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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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Ciao Bac, che li conoscessero è fuor di dubbio anche perchè i Romani si servivano in gran parte di arceri orientali. Tra l'altro tra i reparti di ausiliari ad esempio nel 114 (diploma RMD IV) l'arcere gallico Gallioni Suaduli originario della tribu dei Boi, era arruolato nella Prima Coorte Cretese dell'armata romana. Molto probabilmente il suo arco era composito e non semplice. In ogni caso l'arco composito non fa parte della cultura materiale celtica e fino ad ora non risulta un solo reperto che possa far pensare il contrario. Aggiungerei che anche dopo l'antichità, qundo ormai l'impero romano occidentale era crollato da un pezzo, nelle aree "ex celtiche" si parla di archi di tasso e olmo e testi e reperti lo confermano (arceri gallesi con rozzi archi di olmo da Gilardus o faretra orientale ma arco di tasso in tomba del VII secolo di ricco cavaliere ad Altdorf Svizzera ecc ecc ecc). Tra i Germani invece l'arco composito ha avuto una certa diffusione nell'altomedioevo come arma d'elitè per chi se lo poteva permettere grazie alla commistione di popoli durante l'epoca delle grandi migrazioni.
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02/04/2019, 13:05 |
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bac
Iscritto il: 26/02/2011, 11:43 Messaggi: 2674
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e qui ti volevo , la cultura dell'arco , noi oggi qui presenti possiamo affermare di conoscere l'arco , saremmo in grado di usare dal compound a semplice legno , e probabilmente in un contesto poco civilizzato useremmo più volentieri il legno che il compound . sui reperti il tasso vince a man bassa perchè ben si conserva non va mai dimenticato. solo le aride steppe e i deserti hanno conservato i compositi .
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02/04/2019, 13:21 |
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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Cita: solo le aride steppe e i deserti hanno conservato i compositi .
sei sicuro? questa è una mappa dei reperti di archi compositi utilizzati dai reparti ausiliari romani:
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
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02/04/2019, 13:27 |
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bac
Iscritto il: 26/02/2011, 11:43 Messaggi: 2674
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ma cosa è rimasto di preciso? le leve d'osso? o archi integri ?
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02/04/2019, 13:33 |
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-mANx-
Amministratore
Iscritto il: 08/07/2010, 20:21 Messaggi: 4559 Località: Insubria
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Grazie Maghin, ottime informazioni. La diffusione di una determinata pianta di sicuro abbinata alla necessità stimola ingegno e produzione, per di più l'adattamento a climi umidi lo ha reso l'arco transalpino da Otzi ad Aldtdorf. Il post rimane aperto e ogni tanto aggiungiamo una macchiata di centesimi alla ricerca e alla conoscenza, nella speranza che prima o poi salti fuori un reperto di arco celtico, di sicuro la cultura delle urne cinerarie non ci aiuta, come potete immaginare. Ma sono fiducioso per due motivi : la ricerca su questa cultura é piuttosto recente, per molte epoche l'interesse era quello di nasconderla o addirittura non considerarla, in più l'area interessata è estesa a tutta l'Europa e non solo e prima o poi qualcosa salterà fuori anche per noi. Intanto accontentiamoci di punte e farete.
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02/04/2019, 14:18 |
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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Cita: ma cosa è rimasto di preciso? le leve d'osso? o archi integri ? Cita: sui reperti il tasso vince a man bassa perchè ben si conserva non va mai dimenticato. Si si tratta dei rinforzi in osso poiché in epoca imperiale (tra I e V sec) l’arco composito in uso era quello a leve rigide. Gli archi di tipo “scita” (più antichi) erano probabilmente diffusi anche in Italia meridionale in epoca greca (i greci erano entrati in contatto con gli sciti a nord del mar nero e se ne servivano anche come mercenari) e compaiono in diverse raffigurazioni su monete, ceramiche ecc. Certo nessuno può escludere che magari qualche esemplare sia finito anche tra le mani di qualche arcere celta ma che fosse largamente diffuso nelle aree boschive centroeuropee credo sia piuttosto improbabile. E’ un arco nato e sviluppatosi tra le popolazioni di cavalieri delle steppe asiatiche la cui costruzione era estremamente complessa (più che per gli archi a leve rigide) e necessitava di manodopera altamente specializzata. I romani infatti, si servivano di artigiani orientali anche per costruire i loro e non solo per gli archi ma anche per le frecce (a Concordia Sagittaria, in Veneto, dove era situata la famosa fabbrica di frecce, c’era una colonia di questi operai orientali ad esempio). Il fatto che di archi di epoca celtica non se ne siano conservati credo dipenda da motivi diversi. In verità ce ne sarebbe uno, quello di Leeuwarden che però è in una zona di influenza più germanica che celtica (anche se penso dal punto di vista anche arcieristico probabilmente non vi erano grosse differenze). Il fatto poi che il tasso si conserva meglio di altri legni è una fiaba bella e buona. Nei casi in cui abbiamo ritrovamenti lignei, insieme a archi di tasso si son trovati anche oggetti e suppellettili di legni diversi. Al contrario spesso si son conservate tracce e frammenti di frecce di diversi materiali ma non l’arco probabilmente di tasso perché a contatto con il ferro pare il legno si conservi meglio (punte di freccia, di lancia, foderi di spade ecc). I celti non avevano la necessità di farsi un c… tanto per costruirsi archi adatti alle loro esigenze come invece gli sciti. La foresta forniva loro tutto il materiale necessario. Dal punto di vista dell’uso in battaglia gli arceri celti erano a piedi spesso mischiati alla cavalleria ma non avevano sviluppato le tattiche tipiche degli arceri asiatici (il vero vantaggio dei popoli dell’arco orientali cioè la fusione di cavaliere ed arcere).
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02/04/2019, 17:58 |
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bac
Iscritto il: 26/02/2011, 11:43 Messaggi: 2674
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Cita: Gli archi di tipo “scita” (più antichi) erano probabilmente diffusi anche in Italia meridionale in epoca greca chiaramente molti indizi su cui baso la mia ipotesi si fondono più con la mitologia che la storia , bisognerebbe riassumere in una mappa tutti i flussi commerciali del mediterraneo e datarli. ad esempio se prendiamo una citta-porto di sicuro era più aperta agli scambi , lo stesso i nomadi, magari tribù dello stesso popolo più stanziali avevano meno occasioni di scambio. l'umanità secondo me conosceva il composito già in mesopotamia molto prima di colonizzare l'Europa così come non ha mai smesso di allenarsi e non solo con l'arco di legno. un arco composito tuttavia è un po l'antesignano di un prodotto moderno , anche se sai a grandi linee come costruirlo , prima di produrlo in serie affini il prototipo , forse per questo si è differenziato nelle epoche successive a seconda dei climi e dei materiali locali.
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02/04/2019, 18:23 |
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-mANx-
Amministratore
Iscritto il: 08/07/2010, 20:21 Messaggi: 4559 Località: Insubria
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magin ha scritto: [... . Dal punto di vista dell’uso in battaglia gli arceri celti erano a piedi spesso mischiati alla cavalleria ma non avevano sviluppato le tattiche tipiche degli arceri asiatici (il vero vantaggio dei popoli dell’arco orientali cioè la fusione di cavaliere ed arcere).... Hai considerato l'uso dei carri da guerra in campo aperto descritto dagli autori romani e cibernetica dai reperti? Tiravano solo lance e giavellotti? O come gli egizi scagliavano anche frecce dal carro?
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02/04/2019, 18:24 |
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Oliviero
Iscritto il: 12/06/2016, 8:06 Messaggi: 534 Località: Milano
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Direi che l'affermazione che per i Greci l'arco era un arma da vigliacchi, mi pare un po’ azzardata.
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02/04/2019, 20:29 |
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bac
Iscritto il: 26/02/2011, 11:43 Messaggi: 2674
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Cita: Direi che l'affermazione che per i Greci l'arco era un arma da vigliacchi, mi pare un po’ azzardata. allora perchè ulisse va in guerra e lascia l'arco a casa ? scherzi a parte spero di ritrovare un passaggio epico che lessi tempo fa , appena lo ritrovo non mancherò di condividerlo .
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02/04/2019, 20:40 |
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