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 regolazione brace height nel medioevo 
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Durante una discussione tra componenti del mio gruppo mi è sorto questo dubbio..come veniva calcolato il brace height ideale ? per esempio .. ho un arco lungo 180 cm ,di quanti cm deve essere il brace ideale? conosco il sistema del fistmele ma va in base anche al palmo del'arciere e quindi varia di molto


04/07/2017, 21:57
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Una volta ho scritto un articolo su questa cosa per TAT.
Come mio costume, cercavo di fare un po' polemica con i sapientoni di turno... me compreso.

Il fistmele non varia così tanto.
La misura va dai sei ai sette pollici.
Vero, inoltre, che varia, ma in relazione all'altezza.
E generalmente un arco che non ti scoppia in mano anche se tendi all'orecchio va lungo come la tua altezza più un fistmele, ma si può arrivare a una spanna buona in più senza troppi problemi di gestione complessiva dell'arco.
Detto che questa è la misura di partenza, occorre poi fare il finetuning che è moderatamente diverso in base all'uso.
Si srotola la corda di un paio di giri per volta fintanto che le vibrazioni della scoccata non rendono la freccia imprecisa per le troppe vibrazioni. Da lì là si riarrotola fino a quando non le sentì più vibrare.
Quella è la misura giusta.
Più la arrotoli, più perdi potenza.
Quindi un arco da guerra tollera qualche vibrazione in più.
Per un arco da torneo, invece, qualche arrotolamento in più non guasta.
Maggior precisone ma meno potenza ceduta alla freccia.
Considera che già Ascham consiglia un brace di un paio di dita in più oltre l'impennaggio (che è tradizionalmente circa un fistmele). Siamo quindi già nel cosiddetto tiro sportivo, checche se ne dica.
I miei sono un fistmele scarso.
Chi vuole più potenza scende anche oltre di brace (mettendo però il parabraccio d'obbligo).
Comunque, dubito che alla rottura di un arco in battaglia si facesse la misura con la squadretta.
Misurando con il fistmele dal tip, leghi la corda ad un brace di un fistmele, senza neanche incordare.
L'operazione si fa in pochi secondi e l'arco è pronto all'uso appena lo incordi.

Chiaro che se gli archi si accorciano, il brace in genere si deve abbassare per conseguenza.


04/07/2017, 22:59
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Io gli ho tutti regolati un centimetro in più del mio fistmele che più o meno corrisponde a 6 pollici e durante il rilascio, se lo eseguo bene, si sente solo il suono sordo della corda. Quindi dovrebbe essere giusto


05/07/2017, 7:42
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sul suono delle corde : veniva chiamato dai francesi "arpa del diavolo" .
cerca in archivio qualche vecchio post di Maon se non ricordo male il brace era abbastanza alto da non ferire l'avambraccio.


05/07/2017, 13:31
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ciao Rennu, è molto semplice ... quando la corda, pizzicata come fosse quella di uno strumento musicale, fa "tinnn" ... non di più e non di meno ... è una questione di sensibilità. A seconda delle condizioni meteorologiche naturalmente andrà adattata ... per questo sotto c'era il nodo (da evitare attorcigliamenti). Ogni arco "naturale" si comporta in maniera diversa, non ci sono misure "standard".
ciao


06/07/2017, 12:54
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Magin, quando sai distinguere il "tinnn" dallo "sdeng" il brace ormai sei in grado di regolarlo ad occhio sull'arco dalla piega dell'arco stesso. In quel caso non hai necessità di postare domande sul forum.
Per tutti gli altri, è un po' meno semplice e qualche punto di riferimento aiuta.
:lol:

Comunque gli archi non naturali (i longbow a strati fatti con dima) continuano orientativamente ad essere costruiti con un brace attorno ai sei - sette pollici. Non c'è un vero motivo, se non che la tradizione è quella. Qui puoi usare la squadretta, perché la specifica è chiara.
Sugli altri, ha ragione Magin, non c'è regola fissa.
Se li ha fatti uno che lo fa per mestiere, cerca gioco-forza di rendere la vita facile ai clienti muovendovi in quell'intorno che la tradizione considera standard.
Occorre provare.


06/07/2017, 22:45
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Anche noi usiamo il nodo sotto, ma lo facciamo perché le corde sono pronte per gli archi da battaglia indipendentemente dalla loro lunghezza.
Ho il sospetto che anche nel Medioevo questo fosse il principale motivo del nodo.
Se si deve fare un aggiustamento veloce, slacciare il nodo è rifarlo giusto è più lungo che dargli un paio di giri di attorcigliamento o di storcigliamento. Almeno per me.
Ma questa è un esigenza da campo.
Cosa facessero davvero nel Medioevo, in effetti, non lo so.


07/07/2017, 7:33
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Cita:
Magin, quando sai distinguere il "tinnn" dallo "sdeng" il brace ormai sei in grado di regolarlo ad occhio sull'arco dalla piega dell'arco stesso. In quel caso non hai necessità di postare domande sul forum.


purtroppo sono i limiti della comunicazione via computer ... dal vivo sarebbero sufficienti pochi minuti per spiegare praticamente la faccenda e cioè il punto giusto di tensione della corda. l'importante è che si capisca che non è una questione di distanza tra arco e corda ma di tensione della stessa. ci sono archi (ovviamente sto parlando di quelli "storci" da scordati) più o meno deflessi, altri che restano dritti, qualcuno magari anche riflesso. non si può pensare ad una distanza tra corda e impugnatura più o meno standard per tutti.

Cita:
Se si deve fare un aggiustamento veloce, slacciare il nodo è rifarlo giusto è più lungo che dargli un paio di giri di attorcigliamento o di storcigliamento. Almeno per me.
Ma questa è un esigenza da campo.
Cosa facessero davvero nel Medioevo, in effetti, non lo so.


all'inizio facevo anch'io così ma usando corde naturali, dopo qualche tiro mi ritrovavo al punto di prima. ora utilizzo corde gia assestate. è vero che regolarle col nodo è più lungo ma lo si fa prima di iniziare ad utilizzare l'arco (nel tuo caso prima di entrare nel campo di battaglia). una volta trovata la misura giusta per il tuo arco anche nel caso in cui una corda dovesse essere sostituita al volo, utilizzando un altra corda già assestata anche lei, è semplice rifare il nodo al punto giusto. se poi hai paura che la corda ti pianti in asso nel bel mezzo dell'azione, per un cambio rapido avrai l'accortezza, da "guerriero professionista", di preparare la tua corda di scorta col nodo già fatto prima di entrare in battaglia.


09/07/2017, 20:45
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Come sai usiamo il dacron (davvero poco medievale ma, come dice Tullia, nelle nostre "battagliole moderne" elimina tutta una serie di problemi che hai già citato in dettaglio. Se poi gli dai un po' di stick di silicone, risparmi davvero un sacco di tempo e denaro, ma certo il materiale non ha lo stesso fascino).
Il punto è che anche il sintetico purtroppo si assesta.
E non vale solo per le dieci/dodici fili, ma anche per quelle che vanno oltre i venti.
Tipicamente, la corda si allunga dopo un po' che la usi e hai la necessità di accorciarla un ciccinino.
Ora, a dirla tutta, personalmente preferisco avere due archi con la corda già assestata anche sull'arco di riserva (ceda corda o arco, chi se ne importa, ho la riserva già pronta all'uso).
Ma parlo da arciere moderno, in termini medievali "ricco".

Anche il gruppo è "ricco".
Abbiamo talvolta degli archi in riserva, già incordati e con la corda stabilizzata da un po' di tiri.
Pronti all'uso, solo da tendere.

Poniamoci però il problema del nostro antenato.

Caso uno.
Cede la corda.
Ok. Ho una corda di riserva.
Diciamo pure che l'ho già bell'e che annodata e c'ho fatto anche un centinaio di frecce, in modo che si sia assestata (troppe di più no, se no va a finire che non è più una corda nuova e "sicura").
La metto pure sotto l'elmo, così che se piove non piglia pericolosa umidità.
Pare che a Crecy sia andata più o meno così, ...mentre sostituire la corda alle balestre non era nella mentalità dei mercenari genovesi, che l'anno pagata. ...Del resto, vivere sull'atlantico non è come vivere in riviera ligure. Per quegli arcieri, l'acqua dal cielo era una compagna quotidiana.
...Insomma, ne più ne meno di quello che consigli tu.

Ma se, caso due, si rompe l'arco?

Non credo sia proponibile preparare tutti gli archi in dotazione, assegnandogli una corda e rodandola per un po'.
Sarebbe lungo e soprattutto molto costoso in tempo e denaro.
Non è infatti detto che si abbia a disposizione corde per tutti gli archi.
Inoltre, una volta montata, la corda comincia a logorarsi.
Dovresti poi tenerla sull'arco come si fa oggi... per mesi magari... e quando riprendi l'arco, la corda non è più quella di prima.
Oppure lasci un gruppo di militari incaricato di verificare ciclicamente che arco e corda assegnata sia a standard?!?
Per tutti gli archi di riserva?!?!?
Cambiando le corde che coi mesi si logoravano irrimediabilmente e inutilmente?!?!?
Troppo tempo e denaro necessario.
Un esercito magari è in marcia forzata per intere settimane... come fai a controllare centinaia, migliaia di archi con la loro bella corda prefissata.
Per non parlare del numero di corde necessario...

L'unica è proprio tenere le corde ben conservate all'asciutto in qualche barile a tenuta (magari già stabilizzate, avendogli attaccato qualche peso dopo la costruzione), per accoppiarla all'arco SOLO quando serve davvero.
Sappiamo per certo che c'erano arcieri con diversa abilità e capacità.
Ho letto da qualche parte che i soliti superprofessionisti inglesi avessero addirittura tre livelli di arcieri e di archi, con paghe corrispondenti alla forza e alla precisione dell'uomo assoldato.

Arco rotto - arco nuovo, adatto per quell'arciere.
Corda vecchia o nuova, dipende dalla lunghezza del nuovo arco e dallo stato della vecchia corda, se non è volata da qualche parte assieme a un pezzo di flettente.

Quindi, devi avere una qualche metodologia che ti permetta di prendere l'arco, legarci la sua corda, e via.
Pronto al primo colpo, via di un assestamento minimale per l'allungo naturale dopo le prime cinquanta/cento frecce.
(Se la corda non sta in tensione per tanto tempo, l'aggiustamento minimale non lo sfuggi).

Ora io non dico che facessero come noi.
Come sempre, noi abbiamo avuto un problema, lo abbiamo affrontato e risolto.

Dico però che il tradizionale termine fistmele c'è lo tiriamo dietro da mezzo millenio e più.
Se ha un senso chiamarci arcieri "tradizionali", forse una qualche domanda sulla tradizione varrebbe la pena di porcela.
Oppure, possiamo sempre pensare che organizzassero tutto in estremo dettaglio (a partire dal reperire il legno giusto, per finire alle migliori geometrie delle cuspidi) e poi, al momento del dunque... beh, andassero a casaccio, che tanto di regole fisse non ce ne sono.

Certo che un pugno col pollice alzato te lo porti sempre dietro.
La squadretta o il righello con le misure magari te li dimentichi in tenda.
:lol: :lol:


10/07/2017, 1:27
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
Messaggi: 2594
Ciao Oliviero, se per voi funziona va bene così. ognuno utilizza il sistema con cui si trova meglio.

Cita:
Dico però che il tradizionale termine fistmele c'è lo tiriamo dietro da mezzo millenio e più.
Se ha un senso chiamarci arcieri "tradizionali", forse una qualche domanda sulla tradizione varrebbe la pena di porcela.
Oppure, possiamo sempre pensare che organizzassero tutto in estremo dettaglio (a partire dal reperire il legno giusto, per finire alle migliori geometrie delle cuspidi) e poi, al momento del dunque... beh, andassero a casaccio, che tanto di regole fisse non ce ne sono.

Certo che un pugno col pollice alzato te lo porti sempre dietro.


questi sono alcuni archi della Mary Rose. come si vede ce ne sono alcuni decisamente deflessi, altri un po meno, altri ancora riflessi ... difficile pensare che il metodo del "fistmele" possa essere adattato allo stesso modo per tutti.

Allegato:
Scanmot1 - Copia (2).jpg


Allegato:
mrb.jpg


le soluzioni possono essere diverse, l'importante è che funzionino. nell'arco di Haithabu ad esempio è ststa inserita una borchia che fermava la corda ad arco a riposo e nello stesso tempo indicava l'esatta lunghezza della corda per poter fare il nodo sotto al punto giusto. la distanza tra tacca e borchia non doveva essere uguale su tutti gli archi ovviamente ma adattata ad ogni arco a seconda delle sue caratteristiche.

Allegato:
fig2 - Copia.jpg


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10/07/2017, 10:09
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