la robinia velocissimo si , ma all'inizio, tende molto a seguire la corda e a perdere abbastanza velocemente le sue prestazioni. Difficile accostarlo ai tre Re. (all'osage al tasso e al maggio).

Premetto che i tre re sono tasso, olmo e frassino.
Almeno nella tradizione storica.
Noi abbiamo archi in robinia che sono dritti come fusi dopo vent'anni, per cui il seguire la corda è più Juan questione di stagionatura, lavorazione che altro.
La domanda è un'altra, invece.
Detto che la robinia sia una buona approssimazione dell'acacia, c’è qualcuno di voi che è riuscito ad utilizzare questo legname in modo non composito oltre le sessanta settanta libbre?
Ho il sentore che il suo nervosismo possa essere un limite all'aumentare di potenza dell'arco...

stagionatura oltre i tre anni segue eccome, è una sua caratteristica ben conosciuta. Non so se ne hai mai costruito uno. Altrimenti nessuno userebbe l'osage, datosi che l'acacia è facilmente reperibile ovunque.

Niente da dire ; l´osage é il migliore legno da archi.
Comunque il suo utilizzo é piú una moda oltre alla bellezza del suo colore.

Vado anch'io OT per quotare in toto Alex .
Aggiungerei che ci vuole una buona/ottima esperienza e un buon numero di archi ( funzionanti e rotti , perché si impara molto di più capendo i motivi di una rottura ( o di crepe di compressione ) che non da un ottimo arco riuscito per mero "c§lò )
Aggiungo che capire cosa tirar fuori da una doga di maclura , come bilanciarne i coefficienti di tensione e compressione e il peso specifico "importante" è "una roba" abbastanza ardua .
Poi chiaro che comunque riesce a "tirarne fuori" qualcosa , ma tirarne fuori qualcosa di efficiente, durevole e che non segua la corda è un'altra storia .
MODE_OT=OFF
continuiamo con la robinia cosi forse mi convinco a tagliarne qualcuna