La robinia è forse l’albero che ci si può procurare più facilmente, inoltre è infestante e lo si può tagliare senza problemi. Non ho esperienza diretta con questo legno ma ho visto diversi arcieri con archi di robinia partecipare a gare con ottimi risultati. Qualcuno ne parla bene, altri male. Qualcuno consiglia di togliere l’alburno, altri dicono di preferire quelle con durame scuro, altri usano anche quelle con durame giallo.
Secondo me se uno non ha interesse a fare un arco storico ma avere un arco di legno auto costruito e funzionante, sarebbe un legno da prendere sicuramente in considerazione.
Come sezioni di solito sono consigliate quelle piuttosto larghe ma qualcuno ci fa anche dei “long bow”.
Ho trovato questa immagine in cui si mostra una sezione di tronco. La parte alta è definita “inadatta”, quella a metà ”buona” e quella sotto con anelli larghi e parte chiara dell’anello molto sottile “eccellente”

Se qualcuno ci volesse provare sarebbe interessante per tutti conoscere i risultati.
ciao

provare a fare un arco in robinia dici? stasera posto una foto di uno dei miei se volete. è per una ragazza quindi ha delle prestazioni piuttosto basse, come le sue dimensioni. però devo ammettere che fa la sua porca figura. ne ho fatti altri con questo legno ma non sono degni di nota. sono alcuni dei tanti e basta.
io sulla robinia ho delle considerazioni da fare a margine se volete. la sua stagionatura è strana. tende più degli altri legni ad essere avvezza nel risentire dei cambiamenti climatici, di fenditure, scheggiature e rotture. io lo reputo un legno da principianti e con il quale non si può dare vita ad archi di eccellente qualità e di lunghissima durata, tantomeno archi ad alto tasso di affidabilità. è molto resistente questo si, ma delle molte piante che ho utilizzato per fare archi, devo ammettere che molte in fase di lavorazione hanno dimostrato la scarsa qualità del materiale. è un legno che regge poco i nodi, gli alti libraggi.
come pregio ha che non segue la corda se fatto bene, anche senza controcurvature, anche dopo molto tempo.
è facilissimissimo da reperire e la stagionatura è breve, anche se come dicevo strana. gli alberi molto molto spesso sono soggerri a buchi di animali edi nidi di goni sorta, come formiche e vermi. sorattutto se lo andate a tagliare in fossati o lungo pozze e ruscelli. quindi un mio grande consiglio è controllare sempre lo stato della corteccia e del suo interno. così come consiglio lo spacco fin da subito per vedere se gli animali hanno intaccato in qualche modo gli anelli e la pianta quindi è sana.

ciao matteo, quello che scrivi è molto interessante. hai tenuto conto della struttura degli anelli?
qui da noi posso dire che è pieno di robinie morte in piedi quindi già stagionate anni. alcune sarebbero ottime per archi. si possono scegliere le migliori e bruciare nella stufa le altre (è un eccellente legna da ardere). ciao!

così mi offendi.....

no veramente, è interessante. siccome sembra che sei l'unico qui ad avere esperienza con la robinia mi interessa sapere se quello scritto nel libro corrisponde al vero e cioè se con anelli adatti è un legno eccellente per archi oppure no.
ciao!

Il mio primo arco dopo quelli in rattan fu di robinia.
il materiale era proveniente da un taglio di alberi sui 20 cm di diametro che sono stati fatti stagionare più anni semplicemente abbandonati sotto una tettoia al campo di allenamento della mia compagnia, con l'unica accortezza di aver ingrassato abbondantemente le estremità
La doga che venne ottenuta allo spacco mostrò anelli piuttosto larghi e durame di colore marrone carico. Nessun problema con insetti e affini.
Tolsi tutto l'alburno e lavorai un flat bow, con tanto di curvatura dei terminali, ottenuta riscaldando con pistola da sverniciare.
L'arco , non più in mio possesso perchè regalato al proprietario del fondo nel quale quest'anno a febbraio abbiamo organizzato una gara regionale Fiarc, aveva queste caratteristiche.
Lunghezza 66 " , libraggio 63lb a 28" AMO.
L'arco confrontato poi con un osage da 60lb, non brillava per la velocità di uscita e richiedeva comunque frecce molto più morbide pur avendo uno spessore di impugnatura analogo (26 mm all'appoggio della freccia)



Queste sono le immagini che ho a disposizione, non avevo fatto foto sulla doga iniziale (a quel tempo non esisteva nemmeno Sagittando.it) e quindi non posso far vedere gli anelli di crescita. Se non ricordo male alla base dei flettenti non c'erano più di tre anelli, per uno spessore che a memoria era sui 20 mm).

Si nota alla base del flettente speriore e sull'estremita del flettente inferiore la presenza di due nodi non trascurabili. Non hanno dato alcun problema, avendoli rispettati opportunemente.
Non ho informazioni sulla durata, ovviamente, ma in effetti non fu usato molto, dato l'alto libraggio (per me) e le ridotte performance per un suo utilizzo redditizio in gare Fiarc (dove la velocità è una condizione abbastanza importante).

salve,
permettetemi di intromettermi.
Questo è il mio esperimento in via di finitura; l'ho ricavato da una doghetta di robinia raccolta su un paleoalveo sulla riva di un fiume, in posizione sopraelevata, distante dalle acque, costituito da pietrame.
Tagliato il 26 febbraio, spaccato subito ma non scortecciato; ho iniziato a lavorarlo il 21 05, troppo presto per me visto che si è avvitato subito ad elica.

i risultati dalle prove di carico:

Questa è solo una prova, l'arco è ancora da finire ma per un mesetto lo lascio assestare
raff

Non riesco a capire perche mi visualizza due volte il grafico...bohh
raff

ciao Taccons, certo l'osage è considerato da molti un legno eccellente e da altri il migliore. tenendo conto però della facilità con cui ci si può procurare la robinia sembra che valga la pena provarci, anche per chi comincia e coloro ai quali non interessa la cosiddetta "filologicità" ma semplicemente il piacere di costruirsi da se il proprio arco.
grazie per le interessanti informazioni.
ciao!

Raff, se ti guardi in giro magari riesci a trovare qualche robinia morta in piedi. spesso sono ottimi legni e non si deve aspettare.
ciao!