c’è in linea |
Visitano il forum: Nessuno e 5 ospiti |
|
Non puoi aprire nuovi argomenti Non puoi rispondere negli argomenti Non puoi modificare i tuoi messaggi Non puoi cancellare i tuoi messaggi Non puoi inviare allegati
|
|