Mi sta venendo un dubbio enorme e vorrei la vostra opinione in merito.
Tutta la letteratura , che è essenzialmente yankee , dice che per entrambe le essenze l'alburno va tolto perché inaffidabile e i costruttori europei si sono adeguati .
Ora, se questo può essere vero per chi utilizza legni "morti in piedi da chissà quanto" o pali di recinzioni messi in opera decenni fa , siano sicuri che abbia valore anche per piante tagliate vive e stagionate correttamente ?
Mi sto chiedendo questo perché sto finendo un archetto in maclura ,
10 anelli di crescita compreso l'alburno , nodi in abbondanza , tagliato nel 2012 e subito sezionato in due scortecciato con cura , futuro dorso verniciato a gommalacca ( i miei amici tarli
)
Sezionato a nastro il midollo è rimasto all'interno e ha spaccato il futuro ventre ,
dopo aver eliminato le crepe non è rimasto molto e ho deciso di lasciare tutto l'alburno .
Ho fatto bene perché alla fine sui puntali è rimasto un anello e mezzo di durame .
Il risultato sono 68#@28" per 170. cm da nocca a nocca .
Tirando le prime frecce mi sono reso conto di aver realizzato il mio arco più veloce.
Inoltre al rilascio , ma anche pizzicando la corda l'arco "suona" per qualche secondo , no non fa rumore , produce proprio una nota , molto più tenue di quella prodotta dai warbow di Joe Gibbs ma udibile distintamente .
Foto e diagrammi arriveranno presto nella sezione opportuna , ora sto facendo il "dentista" svuotando i nodi con un simil-dremel e "otturandoli" con una pasta a base di colla epossidica e segatura .
Per i test di velocità devo aspettare che arrivi il sole , con questo ca@@o di tempo il velocimetro non rileva nulla .
Tornando sul pezzo , qualcuno ha avuto esperienze in merito ?
Prossimo esperimento con la robinia ma fra un pò , ad aprile ho l'occasione per tagliarne qualcuna